Recensione: The Dominatress

Band: Savage Grace

Mini

Etichetta:

Genere: Speed 

Anno: 1983

Nazione:

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72

La carriera di questa giovane e promettente formazione di Los Angeles, partita col monicker “Marquis De Sade”, era cominciata con la pubblicazione di un demo  (1982) ed iniziò a prendere una piega importante non appena entrò nel circuito delle bands gestite dalla Metal Blade records.

Dopo l’apparizione in Metal Massacre II, ci fu una grande richiesta alla Metal Blade, da parte dei metal kids, per pubblicare ulteriore materiale targato Savage Grace. Ecco che quindi Brian Slagel (fondatore e presidente della MB) propose alla band un contratto per un mlp e, dopo qualche tempo, “The Dominatress” fu bello che pronto.

Come si può ben immaginare, le strepitose potenzialità della band non si manifestano di già in tutto il loro metallico splendore al primo colpo. Anche se il meglio deve ancora arrivare per fortuna, dalla prima occasione i ragazzi assestano diversi colpi vincenti per delineare il loro profilo personale/musicale all’interno della dinamica scena californiana dell’epoca.
Poche chiacchiere dunque: copertina di esplicito stampo sadomaso (vero trademark dei Savage Grace), uno stile musicale veloce ed aggressivo dalle tinte melodiche, forte di strutture ritmiche marziali e dannatamente azzeccate, impreziosito in fine da un guitarwok tagliente e da vocals (di John Birk) affilato con un rasoio, in fase screaming.

La classe esplicitamente sporca delle menti di questi giovanotti viene esaltata da una produzione ottenuta da quello che passava il convento allora: non sarà cristallina, ma è fottutamente autentica e abrasiva così come si conviene ad una musica di sì pregiata qualità.
Le premesse anticipate da “Scepters of Deceit” sulla mitica compilation dell’anno prima vengono confermate al pieno ed anzi, i Savage Grace mostrano di essersi svegliati un attimo di più, riuscendo a saldare ancora più armonicamente la dirompente forza d’urto dei loro brani con quella meravigliosa concezione della melodia (tipicamente ottantiniano) che, per quanto comune all’epoca, li distinse dalle altre bands della zona.

La qualità medio dei brani non è malvagio: certo, di difettucci ce ne sono, ma che ci vogliamo fare? Tralasciando il songwriting vero e proprio, per quanto canonico è sempre valido, le maggiori ingenuità si riscontrerebbero a livello esecutivo (soprattutto nelle vocals di Birk). Ma, ripeto, non sono queste le cose che realmente contano.
“The Dominatress” sancisce l’inizio di una leggenda e basta.
Se nutrite qualche dubbio sul valore della band o di questo mlp (eretici!!), provate dare un ascolto alla titletrack e toccherete con mano quello che significava la parola Heavy Metal negli USA nei primi anni 80!! Spettacolare l’ultima della song, dove John Birk si lancia in uno screaming inappagato al suono delle “frustate” chiatarristiche che non gli risparmiano quei sadici dei chitarristi…che gente!!!!!

Oltre a costituire il primo capitolo ufficiale della discografia dei Savage Grace, “The Dominatress” rappresenta anche il punto di svolta della carriera di un altrettanto valente musicista: il chitarrista Kenny Powell.
Subito dopo la pubblicazione di questo mini infatti, il nostro “Axe Man” lascia i Savage Grace per incompatibilità stilistiche/personali con il resto della band e più precisamente con Christian Logue, l’altro chitarrista.
Poco male, perché ben presto Kenny diede vita alla sua band dei sogni..i mitici Omen. Ma questa è un’altra storia..

Una piccola curiosità: il brano “The Dominatress” venne riproposto dalla band su un altro disco. Si tratta di “Total Death”, compilation del 1984 uscita per conto della Metal Blade, in cui i nostri Speed Metal heroes fanno bella mostra assieme ad altre promettenti, chi più – chi meno, bands californiane: Slayer, Warlord, Bitch, Obsession, Witchkiller, Trouble e Demon’s Flight. Evviva l’Heavy Metal!!

Leopoldo “LeatherKnight” Puzielli

1) Run for Your Life
2) Curse the Night

1) The Dominatress
2) Live to Burn
3) Too Young to Die