Recensione: The Flesh and the Beauty

Di Alessandro Calvi - 6 Luglio 2006 - 0:00
The Flesh and the Beauty
Band: Whisper
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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55

I Whisper sono una band giovane, sia come età media dei musicisti, che come tempo di esistenza essendosi formati solo nel 2003. I cinque musicisti che compongono il gruppo erano attivi già da tempo nella scena rock della loro città (Civitavecchia) e, pur venendo da esperienze musicali molto diverse tra loro, dal loro incontro nasce il comune intento di suonare un heavy piuttosto classico e senza molti fronzoli.

Questo demo consta di quattro tracce dalla durata media piuttosto elevata, la scaletta stessa è strutturata con un costante crescendo del minutaggio dai cinque minuti e nove secondi della prima, agli otto e quarantuno della quarta canzone.
La prima song è “Midas”, brano che dovrebbe essere d’impatto e accattivarsi subito le simpatie degli ascoltatori. Lo stile oscilla un po’ tra power, heavy classico e hard rock. Il primo ricordato principalmente dalla batteria sostenuta e dalla voce spesso in falsetto, il secondo che fa capolino nei momenti più lenti e in riff e suono delle chitarre, così come l’uso delle tastiere, che richiamano quasi il suono dell’Hammond, ci riportano indietro di qualche anno.
A seguire troviamo la title-track “The Flesh and the Beauty”, brano dal songwriting più complesso ed elaborato della song di apertura. Nonostante anche la maggiore lunghezza, scorre molto più veloce e si lascia ascoltare meglio della precedente, merito probabilmente anche di un arrangiamento migliore.
“Keep the Fire” è forse la canzone più “power” del cd, sia per la voce che rimane sempre molto alta, che per le ritmiche e le tastiere sulla scia di gruppi come Sonata Arctica e Stratovarius.
A chiudere il disco infine “Faces of the Crowd”, pezzo che si apre in maniera molto lenta e dolce, alla maniera di una classica ballad. Dopo poco più di un minuto però lo stile cambia e si torna a pestare sull’acceleratore con una robusta iniezione di chitarre. Anche il tono della song cambia e da dolce e un po’ triste che era all’inizio, diviene decisamente più cupo.

I Whisper mostrano diverse cose piuttosto interessanti in questo demo, ma non si può fare a meno di notare anche come queste siano pesantemente inficiate da diversi problemi. Principalmente ovviamente la produzione: a volte i suoni stessi degli strumenti (soprattutto sul primo brano) sembrano quasi casuali, quasi fossero del tutto estranei al genere musicale suonato dal gruppo. Inoltre il gruppo deve ancora lavorare su due punti molto importanti: l’arrangiamento e la voce. Sono entrambe cose che miglioreranno sicuramente poco a poco, grazie al passare del tempo e continuando a suonare insieme, quella che manca loro è probabilmente un po’ di esperienza, ma data la loro giovane età è del tutto giustificata.

Per concludere si tratta di un disco che, così come è confezionato al momento, arriva al limite della sufficienza, ma che si rende interessante in prospettiva. Con una maggiore esperienza, un migliore arrangiamento di alcuni passaggi delle canzoni e una gestione della voce adeguata alle capacità del cantante, che per il momento a volte sembra voler un po’ strafare, sicuramente questi ragazzi saranno capaci di mostrare tutte le loro qualità.

Tracklist:
01 Midas
02 The Flesh and the Beauty
03 Keep the Fire
04 Faces of the Crowd

Alex “Engash-Krul” Calvi

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