Recensione: The Dark Flower

Di Eugenio Giordano - 5 Marzo 2004 - 0:00
The Dark Flower
Band: Cydonia
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
64

I Cydonia giungono alla pubblicazione del loro secondo disco sotto le insegne della Metal Blade, la band tricolore capitanata dal bravo Dan Keying (ex-Labyrinth) ha messo la firma su un lavoro personale e piacevolmente sperimentale che si sposta sostanzialmente rispetto al disco debutto lasciandosi dietro buona parte delle influneze power del passato e cercando una evoluzione libera da confini e categorie artistiche.
Sono ormai diversi mesi che questo “The dark flower” gira costantemente nel mio impianto hi-fi, ho ascoltato questo disco molte volte e posso dire con fermezza che si tratta di uno dei migliori platter usciti in Italia negli ultimi tempi. I Cydonia hanno scelto una nuova direzione artistica che li ha condotti verso sperimentazioni e contaminazioni differenti rispetto ai canoni classici del metal, con questo però i nostri italiani non hanno perso il loro impatto e la loro capacità espressiva, sebbene “The dark flower” suoni decisamente atipico rispetto all’heavy metal ortodosso a cui sono abituato. Alcuni hanno scritto di un sensibile avvicinamento al new metal, ma non sono della stessa opinione perchè i Cydonia non si sono fatti imbambolare da soluzioni artificili e sintetiche care alla dirigenza di Mtv, anzi la band ha sempre mantenuto un salda ossatura chitarristica alla base di ogni singola composizione di questo lavoro. La produzione del disco è giocata su suoni oscuri e avvolgenti che creano una atmosfera cambievole e fluida posta a comune denominatore di tutto il lavoro. Le chitarre sono pesantemente ribassate e possiedono una impostazione ritmica tellurica che colpisce immediatamente nel segno fin dai primi ascolti. La sezione ritmica è figlia di una rielaborazione intelligente dei canoni metal degli ultimi anni, spostandosi dal thrash al cross-over senza mai perdere di vista l’anima metallica della band.

Il disco si apre con “Midnight man” una indiscutibile prova di ispirazione e sperimentazione da parte dei Cydonia, il riffing ritmico iniziale delle strofe è spezzato dalla melodia del ritornello immediatamente efficace e memorizzabile. Con “Voices” mi accorgo di una vicinanza innegabile col sound degli Eldrtich di Eugenio Simone nel periodo “Headquake”, parlo di chitarre ritmiche dinamiche e fluide abbinate a parti di tastiera dal vago sapore progressivo, senza dubbio il risultato è notevole. Più aggressiva ma comiunque compatta e concreta “One last crime” mostra la capicatà vocale di Dan Keying abbinando strofe potenti a ritornelli dal grosso potenziale melodico che colpiscono l’ascoltatore senza scadere nella sterile semplicità. La title track è una brano più elaborato dove i Cydonia puntano su soluzioni elaborate ma mai prolisse, la band si dimostra ispirata senza ripetersi e riesce a convincere anche in questa sua nuova veste sperimentale. I Cydonia si avvicinano alle soluzioni ritmiche dei Grip Inc con la successiva “Invisible” una delle canzoni più potenti del disco, qui il gruppo si dimostra ispirato e diretto senza cercare particolari soluzioni melodiche. Più convincente e ambiziosa “Another age” ripresenta le strutture ritmiche della opener abbinate a un ritornello molto ispirato e giocato su un refrain melodico emozianante fin dal primo passaggio. Meno efficace ma pur sempre interessante “Beyond time” ripercorre la stessa strutture della precedente aggiungendo qualche spunto ritmico più accentuato. Ottima “Master shadow” che presenta nuovamente le strutture chitarristiche care ai già citati Eldritch senza scadere in un banale rimescolamento di melodie già ascoltate e dimostrandosi una canzone ispirata e matura. Lo stesso discorso si può ripetere per la successiva “Diamond dust”  ennesima prova della maturazione artistica dei Cydonia e dimostrazione ulteriore del loro talento. Il disco si conclude con “Losing my faith” una composizione dinamica e elaborata capace di porsi tra le migliori del disco e sicuramente indicata a chiudere il disco nel migliore dei modi.

In definitiva questo “The dark flower” porterà ai Cydonia i consensi di chi si aspetta una costante evoluzione nella musica di una band, non bisogna porsi preconcetti nei confronti di questa nuova direzione artistica perchè non credo rappresenti una negazione drastica dei canoni metal, certo un disco come questo “The dark flower” spaccherà le opnioni ma credo che rimarrà nel tempo proprio per la sua capcità di mettere in discussione una scena ormai satura come quella italiana e i suoi canoni artistici ormai evidentemente troppo stretti. 

Tracklist:
1. Midnight man
2. Voices
3. One last crime
4. Dark flower
5. Invisible
6. Another age
7. Beyond time
8. Mother shadow
9. Diamond dust
10. Losing my faith

Ultimi album di Cydonia

Band: Cydonia
Genere:
Anno: 2003
64