Recensione: The Death And Destiny Lp

Di Stefano Ricetti - 29 Dicembre 2004 - 0:00
The Death And Destiny Lp
Band: Mythra
Etichetta: British Steel
Genere: Heavy 
Anno: 1998
Nazione:
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94

The Death And Destiny Ep – 1979
Demo I – 1980
Demo II – 1981

Prima di iniziare la recensione vi devo confessare che ho sempre considerato i Mythra uno di quei gruppi che veramente, se avessero continuato con decisione il loro cammino negli anni ottanta durante la Nwobhm, sarebbero assurti ai fasti delle tre grandi band che hanno dominato incontrastate quel movimento facendo mangiare la polvere a tutti gli altri, seppur valorosi, protagonisti. Ovviamente sto parlando delle punte di diamante della new wave del metallo inglese dell’epoca ovvero Saxon, Def Leppard ed Iron Maiden. Spesso in passato, leggendo qua e là, ho trovato recensioni di gruppi Nwobhm decisamente fuorvianti, dai toni volutamente esagerati che hanno beatificato dischi e band oltremisura con l’ovvia conseguenza poi di ingannare i fan che pur di accaparrarsi quei lavori si sono svenati (spesso ordinando direttamente in Inghilterra) per poi trovarsi fra le mani opere di valore mediocre ed in generale discutibili. A parte qualche episodio isolato identificato magari da un disco azzeccatissimo e poi il nulla o poco più, le altre band considerate di seconda fascia in realtà lo erano veramente ed oggi, a distanza di anni, risentendo di tanto in tanto quei dischi, la mia idea si è ulteriormente rafforzata. Beninteso, considero la Nwobhm come il più grande e rivoluzionario movimento musicale in ambito HM della storia, sono ancora legato visceralmente a quelle immortali sonorità e amo tantissimo gruppi più o meno conosciuti di quel periodo ma quando si parla di capostipiti mi permetto di sentenziare che i tre grandi sopraccitati non avevano veramente rivali. Scusate la digressione ma era tanto per inquadrare il mio pensiero in materia, i Mythra erano fra i pochissimi eletti che veramente avevano le qualità per aggiungersi al terzetto di cui sopra. Ribadisco comunque che quanto da me scritto sopra è frutto di opinioni personali e non pretende di essere considerato una verità inconfutabile.

Brevi cenni di storia: i Mythra si formano nel 1976 nel Nord Est dell’Inghilterra (South Shields), la loro reputazione cresce localmente a dismisura grazie a massicci concerti nei pub e nei club alternandosi ed a volte dividendo il palco con altri act emergenti della zona come Raven, White Spirit, Axe (poi Fist), Geordie, e Son Of A Bitch (poco dopo tramutatisi in Saxon). Death And Destiny esce sotto forma di Ep per la Guardian Records nel 1979 in 200 copie, completamente autoprodotto. Dopo le innumerevoli richieste, nel 1980 viene ristampato dalla Street Beat Records ed in soli venti giorni vende 15.000 copie piazzandosi al numero uno della heavy metal chart della famosa rivista Sounds per undici settimane consecutive!. Lo stesso anno suonano ad uno dei più grandi concerti HM della storia: il leggendario “Heavy Metal Barn Dance” tenutosi nella Bingley Hall di Stafford, insieme a terroristi sonori come Motorhead, Saxon, Girlschool, Angel Witch, Vardis e White Spirit. Sempre nel 1980 fanno uscire un demo, seguito l’anno successivo da un secondo demo per poi immergersi nell’oblio della Nwobhm che proprio loro avevano fortemente contribuito a far esplodere. Nel 1998 la British Steel pubblica l’Ep finalmente su dischetto ottico, con l’aggiunta di parecchie bonus tracks che altro non sono che i due demo sopra menzionati e qui di seguito ne trovate la recensione.

