Recensione: The Dead End Experiment
Saliti alla ribalta della scena brutal greca nel 2007, con l’ottimo esordio When Landscapes Bled Backwords, i Sickening Horror tornano a calcare le scene in questo denso 2009 con il loro secondo full-length, denominato “The Dead Experiment“.
Orfani di Kollias, ormai in pianta stabile nei Nile, Antipatis e Daras hanno trovato il degno sostituto del batterista greco nella figura di Alex Zachos, che si dimostrerà, come vedremo in seguito, autore di una prova di ottima qualità.
Ma veniamo all’album: “The Dead Experiment” non sembra discostarsi troppo dalle sonorità brutal/death tecnico, arricchite da inserti industrial, e contornate qua e la da stacchi jazzati, che rendono il lavoro ancor più variegato sotto il profilo stilistico. Ciò che si incontrerà dunque durante l’ascolto dell’album sarà un insieme di riffs e ritmiche articolati e complessi, accompagnati da numerosi assoli di chitarra e basso, il tutto a sostegno del profondo growl di George Antipatis. A ciò bisogna aggiungere una velocità di esecuzione sbalorditiva, tanta, tanta tecnica esecutiva e una buona dose di melodie che rendono l’ascolto del disco meno arduo.
Analizzando attentamente il disco, si nota però che, pur trattandosi di un lavoro tutto sommato riuscito, si rivela decisamente meno coraggioso e riuscito rispetto all’ottimo esordio.
Complice una qualità dei suoni non propriamente all’altezza ed un songwriting meno fantasioso rispetto al più recente passato, “The Dead Experiment” viaggia tra alti e bassi, alternando la furia cieca di alcuni brani a stacchi melodici azzeccati, e momenti un poco sottotono. Peccato, perchè l’inizio fa davvero ben sperare: “Dusk“, l’apripista, è un ottimo brano a cavallo tra sperimentazioni industriali, death metal dei più feroci, ottime linee funky (!) che spezzano la tensione, inserite benissimo nel contesto della canzone. Sembra proprio in questo brano di ascoltare un ideale jam session tra Nile, The Monolith Death Cult ed i Cynic, questi ultimi specialmente nelle parti più sperimentali.
Ad essa seguono altre composizioni di elevata qualità, tra le quali “Noise Dreaming“, dotata di un mood oscuro assolutamente affascinante, grazie anche ad un ottimo lavoro melodico svolto da chitarra e basso, sorretti da un drumming vario e potente. Anche la seguente “Lay Rotten, Never Forgotten” dimostra di avere dalla sua numerosi spunti interessanti, a partire dai cori in clean vocals, passando per i vari stacchi strumentali di gran pregio.
A brani però riusciti se ne alternano altri che, pur non risultando di per se sgradevoli, sembrano muoversi troppo sulle stesse linee, finendo per somigliarsi davvero troppo. E’ questo il caso di pezzi come “The Universe Within“, “24 January” o ancora “Mirrors Reflect Only Dead Bodies“, tutte dotate di un riffing assai simile l’una all’altra, e di un songwriting non proprio ispirato, il che vanifica un poco l’ottimo lavoro svolto negli altri episodi qui dentro contenuti, e che segnalano quel calo di ispirazione a cui si faceva riferimento in apertura recensione.
Luci dunque, e qualche ombra all’interno di questo nuovo platter targato Sickening Horror, che pur non raggiungendo le vette di eccellenza del precedente disco, riesce comunque a farsi ascoltare con sufficiente interesse, a lasciarsi ascoltare più di una volta, catturando l’attenzione dell’ascoltatore, e muovendosi con discreta disinvoltura all’interno di svariati territori.
Emanuele Calderone
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Tracklist:
01 – Dusk
02 – The Universe Within
03 – 24 Januaries
04 – The Dead End Experiment
05 – Mirrors Reflect Only Dead Bodies
06 – Noise Dreaming
07 – Lay Rotten, Never Forgotten
08 – Children Of The Swamp
09 – Murdered in Silence
10 – Dressed In Madness