Recensione: The Fourth Season

Di Diego Cafolla - 10 Agosto 2007 - 0:00
The Fourth Season
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
68

Il nuovo lavoro dei Vanishing Point, il quarto per l’esattezza, è un disco che racchiude in sé i pregi e i difetti di molte delle uscite power/prog metal degli ultimi anni.
La band Australiana è infatti in possesso di una buona tecnica esecutiva, ha nella figura di Silvio Massaro (come si evince dal nome di palese origine italiana) un buon vocalist di stampo melodico che sa comporre canzoni melodicamente gradevoli e sufficientemente accattivanti nonostante alle volte sia presente un certa propensione alla dispersione.
Lo stile che ha maggior peso nell’economia sonora della band è sicuramente un heavy melodico abbastanza classico, con incursioni in territori power e progressive.
Queste ultime a dire il vero fanno capolino di rado, negli stacchi strumentali e in qualche riff ritmicamente più articolato senza mai sfociare però nella complessità tipica del progressive metal a cui siamo abituati.
Come molti di voi avranno intuito sono però l’originalità e la personalità del combo della terra dei canguri a latitare, vanificando in buona parte il potenziale musicale della band.

Si parte con “Embodiment”, una song dal piglio spiccatamente dinamico e power, dalla struttura semplice e compatta ma comunque efficace, che rappresenta il capitolo più diretto del disco. Buona ed abbastanza avvincente la linea vocale ad opera di Silvio Massaro, con un ritornello melodico che si fa apprezzare per la sua immediatezza.
Personalmente trovo la produzione leggermente troppo “confusionaria” per il genere (nulla di esagerato comunque) e a farne le spese sono il riffing delle chitarre e la voce, che alle volte tendono leggermente ad impastarsi, senza comunque pregiudicare troppo l’impatto globale del mix.
Dalla seconda traccia “Tiranny Of Distance” il ritmo diventa più cadenzato e si attesta su mid-tempo che ci accompagneranno praticamente fino alla fine del disco. Anche in questo caso si tratta di una buona song che però non raggiunge picchi veramente elevati. Tra le track migliori del lotto troviamo “Hope Among The Heartless”, con una bella aperture melodica nel ritornello e con la prima parte della strofa iniziale cantata in italiano (con il classico accento “ingleseggiante” alla Dan Peterson per intenderci).
Il problema principale del disco è una certa staticità di fondo che tende ad appiattire gli spunti melodici facendo così calare l’attenzione durante l’ascolto, soprattutto dalla metà del disco in poi, considerando che ,se è vero che tutte le song sono di livello più che sufficiente, mancano brani che spicchino in modo particolare sugli altri.
In conclusione non posso far altro che consigliare un ascolto preventivo di questo “The Fourth Season” a chi fosse interessato all’acquisto, in quanto potreste accorgervi di avere già nella vostra collezione di dischi altri album che suonano come l’ultima fatica dei Vanishing Point.
Se invece l’originalità e la personalità non sono in cima alle vostre esigenze d’ascolto allora potreste trovare in “The Fourth Season” un disco in grado di regalarvi piacevoli ascolti.

Tracklist:

01. Embodiment
02. Tyranny Of Distance
03. Surrender
04. Hope Among The Heartless
05. Gaia
06. I Within I
07. Behind The Open Door
08. Ashen Sky
09. One Foot In Both Worlds
10. Veil Of Deceit
11. Wake Me
12. A Day Of Difference

Ultimi album di Vanishing Point