Recensione: The Divine Wings Of Tragedy
Scansate da un tranquillo ascolto dragoni, spade, e le verie corti di re Arthur: non è semplice scovare un gruppo in possesso di queste doti tecniche, nè tantomeno abilità tanto elevate da accostare ad una eccezionale padronanza dello strumento, elementi altrettanto importanti come la personalità del sound, l’amonia sublime delle note scritte all’interno di un panorama celeste che potrete sorvolare solo indossando le divine ali della tragedia. Si prega di allacciare le cinture.
Evidenti i riferimenti ad ambientazioni mitiche ed epiche, ma al contrario di quanto ci si potrebbe aspettare considerando il classico Luca Turilli d’acciaio Made In Italy, l’aspetto strumentale è ben distante dalle soluzioni adottate spesso nel genere proprio perchè gli elementi più odiosi e ridicoli sono stati ridotti ai minimi termini giusto per dare vita a trame più complesse, in una rete di rapporti numerici dalla quale sarà difficile liberarsi alla fine di questa avventura nel vuoto.
Si entra nel vivo del disco con The Accolade, in seguito a tre pezzi di autentica bellezza. La chitarra di Romeo offre al complesso le giuste misure per creare nuove dimensioni ricche di colore e freschezza, grazie anche al valido supporto di un batterista come Jason Rullo: abile nelle ritmiche più strane e disparate, contribuisce alla formazione di una creatura sempre più gigante e maestosa fino a raggiungere la cdtrack. La voce di Russell Allen è molto valida, e la leggera fatica che impiega a raggiungere le note più lontane a mio parere non fa altro che migliorarla mentre attraverso Pharaoh attendiamo di stringere le mani impegnate di Thomas Miller, bassista geniale ed estroverso: non perde un colpo all’interno di un brano imperniato proprio sul suo strumento e sulla batteria, dimostrando entusiasmo ed abilità tecnica.
Eccoci finalmente giunti alla perla di venti minuti circa che illumina del suo splendore l’ottava posizione, è il momento di The Divine Wings Of Tragedy: tempi dispari e improvvisi colpi di scena aderiscono ad un vasto dipinto dai colori più scuri rispetto al contorno degli altri brani, mentre la tastiera di Pinnella assume un ruolo sempre più importante nella stesura del disegno. I violini e i cori presenti conferiscono maggior respiro ad un brano in progressiva decadenza nostalgica. Il lavoro di Romeo resta magico e spontaneo, degno della sensibilità di un grande artista e proprio di un appassionato musicista. Questi fuggevoli minuti sono divisi in sette parti confuse tra frammenti strumentali e non: l’ultimo è Paradise Regained, degno di una chiusura decisa ed energica, accompagnato da una linea vocale candida e trasparente che non s’incontra spesso durante l’intero disco.
Penso di essere stato abbastanza chiaro, questo è semplicemente un cd da non perdere e Candlelight Fantasia vi concederà l’ultima conferma.
TrackList:
1. Of Sins And Shadows
2. Sea Of Lies
3. Out Of The Ashes
4. The Accolade
5. Pharaoh
6. The Eyes Of Medusa
7. The Witching Hour
8. The Divine Wings Of Tragedy
9. Candlelight Fantasia