Recensione: The Forlorn Divide
E’ un Thrash furibondo quello dei veterani Accu§er, che colpisce allo stomaco lasciando senza fiato. Formatisi nel 1986, cavalcarono la seconda ondata tedesca, insieme a gruppi come Paradox, Mekong Delta, Exumer e Vendetta, per andarsi ad unire a coloro che, all’inizio degli anni ‘80, dettero inizio al movimento: Destruction, Sodom e Kreator in testa, ma anche Tankard, Living Death, Holy Moses, Assassin e molti altri.
Tutti questi gruppi, più altri bravissimi che non sono stati citati, costituiscono lo “zoccolo duro” del Thrash Tedesco; sono gli intramontabili, quelli che non mollano e che non si arrendono mai, nonostante i periodi di crisi e le fasi altalenanti del mercato. Chi non ci sta, semplicemente, va via. Tale discorso è valido anche per gli Accu§er, la cui formazione di oggi ha poco a che fare con quella delle origini, rimanendo solo il loro Leader Frank Thoms l’unico membro dagli esordi. Questi porta avanti il suo progetto con molta serietà e dedizione, affidandosi a musicisti di buona preparazione e con le idee chiare.
Il sound odierno del combo attualizza le sonorità estreme degli inizi, oggi dette Old School, amalgamandole con quelle più moderne del Death e del Groove Metal. In più, Frank Thoms, seguendo l’esempio di alcuni artisti conterranei, come gli S.D.I. di “Sign Of The Wicked” del 1988, ha strizzato l’occhio al Thrash d’oltreoceano, inserendo nelle composizioni linee melodiche tipiche della Bay Area.
La somma di quanto sopra è “The Forlorn Divide”, il nuovo album pubblicato in data 11 marzo 2016 tramite Metal Blade Records, vera tempesta sonora con pochissimi sprazzi di sereno.
Dieci canzoni incisive, martellanti e roboanti al punto giusto, prodotte in modo ineccepibile e suonate con gran classe. Basso e batteria, andando oltre la semplice sezione d’accompagnamento, si fondono in un’unica macchina demolitrice che avanza, triturando tutto quello che incontra, sostenendo una voce graffiante, irosa e potente, pur se non molto estesa, ed assoli ben calibrati e spregiudicati al punto giusto per creare momenti di attesa ed emozione.
L’album si apre nel modo più classico, come i grandi del passato, tra i quali gli stessi Accu§er, ci hanno abituato: “Predawn” è composta da un arpeggio sinistro e malefico che introduce la vera essenza del disco: velocità estrema frammentata da cambi di tempo repentini, a volte molto dinamici, a volte rallentati per dare quel minimo di pausa ad un ritmo incessante e spaccaossa; così sono “Lust for Vengeance”, “Unreal Perception” e “Arbitrary Law”. Più melodica, non per questo pacata, è “Impending Doom”, dai toni foschi ed oscuri, ma carica di una densa potenza intrinseca. “Tribulation” è il risultato del patto tra il diavolo ed i musicisti, che in detto pezzo sfoderano tutta la loro arte, mentre in “Perish by Oblivion” è l’esperienza di chi è Thrasher da sempre ad essere esaltata. In “Fifth Column” la velocità d’esecuzione è contrapposta alla melodia Heavy Metal dell’assolo, a parere di chi scrive il più emozionante dell’album. Segue “Sulfur Rain”, anello debole della catena perché troppo articolata, anche se al suo interno è presente un pregevole duello tra asce. Chiude “Flow of Dying” dove Frank Thoms si permette di fare un po’ il verso a James Hetfield all’interno di un pezzo veloce ed incalzante.
“The Forlorn Divide”, pur non brillando per originalità e contenendo qualche imprecisione, risulta comunque genuino, schietto e, soprattutto, massiccio perché carico di quella forza insita in coloro che il Thrash ce l’hanno nel sangue. Facciamo i complimenti agli Accu§er; con esso hanno centrato il bersaglio, riuscendo a rendere attuale un genere che, nonostante i suoi quasi quarant’anni di vita, continua ad essere ribelle ed indomabile.