Chitarre sferraglianti ci aprono le porte di una immaginaria cantina del North East, il pezzo Paradise inquadra da subito lo stile dei Mythra, HM duro e puro senza compromessi, fondato, come dovrebbe sempre essere nell’heavy metal, sulle chitarre. La seguente England dà modo al singer Vince High di dimostrare quanto vale, dotato di una voce sufficientemente acida da poter interpretare al meglio le classiche cavalcate metalliche come i brani più sulfurei. La terza traccia, Warrior Of Time, sostenuta dal gran lavoro di basso di Peter Melsom che ne impreziosisce il ritmo rock ‘n’ roll è un pezzo più arioso, con un gran bel solo di chitarra centrale, denso di pathos e feeling. Cala la velocità per la successiva Vicious Bastard, brano orecchiabile dal coro che rimane ben impresso nella mente anche se le trame dei cinque inglesi non lo fanno apparire come un brano catchy, assolutamente!.
Si rialza il tiro e dopo una cascata di chitarre, parte Heaven Lies Above dall’incedere granitico con il cantato che viene “inseguito” dalle due asce, sempre pulite ma implacabili. Un’entrata alla Motorhead del periodo, almeno per quanto riguarda il riff portante ci trascina in At Least They Tried: brano veloce ed aggressivo per l’epoca (ricordiamoci sempre che siamo all’inizio degli anni ottanta) che non lascia prigionieri. Un arpeggio malinconico introduce The Death Of A loved One, il primo brano rallenty finora proposto dai Mythra, una ballad essenziale tipica della Nwobhm, con poche concessioni a sonorità ampollose con un Vince High in veste più di cerimoniere che di lead singer. Un arpeggio melodico apre The Age Of Machine, brano malinconico che per atmosfera richiama i grandi Led Zeppelin soprattutto per l’interpretazione molto vicina a Plant da parte del singer e dagli stop and go delle chitarre, altra gemma di questo lavoro. A differenza degli altri pezzi, essenziali anche nella loro durata, quest’ultimo è l’unico di tutto il Cd superiore ai cinque minuti. La title track, risalente al 1979 irrompe violenta spezzando l’incantesimo creatosi con il brano precedente, un coro maschio fa capolino tra i duelli delle chitarre fumanti. Un brano che si intitola Killer secondo voi come può essere?. Velocità altissime, un frontman sugli scudi e vai con il puro HM fino al termine……. La Motorheadiana Overlord ci mostra Mr. High in forma come sempre con degli acuti che mi hanno rimembrato il David De Feis degli esordi in Virgin Steele (1982). U.F.O. parte cadenzata, per poi trasformarsi nella classica cavalcata metallica e fa da preludio all’ultimo atto di questo CD: la Thin Lizzy oriented Blue Acid. Già dal titolo si può prevedere il mood di questo brano, arioso e perverso, accompagnato dal coro accattivante che i Mythra per una volta si possono concedere, dimostrando di non perdere il loro trade mark anche nei pezzi più “leggeri”. Quando questo lavoro uscì, Matthias Mader di Iron Pages lo definì un  “disco rivoluzionario”e nientepopodimeno che Lars Urlich dichiarò più volte di essere stato ispirato da Death And Destiny durante la stesura di Kill ‘Em All.
I Mythra sono incredibilmente ed inaspettatamente tornati sulle scene nel 2003 con l’album autoprodotto “The Darkener” (nessuna etichetta offrì loro un contratto…) come ebbe modo di dire la stessa band: “Hey, we did it before in 1979 when only the fans and the press were interested so we will do it again!”. Onestamente non ho mai sentito l’album quindi non posso darvi nessun indizio in merito. La cosa comunque mi incuriosisce parecchio, vedrò di rimediare alla lacuna in futuro.

Per chiudere, i Mythra con un solo con un disco sono entrati nella leggenda dell’HM.
Copertina fiera con grifone bianco su sfondo nero come da pura tradizione HM, sudore, acciaio, denim and leather, muri di Marshall, questa è storia cari defender, con la “S” maiuscola…

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

Tracklist
1. Paradise (conosciuta come New Life, Demo2 – 1981)
2. England (Demo2 – 1981)
3. Warrior Of Time (Demo1 – 1980)
4. Vicious Bastard (Demo2 – 1981)
5. Heaven Lies Above (Demo1 – 1980)
6. At Least They Tried (Demo1 – 1980)
7. The Death Of A Loved One (conosciuta come Together Forever, Demo1 – 1980)
8. The Age Of Machine (Demo2 – 1981)
9. Death And Destiny (Death And Destiny Ep – 1979)
10. Killer (Death And Destiny Ep – 1979)
11. Overload (Death And Destiny Ep – 1979)
12. U.F.O. (Death And Destiny Ep – 1979)
13. Blue Acid (conosciuta anche come W.A.S.A. , Demo2 – 1981)

Line Up 1979
John Roach – Guitar
Peter Melsom – Bass
Maurice Bates – Guitar
Vince High – Vocals
Barry Hopper – Drums

1980
Mick Rundle – Guitar al posto di John Roach
Alex Perry – Guitar al posto di Mick Rundell dopo il concerto di Stafford

Attuale Line Up (2003)
John Roach – Guitar
Peter Melsom – Bass
Maurice Bates – Guitar
Vince High – Vocals
Barry Hopper – Drums

 

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