Recensione: The Dead Have Rizen
La storia dei Ripper parte da lontano e affonda addirittura negli anni Settanta, quando la bassista Sadie Paine, insieme con il batterista Animal Axeman, fondano il gruppo. Dopo il cambio a rotazione di innumerevoli chitarristi, nel 1980 si imbattono in un personaggio – nel vero senso della definizione più pura – come Rob Graves, già dedito all’heavy metal e occasionalmente anche cantante. L’incontro fra queste masse critiche fa scaturire la vera prima cellula duratura dei Ripper, che assestano la line-up con l’innesto dell’axeman Johnny Crystal e J.D.Shadowz al posto del trasfugo Animal dietro le pelli. Le foto del gruppo in abbigliamento Horror-cimiteriale fanno il giro del mondo – ovviamente circoscritte negli ambiti degli appassionati – e nel 1986 vede la luce il debutto …And The Dead Shall Rise, ristampato dalla sempre attenta Black Widow Records nel 2003. Le insanabili incompatibilità fra i quattro “squartatori” americani decretano la fine prematura del combo poco dopo ma nonostante questo Graves continua a scrivere del nuovo materiale per l’eventuale successore. Gli strani casi della vita portano il Nostro ad abbandonare il progetto per un po’ di anni fino a che nel 2006 il gruppo risorge ufficialmente dalle ceneri con una formazione che vede il solo Rob fra gli storici. Pare infatti che gli altri “vecchi” non avessero interesse a rientrare cosicché Graves chiama a sé tre nuovi adepti, comunque amici di antica data e già appartenenti, a vario titolo, al “giro” Ripper. La line-up si consolida quindi con Stephen Bogle alla seconda chitarra, Alan D’Angelo al basso e Don Ramirez alla batteria.
The Dead Have Rizen viene registrato nel 2008 e concettualmente costituisce la continuazione del cammino musicale intrapreso con …And The Dead Shall Rise.
Dopo l’intro di deafult tocca a Homicidal scoperchiare il sepolcro che per oltre venti lunghi anni era restato sigillato a colpi di doppia cassa e chitarre fumiganti. La voce lagnosa ma particolare di Rob Graves conferisce la sana dose di brividi che ci si poteva aspettare in apertura ma è con la successiva Driller che le porte dell’inferno vengono spalancate e la vena Doom dei texani prende il sopravvento. 66 Angel Eyez scomoda i Death SS degli anni Ottanta – questa rimarrà pressoché una costante dei Ripper per tutto l’album, a significare quanto Steve Sylvester e soci abbiano seminato nel mondo – così come la successiva Us Tank riporta ai lavori solisti del leader dei fiorentini maledetti. Love Me To Death possiede connotati più made in Usa, The Tall Man è la strumentale che tira la volata a God Of Thunder, attesisissima cover del classico dei Kiss, che delude pressoché totalmente le attese suonando moscia e priva dell’hook necessario per far davvero breccia. Pronta ripresa con l’accoppiata In The Raw/Outro: Dark Dominion, in linea con il resto “classico” dell’album, quindi HM di stampo Horror puro e finale strumentale oscuro.
In conclusione il disco garantisce in quantità sufficiente floride porzioni di heavy metal dalle tinte oscure ma manca delle doverose impennate che un gruppo dal nome altisonante come Ripper poteva e doveva fornire. La rivisitazione di buona parte dei cliché del genere non basta per convincere del tutto ma va sottolineato che buona parte del materiale risale a metà anni Ottanta e quindi, probabilmente, i Nostri potranno dire la loro con il prossimo lavoro in studio, a line-up solidificata.
The Dead Have Rizen è disponibile sia in versione Cd che Lp. Il booklet è sufficientemente curato e propone ben tre pagine dense di foto – rigorosamente dai colori rosso e nero – di personaggi vicini alla band, quantomeno questo è quello che presumo, tra le quali spicca quella di Leopoldo “Leatherknight” Puzielli, eminente collega che per qualche anno scrisse anche sulle colonne di TrueMetal.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
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Tracklist:
1. Intro: The Grave
2. Homicidal
3. Driller
4. 66 Angel Eyez
5. US Tank
6. Love Me To Death
7. The Tall Man
8. God Of Thunder
9. In The Raw
10. Outro: Dark Dominion
Line-up:
Rob Graves – Guitar/Vocals
Stephen Bogle – Guitar
Alan D’Angelo – Bass
Don Ramirez – Drums