Recensione: The Divine Conspiracy
Cantori delle emozioni e artefici di una delle pagine più apprezzabili della musica olandese, gli Epica tornano alla ribalta con un disco dai mille colori, The Divine Conspiracy, una lunga retrospettiva che racchiude le migliori qualità del quintetto capitanato dalla splendida Simone Simons (intervista).
Il gruppo mette subito le cose in chiaro: questa non è la solita musica, o almeno, non è la solita musica degli Epica. The Divine Conspiracy si scrolla di dosso parte del passato (anche recente) e percorre nuove vie, spesso estreme, costruendo il nuovo sound sulla scia degli After Forever del primo lustro.
Il suono, già a suo tempo sviluppato dagli “orange”, viene rivisitato nei suoi diversi aspetti coreografici evidenziando il lato orchestrale, oggi davvero possente, e la voce del mezzo soprano che, una volta ancora, riesce ad accarezzare i cuori per la sua dolcezza e per la sua intensità.
The Divine Conspiracy è un lavoro eterogeneo e nei suoi tredici brani spazia con disinvoltura tra power metal melodico, metal estremo, astrattismi sinfonici e delicati inserti acustici, il tutto esaltato dalla produzione di un team vincente, quello composto da Sascha Paeth (che aveva già lavorato per la band della Simons), Miro e Amanda Sommerville.
Non è solo la presenza dei “maghi del suono” dei Rhapsody Of Fire & Kamelot a conferire agli Epica sicurezza e confidenza, ma è anche l’affiatamento di un gruppo che ha incamerato energie grazie all’esperienza maturata sui palchi europei e che è migliorato nel songwriting: siamo giunti, finalmente, alla svolta tanto attesa.
Analogamente a quanto avvenuto nel duemilacinque con l’album Consign To Oblivion e soprattutto attraverso la colonna sonora The Score, il circolo dei musicisti olandesi si prodiga nella costruzione di un impianto orchestrale cinematografico che, pur non essendo reale ma ricreato al computer, rasenta la perfezione. E ascoltare un’introduzione imponente come quella di Indigo, non può far altro che mettere i brividi.
L’occasione per dare luce e rilievo alla rinnovata matrice estrema coincide con la traccia d’apertura, The Obsessive Devotion, brano nel quale confluisce lo spirito leggiadro (e per questo esente da schemi precalcolati) di una band che riesce a mescolare power e death metal esaltando il ricchissimo contorno melodico.
Mark Jansen (Guitars, grunts & screams) è, oggi, molto più influente tanto nella funzione operativa quanto nella veste creativa; il suo ruolo negli Epica è ormai fondamentale, così come lo è, nella lettura dell’album, la terza perla consecutiva: Menace Of Vanity, una delle tracce più spinte.
Il tempo si ferma con Never Enough, la struggente ballata che a tre quarti si trasforma e che torna a placarsi nel finale, uno dei momenti compositivi (se non “il” momento) più alti dell’intera carriera degli Epica, aperta dal binomio chitarra acustica/voce e “sconquassata” dagli altri strumenti musicali che intervengono di volta in volta. Il brano che da solo vale l’acquisto del pacchetto.
E quando ci si attende un piccolo calo emotivo, ci pensano i ritornelli di The Last Embrace e la veemenza di Death Of A Dream a confermare la bontà delle nuove canzoni, fino all’imprevedibile culmine della solenne preghiera che squarcia in due Living A Lie.
Senza entrare nel dettaglio delle tracce finali, tra le quali spiccano la suite conclusiva The Divine Conspiracy e l’orientaleggiante Fools Of Damnation, risulta utile prendere in considerazione una panoramica ad ampio raggio e tenere conto che la tendenza strutturale e l’approccio compositivo sono quelli della prima manciata di brani. Peccato per le lungaggini a volte deleterie, settantacinque minuti sono davvero tanti anche per un ottimo disco come questo.
Da apprezzare lo sforzo (a trecentosessanta gradi) di una band che non vuole adagiarsi sui successi fin qui ottenuti, una band che ha aggiunto “un po’ di sale e un po’ di pepe” al suo rodato meccanismo, una band che, oltre a non aver tradito le attese, si è presentata al suo nuovo giorno del giudizio con un lavoro che è già tra i migliori di questo 2007.
Bravi Epica, la palla passa ai Nightwish.
Gaetano Loffredo
Tracklist:
1.Indigo
2.The Obsessive Devotion
3.Menace Of Vanity
4.Chasing The Dragon
5.Never Enough
6.La’fetach Chatat Rovetz (The Last Embrace)
7.Death Of A Dream (The Embrace That Smothers Part VI)
8.Living A Lie (The Embrace That Smothers Part VII)
9.Fools Of Damnation (The Embrace That Smothers Part IX)
10.Beyond Belief
11.Safeguard To Paradise
12.Sancta Terra
13.The Divine Conspiracy