Recensione: The Focusing Blur
Quel genio di Vintersorg giunge con questo “The Focusing Blur” al quinto album del suo progetto solista. Di solito bisogna andarci piano con certe etichette, e soprattutto quella di genio è una di quelle più difficili da appiccicare addosso alle persone, c’è sempre il rischio infatti che gli esseri umani in quanto fallaci, deludano le aspettative. Un rischio che sembra decisamente lontano quando si ha a che fare con un personaggio come Vintersorg che riesce ancora una volta a realizzare un album destinato ad essere ricordato a lungo.
Una menzione particolare come sempre va dedicata al concept che sta alla base del disco, e anche in questo caso il signor Vintersorg non si smentisce riuscendo a produrre liriche che vanno ben oltre il normale apporto di un disco. Si parla di metafisica, matematica, astronomia, teorie sulla materia e sulla base stessa della nostra realtà, il tutto con un occhio particolare al ruolo ricoperto dall’uomo in questo ordine cosmico. La piccolezza dell’uomo di fronte alla grandezza dell’universo, dilemmi sul perchè dell’esistenza e sulla natura dell’io. Tutto questo e altro ancora è alla base di questi testi che riescono a centrare sempre il segno, trattando ogni argomento con la serietà e l’importanza che merita senza però riuscire mai incomprensibili o noiosi all’ascoltatore che volesse provare ad approfondire l’esperienza di questo disco leggendo i testi delle canzoni.
Rispetto al precedente “Visions from the Spiral Generator” è rimasta immutata la sezione ritmica della band, formata da due nomi come Asgeir Mickelson alla batteria e Steve Di Giorgio al basso che insieme danno probabilmente vita a una delle migliori coppie che il panorama mondiale potrebbe oggi proporre. Si tratta ovviamente in questo caso di una gradita conferma che è anche certezza di originalità e potenza.
Subito al primo ascolto una delle cose che saltano maggiormente all’orecchio è sicuramente il lavoro fatto sulle linee vocali. Già molto varie sul precedente disco, subiscono in questo caso un ulteriore incremento al punto che si resta del tutto senza parole. L’unica cosa che resta da fare è mettersi a battere le mani di fronte all’estrema versatilità di Vintersorg che regala in questo caso una delle sue migliori prestazioni come vocalist: parti recitate, clean vocals, cori epici, screaming al vetriolo e growling. Il tutto affiancato ad un lavoro sulle linee vocali che ha ben pochi paragoni nella storia del metal.
Dal punto di vista delle sonorità, di sostanziali novità non ve ne sono, il song-writing e gli ingredienti sapientemente mixati sono praticamente gli stessi. Forse questo “The Focusing Blur” è per certi versi più semplice e più facile da ascoltare rispetto al suo immediato predecessore anche in virtù di una componente prog meno esasperata. Al contrario abbiamo una tendenza maggiore da parte di Vintersorg a sperimentare a 360°. Meno spazio viene lasciato alle componenti prog e black, più spiccatamente metal, in favore di una serie di esperimenti con nuovi suoni. Troviamo parti recitate, vari inserimenti elettronici, parti campionate, i soliti e immancabili hammond dal gusto settantiano e molto altro, il tutto mescolato in modo tale da rendere ogni singolo brano del tutto originale ed evocativo.
Personalmente devo ammettere di non aver apprezzato la totalità delle scelte di Vintersorg riguardo alla produzione di questo disco, ad esempio avrei fatto volentieri a meno di gran parte delle parti parlate che secondo me spezzano la tensione e il ritmo della sequenza dei brani. Mi rendo però conto che ognuno ha i suoi gusti e ciò che non piacerà a me probabilmente troverà molti altri estimatori tra i fan del gruppo. Si tratta però in generale di un album che è sicuramente destinato a lasciare il segno, ma che è al contempo solo un altro passo, un altro gradino, della crescita esponenziale di un musicista deciso a sperimentare, a inventare in ogni occasione qualcosa di nuovo, e con le qualità e le capacità in grado di riuscirci ogni volta.
Per concludere ci troviamo di fronte a un ennesimo disco prodotto da quel folle genio di Vintersorg, per coloro che hanno apprezzato i suoi lavori precedenti è sicuramente un album da non lasciarsi sfuggire. Per tutti gli altri è un album da avere, da ascoltare e da consumare a furia di passarlo nel lettore per conoscere e riuscire a scoprire tutto ciò che ha da dare. Un disco non facile, decisamente di una complessità sopra alla media, ma proprio per questo in grado di regalare emozioni e momenti davvero unici a chi saprà ascoltarlo nel modo migliore.
Tracklist:
01 Prologue Dialogue
02 The Essence
03 The Thesies Seasons
04 Matrix Odissey
05 Star Puzzled
06 A Sphere in a Sphere
07 A Microscopical Mac
08 Blindsight Complexity
09 Dark Matter Mistery
10 Curtains
11 Artifacts of Chaos
12 Epilogue Metalogue
Alex “Engash-Krul” Calvi