Recensione: The Expedition
“The Expedition” è il nuovo disco dei Daidalos, one man band tedesca nata nel 2020 e dedita ad una proposta davvero interessante. Il disco propone qualcosa di nuovo. Il concept lirico e musicale nasce dalla mente del polistrumentista ed arrangiatore Tobias Püschner, già batterista dei deathster tedeschi Sariel e qui alle prese con piano, voce, batteria ed orchestrazioni. Molti gli ospiti presenti ad integrare il mastodontico lavoro compositivo di Tobias: Martin Simon alle prese col basso, le backing vocals e le chitarre, Fabio Rossi alla parte solista delle sei corde, Francesco Petrelli alla chitarra (più missaggio e masterizzazione) e Noga Rotem ai cori. Insomma, un bel team di talenti a far squadra per quello che, a tutti gli effetti, è un album che non lascia indifferenti. Si tratta di una proposta che porta con sé una gran varietà di contenuti. Di base parliamo di un symphonic/atmospheric black metal con elementi dark e, come già anticipato, una corposa infrastruttura d’orchestrazioni e cori. Il risultato è un mix di pomposità e ferocia, aggressività e atmosfere variegate, sempre tendenti al grigio-scuro.
Il sound ben si sposa con il concept narrato da “The Expedition” ovvero quella della spedizione artica pianificata sul finire del 1800 dal comandante Sir John Franklin con due imbarcazioni (Erebus e Terror) e oltre un centinaio di uomini. Come spesso accade (e si prevede) entrambe le navi rimasero intrappolate tra i ghiacci in pieno inverno sferzante. I marinai decisero di tentare un esodo verso lidi più umani, magari trovando una strada che li conducesse a qualche villaggio, ma scomparvero nell’inferno di ghiaccio. Ancora oggi non sono stati ritrovati. Perché questo dettaglio contenutistico? Perché “The Expedition” è uno di quei dischi (in verità lo dovrebbero essere tutti…) da ascoltare testi alla mano e con la preventiva conoscenza del concept. Allora la musica, già di per sé elaborata, curata e concepita, prende ancora più dimensione, diventa arte a 360°. “The Expedition” è davvero un capitolo discografico molto molto interessante, da godersi cuffie alle orecchie, su una comoda sedia ad occhi chiusi, nella penombra, magari in una gelida giornata invernale con la finestra semi aperta (per non far la fine della crew di Franklin). Così potrà rendere al massimo. Potete fidarvi. Promozione con lode!