Recensione: The Devil You Know
A due anni di distanza da quel The Missing Peace che aveva onorevolmente sanzionato la pace (appunto) tra Tracii Guns e Phil Lewis, ecco The Devil You Know che, diciamolo subito, conferma quanto di buono espresso dal proprio predecessore.
Davvero gli L.A. Guns sembrano aver trovato una seconda giovinezza; o, meglio, una solida maturità che li rende estremamente sicuri delle proprie potenzialità.
Lo diciamo da anni: la band ha raccolto meno di quanto avrebbe meritato. Travolta dal successo planetario dei fratelli bastardi Guns N’ Roses, non assoporò che da lontano il profumo della grande fama da rock star. E quando sarebbe stato il momento del grande salto, i tempi non erano più quelli giusti perché ciò avvenisse. Un ottimo disco come Hollywood Vampires (1991) fu il canto del cigno del periodo d’oro dei losangelini, soffocato dalla flanella delle camicione a scacchi che giungevano a frotte da Seattle.
A quasi trent’anni di distanza e dopo una serie di dischi (e line-up) non sempre validi, ecco che gli L.A. Guns suonano finalmente freschi. Ascoltando The Devil You Know si ha la sensazione di avere dinanzi una band che fa proprio la musica che più le piace, alla fine spogliatasi di quelle sovrastrutture commerciali e personali che le hanno fatto solo del male.
C’è un po’ di tutto in The Devil You Know: il rock sporchissimo di Rage (bacchette che danno il tempo e charleston aperto alla grande) e quello cadenzato di Stay Away e Loaded Bomb, che paiono proprio uscite da Cocked & Loaded, si affiancano al riffing di sapore sabbathiano della title track o di Going On e alla leggerezza ruffiana di una Needle To The Bone, che non mi esce più dalla testa e richiama gli anni belli del Sunset Strip.
Se Gone Honey è trascurabile, Don’t Need To Win è un inno selvaggio di buona fattura tipicamente L.A. Guns, mentre Down That Hole si concede qualche modernismo soprattuto nella base ritmica e richiama i dimenticati Saigon Kick.
Infine, non può mancare la ballad di turno. Another Season in Hell ricorda Crystal Eyes, che resta irraggiungibile ma non può guardare con orgoglio a questa sua figlioccia del 2019, che sembrava tanto lontano ai tempi di Hollywood Vampires.
In definitiva, The Devil You Know è un ottimo disco, che dà continuità al trend positivo intrapreso dagli L.A. Guns da quando Tracii e Phil hanno ricominciato a parlarsi senza la mediazione degli avvocati. Li attendiamo presto in concerto, dove storicamente non fanno prigionieri.