Recensione: The Gates of Eternal Mist (Split Cd)
Un tempo anche il Metallo italiano si concedeva degli split, che nel gergo musicale costituisce un supporto discografico di diversi formati (Lp, Ep o singolo), contenente brani di due gruppi diversi ove generalmente ciascuno degli artisti compare in una sola delle due facciate del disco con una o più canzoni. Il discorso può facilmente essere traslato anche su Cd, ovviamente privo della differenziazione riguardante i due lati incisi. A memoria rimembro alcuni split che a loro modo fecero la storia della musica dura tricolore: Mondocane Project One del 1989, ricomprendente Necrodeath e Schizo e il precedente King of the Dream/Welcome da parte di Paul Chain e Sabotage. Più di recente quello fra Death SS e Bulldozer, Jingle Hells, 2014.
È stato quindi con malcelato entusiasmo che, non appena ho avuto fra le mani The Gates of Eternal Mist e ho realizzato che si trattava di un prodotto concepito da due differenti band, la mia mente è tornata a immergersi nelle nebbie del passato, come esplicitato sopra.
Split, per lo scriba, vuol dire comunione di intenti e unità di fondo, non altro. E penso di essermi avvicinato alla realtà conoscendo le logiche che da sempre animano l’operato dell’etichetta Metal Zone Italia, che proprio quest’anno compie dieci anni di vita, come conferma il logo “10 years 2014-2024” che compare su retro del digipak di The Gates of Eternal Mist. Prodotto che si accompagna a un libretto di otto pagine con tutti i testi e alcune foto delle due band coinvolte, che sono Savior from Anger e Power Beyond. Copertina a cura di Nightcafè creator e allestimento grafiche realizzato da Dario Calì.
I Savior from Anger nascono a Napoli intorno al 2000 e pressoché da sempre gravitano intorno alla figura del chitarrista Marco Ruggiero. Le influenze legate al tipico US heavy metal degli esordi vengono successivamente contaminate da un minimo sindacale di innesti Thrash, contraddistinguendo una traiettoria artistica che, a parte un breve stop da 2017 al 2020, annovera un Ep e tre album oltre a una lunga serie di concerti, non solo in Italia, che li ha portati ad esibirsi con gente del livello di Destruction, Vicious Rumors, Blaze Bailey, Vader, Dark Tranquillity, solo per citarne cinque. Al momento, oltre a Ruggiero, la formazione schiera: Francesco Lino alla voce, Piersabato Gambino al basso e Carlo Chiappella alla batteria.
I compagni di split Power Beyond condividono, con i Saviors, sia la città natale (Napoli) che l’anno di costituzione, il 2000. Molto meno cospicua, nel loro caso, la discografia. La band formata da Bruno Masulli (chitarra, voce e basso) e Fabio Parisi (batteria) sinora vanta due Ep e una manciata di singoli oltre a un’intensa attività live. L’attuale line-up è costituita dallo stesso Masulli affiancato da Carmine Cuomo al basso e Claudio Del Monaco alla batteria.
The Gates of Eternal Mist consta di sei brani per mezz’ora scarsa di ascolto. I primi tre sono ad appannaggio dei Savior from Anger.
Il gruppo di Marco Ruggiero sciorina un tris di schegge figlie dello US Metal di stampo purissimo, per intenderci quello che ha fatto la storia per il tramite di Vicious Rumors, Metal Church ed Exxplorer. Particolarmente significativa la prova del cantante Francesco Lino, uno che in certuni momenti si avvicina ad un campionissimo quale Russ North dei Cloven Hoof, per via dell’enfasi e dell’epica espressa. Per il resto i Savior from Anger si confermano solidi e consistenti, dei portatori sani di Acciaio made in Usa in salsa italiana, nulla di più e nulla di meno. Una garanzia.
Le atmosfere si fanno un poco più cupe nel momento in cui attacca “Temporal Cognition”, il primo brano dei Power Beyond, fondamentalmente accomunati dalla medesima fonte ispiratrice dei predecessori. The Gates of Eternal Mist regala infatti una sorta di apprezzabile continuità nell’ascolto, particolarità non così diffusa nel caso di uscite sotto forma di split. La loro proposta affonda in un crogiuolo di influenze che passano attraverso la lezione impartita da Iced Earth e Annihilator, in prevalenza. A seguire, stranamente, una strumentale: “Magnetar”, dal profumo Metallica periodo Ride the Lightning per poi chiudere baracca e burattini attraverso le note di “Conceived”, traccia massiccia che conferma l’ascendente costituito dalle band sopraccitate con qualche addentello riferito agli Exciter.
Per entrambi i complessi avrebbe giovato una produzione più incisiva, particolarità che però non inficia la carica di entusiasmo riversata da entrambi dentro i solchi di questo split, che va annoverato come un vero e proprio tributo alle sonorità più dure e classiche che presero forma oltreoceano.
Stefano “Steven Rich” Ricetti