Recensione: The Essential Collection 1995-2005
E’ tempo di bilanci per i Ten, che allo scoccare del decimo anniversario di carriera non esitano a tirare le somme con una doppia raccolta in cui immortalano il meglio delle loro sette fatiche da studio.
Non si tratta però di una semplice collezione, perché i brani scelti sono stati tutti riarrangiati, remixati, rimasterizzati, nonché risuonati dall’attuale line-up (Gary Hughes alla voce, Chris Francis e John Halliwell alle chitarre, Steve McKenna al basso, Paul Hodson alle tastiere e Lee Morris alla batteria), e raggruppati in due “collezioni” dal titolo decisamente indicativo: “Essential Rockers” ed “Essential Ballads”.
L’impressione che maggiormente si fa strada durante l’ascolto del primo CD è quella di un marcato risalto che la band di Manchester ha deciso di dare alla sezione “elettrica” degli suoi strumenti, che si traduce in un aumento di volume delle chitarre e di una compressione delle percussioni, che si metallizzano non poco. Dall’altro lato, quasi a contraddire quanto detto, l’enfasi maggiore data alla voce di Gary, spesso e volentieri sovraccaricata di effetti echo.
Gli arrangiamenti vivono alti e bassi, le idee sono più o meno condivisibili, anche se non stravolgono mai le versioni originali. Certo il solo su l’opener “The Name Of The Rose”, tanto per fare un esempio, a prescindere dal volume esagerato, non può certo competere con l’originale di Vinny Burns; e i trigger sulla cassa di “Fear The Force” tolgono molto all’epicità originaria della song; una necessità, invece, risultano le cornamuse di “Remembrance For The Brave”, che finalmente sostituiscono gli sterili synth della vecchia versione; molto carina, inoltre, l’idea di ricordare una song bellissima, “Thunder In Heaven”, solo attraverso citazioni in altri pezzi: i fan ne riconosceranno il tema sul finale strumentale di “Red”, nella melodia dei fiati, ed anche sull’intro della conclusiva “Evermore”.
Apprezzabilissima anche l’intro di pianoforte di “The Robe”, puntualmente rovinata dal seguente solo di batteria, totalmente fuori luogo e abbrutito dai citati suoni di batteria.
La produzione migliora decisamente sul secondo CD, fatto di lentoni smielati e come se non bastasse addolciti ulteriormente nel sound, che si fa quasi pop, raggiungendo l’apice in “You’re In My Heart”, con tanto di cinguettii ed effetti d’acqua molto “new age”… Eppure la classe con cui i Ten arrangiano questi brani è di un tale livello che difficilmente potrebbero uscirne sminuiti o banalizzati: “We Rule The Night” continua a conservare il suo fascino e il pathos da brividi, con Hughes che si conferma un interprete eccezionale.
Un appunto alla tracklist è necessario, vista la mancanza di un highlight come “Fly Like An Eagle”, nonché di brani tratti dal sottovalutato Far Beyond The World, del 2001…
Forse eccessivamente criticata – ho letto assurdità riguardo una presunta numerologia non rispettata, che voleva dieci tracce per CD, anziché le nove presenti – questa raccolta ha sicuramente i suoi punti deboli, ma è sicuramente un buon sunto, che mi sento di consigliare a chi fin’ora mi ha chiesto un parere sulla band, indeciso riguardo all’album verso cui orientarsi. Qui c’è l’essenziale.
Tracklist:
Essential Rockers – Disc 1
- The Name Of The Rose / Wildest Dreams (The Name Of The Rose, 1996)
- The March Of The Argonauts / Fear the Force (Spellbound, 1999)
- Ten Fathoms Deep (The Robe, 1997)
- Apparition (Return To Evermore, 2004)
- After The Love has Gone (Ten, 1996)
- Remembrance for the Brave / Red (Spellbound, 1999)
- Spellbound (Spellbound, 1999)
- The Robe (The Robe, 1997)
- Evermore (Return To Evermore, 2004)
Essential Ballads – Disc 2
- Till the End of Time (Spellbound, 1999)
- You’re in my Heart (The Robe, 1997)
- Yesterday lies in the Flames (Ten, 1996)
- Virtual Reality (The Robe, 1997)
- We Rule the Night (Spellbound, 1999)
- Silent Rain (Babylon, 2000)
- Through the Fire (The Name Of The Rose, 1996)
- Sail Away (Return To Evermore, 2004)
- Valentine (Babylon, 2000)