Recensione: The Divine Equal

Di Daniele D'Adamo - 24 Febbraio 2011 - 0:00
The Divine Equal
Band: Titans Eve
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
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72

Negli anni ottanta Thor, Exciter e Anvil devono avere infettato per bene i geni di coloro che, poi, hanno dato i natali a vari gruppetti di musicisti che calcano, oggi, la scena canadese; artisti come i Titans Eve, fautori di un thrash contaminato dall’heavy e, soprattutto, dall’U.S. power. Oltre a questo, si può pensare che le infinite foreste della meravigliosa quanto aspra nazione nordamericana abbiano conservato intatto lo spirito combattivo degli Avi, iniettato – anch’esso – nel DNA dei genitori di Brian Gamblin e compagni.

Il risultato?
Quello di trovarsi di fronte a “The Divine Equal”, full-length autoprodotto, talmente debordante di potenza allo stato cristallino da meritare, solo per questo, la dignità discografica. L’accennata miscelazione fra i tre generi anzidetti ha prodotto una polvere dall’elevato potere deflagrante.  
Perfettamente ancorato alla realtà del terzo millennio (“The Divine Equal” non è un’operazione-nostalgia), il quartetto di Vancouver riesce, con naturalezza, a trasporre ai giorni nostri gli stilemi dell’heavy metal dei Padri. Heavy metal subito progredito verso l’U.S. power e, quindi, il thrash. Ciascun passaggio, è bene rimarcarlo, non ha azzerato quello precedente. Anzi, i Nostri hanno individuato le loro peculiarità giungendo a uno stile ‘nuovo’ ma ‘vecchio’, ideale per affrontare con la tecnica produttiva di oggi le storie raccontate trent’anni fa.   
 
Storie inzuppate sino alla radice di melodia e di gesta eroiche, le cui colonne sonore sono scolpite nel marmo, talmente sono massicce e compatte le armonizzazioni. “The Divine Equal” trasuda metallo da tutti i pori, dai quali fluisce libero per poi essere forgiato dall’ensemble proveniente dalla British Columbia. L’esteso lavoro delle chitarre dei fratelli Gamblin, che non si risparmiano né in sede di ritmica né in occasione dei soli, è sorretto anzi inspessito dal dinamico lavoro di Jesse Hord, bassista di scuola classica, che tiene una turbinosa andatura a braccetto del possente drumming di Casey Ory. La summa di queste parti è un suono pieno e carnoso, denso e travolgente. Non bisogna però aspettarsi dei segnali di progressione o di eccezionalità: lo loro stile è fermo, chiaro e insensibile all’innovazione. Non si pensi alla noia derivante dall’ascoltare la stessa minestra riscaldata centinaia di volte: la bontà delle canzoni supera la mancanza d’originalità di parecchi punti e, alla fine, è questo il fatto più importante. Certo, la padronanza degli strumenti, la capacità di metterli assieme e quindi di renderli in maniera professionale non devono mancare, oggi, per far girare anche un’opera ‘minore’ come un’autoproduzione. E, in questo senso, è difficile trovare dei punti deboli nel lavoro del combo del Canada, indistinguibile, per qualità complessiva, dalle opere sfornate dalle etichette discografiche.

Buono, come si è più su accennato, l’impianto dei brani. Il loro insieme ha un alto peso specifico, senza che questa particolarità mini la capacità dei Titans Eve di scrivere song interessanti, ciascuna dotata di una propria identità. Di nuovo, è bene rimarcare che non ci si devono aspettare dei capolavori, in tal senso; però brani come “Judgment”, “Tides Of Doom”, “Searching For Nothing” e, soprattutto, l’ottima title-track non sfigurano di fronte a niente e a nessuno. Con riferimento a quest’aspetto è importante, inoltre, l’apporto di Brian Gamblin come cantante: piglio stentoreo, buona estensione vocale, timbrica calda e avvolgente.

I Titans Eve sono la personificazione del classico ensemble che non fa nulla di nuovo, affondando le proprie radici in un genere consolidato, ‘sicuro’ e dai positivi effetti collaterali. Quel che è stato fatto, tuttavia, è stato fatto assai bene. E “The Divine Equal” lo dimostra, soprattutto se si calibra il proprio giudizio sulla qualità della sua manifattura di natura prettamente artigianale.    

Daniele “dani66” DAdamo

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Track-list:
1. Mourning Star (Intro) 1:30    
2. Judgment 4:48    
3. Becoming The Demon 4:06    
4. Into The Fire 4:37    
5. Serpent Rising 3:56    
6. Tides Of Doom 4:16    
7. Dusk 0:46    
8. Nightfall 3:04    
9. Living Lifeless 4:12    
10. Searching For Nothing 3:14    
11. The Divine Equal 3:21    

All tracks 38 min. ca.

Line-up:
Brian Gamblin – Guitar/Vocals
Kyle Gamblin – Guitar/Vocals
Jesse Hord – Bass
Casey Ory – Drums

 

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