Recensione: The Dark
E’ ormai fuori discussione che la semplice unione delle parole Heavy Metal abbia assunto oggi un significato diverso rispetto a quello primordiale con cui si definiva un certo tipo di sonorità. La nuova ondata di doppia cassa con sinfonici cori battaglieri ed in alcuni casi ritornelli eccessivamente melodici hanno sicuramente generato una nuova corrente musicale degna di nota ma inevitabilmente ed involontariamente hanno snaturato il significato primitivo del termine metallo pesante. Troppe volte questo termine viene usato a sproposito per etichettare gruppi che pur rientrando nella categoria metal ( in cui vengono compresi gente come Marlyn Manson o Slipknot ) poco o nulla hanno a che vedere con l’” Heavy Metal”. Quando mi si chiede che genere ascolti non rispondo mai metal ma Heavy Metal proprio per rimarcare l’appartenenza ad un genere che pur vasto non racchiude tutta quella moltitudine di comete proposte da MTV e classificate con l’improprio termine metal.
Quando ho iniziato ad ascoltare questo genere musicale l’Heavy Metal era rappresentato da dischi come questo indispensabile “The Dark” dei mai troppo lodati Metal Church. Queste dieci gemme racchiudono tutto quello che un disco haevy metal dovrebbe avere e cioè chitarre corpose, batteria tellurica e soprattutto una melodia di fondo che non faccia rima con allegria. Reduci del capolavoro omonimo datato 1984 la chiesa metallica arriva al secondo appuntamento confermando quanto di buono era stato prodotto nel disco d’esordio. Perdendo un po della pesantezza dell’omonimo lavoro ma rendendo il risultato finale più veloce ed energico, The Dark è un classico dell’Heavy Metal made in USA, un lavoro che identifica in maniera esemplare un genere musicale candidandosi seriamente a rappresentare negli anni a venire il termine di paragone con cui misurare la qualità delle nuove proposte.
Tutto il disco si assesta su livelli ancestrali risultando a fine ascolto il disco più completo della loro carriera. Perle metalliche come Ton Of Bricks, Star The Fire, la splendida Method To Your Madness, l’oscura velocità della title track o la tetra power ballad Watch The Children Pray rendono questo lavoro obbligatorio. Il muro sonoro creato dalle due asce Kurdt Vanderhoof e Craid Wells viene arricchito dalla granitica voce di David Wayne, cantante dotato di una voce molto personale e graffiante, perfetto per esaltare la potenza metallica partorita dagli strumentisti.
Ogni canzone ha una vita propria, ogni riff è incastonato in maniera esemplare nell’ossatura delle song, ogni melodia vocale fa parte integrante della struttura portante, dimenticate la monotonia di una nota a martello su base in doppia cassa costante,“The Dark” è heavy metal allo stato puro, incontaminato esempio di un genere che inevitabilmente ha inglobato con il passare degli anni diverse sfumature e che quindi si impone come oggetto di studio per capire da dove proviene quel suono primitivo che una volta veniva chiamato Heavy Metal.