Recensione: The End of Sanity

Di Matteo Lavazza - 11 Maggio 2004 - 0:00
The End of Sanity
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Anno: 2004
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73

Nati nel 1994 i Cechi Hypnotic Face hanno debuttato discograficamente nel 1998 con il mini lp “Written by Life”, ma arrivano solo oggi con questo “The End of Sanity” al debutto sulla lunga distanza.
L’apertura è affidata a “The Pimp”, un gran pezzo Thrash che unisce al suo interno influenze Megadeth periodo “So Far So Good…So What”, soprattutto per quello che riguarda il riff iniziale e la voce del cantante/chitarrista Vilda Slintak, Anthrax vecchio stile, per via delle ritmiche della canzone, e un tocco di Testament nell’impostazione delle linee vocali delle strofe, da questo miscuglio Thrash gli Hypnotic Face sono riusciti a tirare fuori un brano davvero molto ben riuscito e di sicuro impatto, nel disco trovano posto canzoni davvero ben riuscite, anche se l’influenza Megadeth a volte si mette fin troppo in evidenza, ma pezzi tipo “The Devil Within”, che sorprende grazie all’alternarsi di parti acustiche e molto dolci ad altre decisamente più tirate, “In This War”, tirata e cattiva, con il basso di Vladka Liskutinova che fa davvero un lavoro notevole, come per altro in tutto il disco, “The End of Sanity”, con ottimi riff dal sapore orientaleggiante che danno un tocco di originalità al brano, prima che la canzone parta su ritmi mai troppo eloci ma decisamente rocciosi, la splendida “Nameless”, forse il brano più riuscito del disco, in virtù innanzitutto della splendida linea vocale, aggressiva ma dotata del giusto appeal melodico, “Mlhal”, un mid tempo Thrash davvero potente, con un ottimo lavoro delle chitarre del già citato Vilda e di Radek BoB Bednar, molto azzeccati anche i break melodici che spezzano un po’ il ritmo della song andando a donare dinamicità al tutto, e la conclusiva “Saturday”, dotata di un feeling molto Rock ‘n Roll, impossibile davvero non muovere la testa ascoltandola, sono davvero molto ben riusciti, purtroppo a fare da contraltare a questi brani trovano posto canzoni quali “Trash”, non male ma penalizzata da una linea vocale decisamente non all’altezza, “End of Clouds” e “Sea”, che non sono brutti pezzi, ma che presentano il grave difetto di essere anonime, scorrono via senza lasciare il segno in alcun modo, e soprattutto “From Hell”, una canzone che personalmente trovo davvero brutta, sia come arrangiamenti che come idea di base.
I suoni sono tecnicamente ben fatti, ma hanno il grave difetto di essere un po’ freddi e poco potenti, il che va ad influire in maniera piuttosto pesante sulla resa del disco.
Tecnicamente la band è decisamente molto ben preparata in tutti i suoi elementi, anche se una citazione d’onore la meritano sicuramente il già citato cantante Valdi e l’altrettanto già citata bassista Vladka.
Finalmente nel panorama Thrash mondiale inizia a farsi sentire qualche nuovo gruppo, al di là del ritorno di parecchi mostri sacri, di sicuro questi Hypnotic Face non sono dei fenomeni, ma hanno palesato la capacità di scrivere buone canzoni, e soprattutto la rinascita del Thrash, che penso di poter dire sia in atto, ha bisogno di nomi nuovi, speriamo solo che altre band come questi Cechi possa iniziare a farsi sentire, il nome degli Hypnotic Face è comunque da tenere presente da chi ascolta questo tipo di musica.

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