Recensione: The Empire Of Inhumanity

Di Daniele D'Adamo - 4 Giugno 2010 - 0:00
The Empire Of Inhumanity
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
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49

Stavolta faccio davvero fatica a comprendere come sia possibile che un gruppo come i Fatal Embrace riesca a concludere un contratto discografico con una label del rango della Metal Blade Records; che nelle sue fila annovera band del livello degli As I Lay Dying o dei Whitechapel, per dirne due che hanno appena prodotto degli eccellenti album. L’interrogativo è lecito, se si pensa a quanti gruppi di qualità vaghino nel MySpace alla ricerca di una casa discografica.

Naturalmente la mia affermazione, o meglio constatazione, non vuole nel modo più assoluto essere offensiva verso i cinque ragazzoni di Berlino; anzi commoventi per la loro incondizionata fedeltà al thrash. Di quello tosto, brutto, sporco, cattivo e, ovviamente, ignorante. Come ci si poteva aspettare, la produzione è più che buona: il suono è corposo e pulito, con tutti gli strumenti (e la voce) al posto giusto. I Nostri, inoltre, non sono degli sprovveduti: attivi sin dal 1993, hanno dalla loro quattro album di lunga durata – fra cui l’ultimo nato “The Empire Of Inhumanity”, oggetto della presente recensione – e una serie non indifferente di prestazioni live assieme a gente come Sodom e Dismember. E qui finiscono le note positive.

Le note negative, purtroppo per i tedeschi, sono parecchie. Innanzitutto la padronanza tecnica dei musicisti, i quali, per l’appunto, non danno per ciò una sensazione positiva: ascoltando “Wake The Dead”, ad esempio, si ha la sgradevole impressione che l’elementare quattro quarti di Pulverizatör non sia perfettamente allineato al resto; mentre la sensazione sopra citata diventa tangibile in occasione dei cori (stonati) della cover di “Killers” degli Iron Maiden. Lo stile, poi, è in realtà un «non-stile». Per fare un esempio calzante, il CD pare un insieme di rifacimenti di canzoni – che non esistono, ovviamente, dato che non si tratta certo di plagio, per fortuna (sempre della band) – di gruppi diversi. “Wake The Dead” non dimentica nulla dell’inconfondibile modo di suonare degli Slayer, compreso le linee vocali mutuate direttamente da quelle di Tom Araya; “Nothing To Regret” ricorda i primi Anthrax di Neil Turbin; “Another Rotten Life” è un tributo ai Metallica e specificamente a James Hetfield.
Questa camaleontica peculiarità del quintetto, evidentemente, porta il disco a mancare della necessaria uniformità del sound ma soprattutto dell’indispensabile continuità compositiva derivante dal saper metter giù idee proprie; cioè non raccattate alla bell’e meglio in giro e nel passato. Infine, l’aspetto peggiore: le canzoni sono desolatamente vuote e scialbe. Anche dopo parecchi passaggi, non ne rimane in testa nemmeno una. Sintomo di una grave carenza di personalità, che comunque si era già intravista nei brani sopra citati. Le campane a morto, gli “all right!” urlati a ogni inizio di canzone, i soli di chitarra, il riffing ritmico, i ritornelli, i cori: tutto è già sentito e risentito.

Difficile, alla fine, dare un giudizio a “The Empire Of Inhumanity” (come se non bastasse, è inguardabile anche la copertina; ma questo è solo un dettaglio …). La stroncatura è inevitabile e su questo non ci piove. E sarebbe pure pesante. Tuttavia l’impegno del combo teutonico a realizzare un prodotto perlomeno ascoltabile sembra esserci stato, così come pare esser genuina la loro coraggiosa attitudine per un genere ampiamente datato. Questi fatti, «in corner», salvano il CD dall’onta di una votazione che riassuma a sè un giudizio complessivo di totale insufficienza.

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Track-list:
1. The Last Prayer 1:41
2. Wake The Dead 3:55
3. Nothing To Regret 3:43
4. Haunting Metal 4:16
5. Another Rotten Life 3:58
6. Empires Of Inhumanity 5:47
7. Into Your Face 4:02
8. Rapture For Disaster 2:51
9. The Prophecy 3:38
10. Way To Immortality 6:23
11. Ravenous 3:05
12. Killers 5:05 (Iron Maiden cover)

Line-up:
Dirk “Heiländer” Heiland – Vocals
Moloch – Guitar
Spezi “T.R. Yorg” – Guitar
Ronald Schulze – Bass
Pulverizatör – Drums

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