Recensione: The Damned Next Door (Know Your Neighbors!)

Di Orso Comellini - 22 Settembre 2012 - 0:00
The Damned Next Door (Know Your Neighbors!)
Etichetta:
Genere: Heavy 
Anno: 2011
Nazione:
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74

Potenziali eredi dei conterranei Death SS, i fiorentini Story Of Jade si presentano a noi con il loro dirompente album di debutto “The Damned Next Door”, dello scorso anno.

In attività ormai da un decennio e quindi in virtù di una gavetta caratterizzata da innumerevoli e acclamate esibizioni dal vivo, vari demo e buone capacità tecnico/compositive, si gettano nella mischia con il loro heavy/thrash retrò, tinto di atmosfere orrorifiche/noir degne dei miglior B-movie della nostra tradizione. Assimilata la lezione dei maestri del genere (oltre ai già citati Death SS, occorre menzionare anche King Diamond e il seminale Alice Cooper), dai quali hanno ripreso l’utilizzo del face-painting e una spiccata teatralità on stage, i Nostri propongono una personale rilettura del genere. Si potrebbero fare dei paragoni con i piemontesi Cadaveria, anch’essi inquadrati come “horror metal”, tuttavia musicalmente siamo leggermente distanti. Da buoni toscani, poi, non potevano non condire il tutto con una sana dose di autoironia, come testimonia l’eloquente video della valida “Self-Inflicted Masterpiece”. Caratteristica che non implica necessariamente il voler in qualche modo mascherare un’insicurezza di fondo nelle proprie capacità o di ridurre tutto soltanto a un gioco, anche perché, come già accennato, non sono certo degli sprovveduti: pur non eccellendo con i rispettivi strumenti, sono tutti e quattro musicisti piuttosto quadrati. Piuttosto per un’innata volontà di non ostentare un’eccessiva e fastidiosa seriosità, così da apparire più veraci e non delle pseudo rockstar.

Partiamo da Bapho Matt, il quale dimostra un’ottima versatilità, destreggiandosi tra screams, growl e voce pulita sempre con ottimi risultati, garantendo linee vocali ficcanti. Qualità che pure le due asce sembrano possedere, quella dell’adattabilità, dimostrandosi spesso a proprio agio sia a dare libero sfogo a riff abrasivi e poderosi tipicamente thrash/death, sia a snocciolare aperture e ritmiche heavy metal memori degli artisti succitati. Per non parlare dell’apporto che entrambi garantiscono in fase solista, dando maggior varietà e respiro alle composizioni: sono senz’altro l’arma in più del combo. Infine, l’ottimo drumming di Yndy T. Witch: generalmente vigoroso come un martello pneumatico, il batterista dispensa bordate di rullante miste a sferzate di pedale come se non avesse alcuna pietà per il proprio strumento. All’occorrenza, però, riesce anche ad addomesticare la propria furia incanalandola in passaggi più ragionati. Tra le dieci tracce che compongono il disco, quindi, troviamo una certa alternanza tra pezzi maggiormente assassini, talvolta sulla falsariga dei Necrodeath post-reunion come nel caso di “C.F. Virus S01”, nella quale per l’appunto si segnala la presenza di Flegias come ospite, oppure “Enemy In Me” che parte quasi come un brano gothic/doom, ma al suo interno nasconde alcune ritmiche debordanti, e altri che strizzano l’occhio più al classico heavy come “H.M.K.M.” (acronimo di “Heavy Metal Killing Machine”) o la coinvolgente “Bloodsuckers” – nelle quali tra l’altro i Nostri si lasciano andare a cori spudoratamente hard&heavy.

Quanto alle composizioni, in generale si assestano tutte su ottimi livelli, a parte un paio di episodi non del tutto avvincenti che forse potevano essere sviluppati più a fondo, come “Afterlife Confusion” e “Confessions Of A Headless Man”, nonostante la bella partenza che lasciava ben sperare e una valida sezione centrale stoppata. Non dimentichiamoci, però, che si tratta del loro disco di debutto e che quindi gli Story Of Jade avranno tutto il tempo di sistemare certi meccanismi, poiché, come sembra, è nel loro carattere non lasciare niente al caso. Una cura e una sintonia di gruppo che traspaiono dai singoli dettagli di un artwork generoso e visivamente efficace, testi mai troppo banali, suoni molto professionali e canzoni piuttosto eterogenee e sufficientemente articolate.

Insomma, “The Damned Next Door” è un prodotto che fa ben sperare per il futuro degli Story Of Jade, gruppo di cui sentiremo parlare se sapranno fare il definitivo balzo in termini di personalità. Nel frattempo concedete loro una chance, se questo genere di musica vi solletica e magari trovate il tempo di andare a vederli nella loro dimensione ideale: quella live.

Orso “Orso80” Comellini

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Tracce:
1. Self-Inflicted Masterpiece 4:02
2. Afterlife Confusion 3:34
3. Enemy In Me 4:42
4. H.M.K.M. 4:17
5. C.F. Virus S01 3:37
6. Confessions Of A Headless Man 5:40
7. Bloodsuckers 4:28
8. J.A.D.E. 3:13
9. Lulladie 4:15
10. New World Inquisition (When You Hear The Sirens) 5:17

Durata 43 min. ca.

Formazione:
Bapho Matt – Voce/Basso
AG – Chitarra
Matt Huntzer – Chitarra
Yndy T. Witch – Batteria

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