Recensione: The Good and the Evil
Le vicende contrattuali dei SevenGates sono sintomatici di un music business troppo spesso regolato da logiche incomprensibili ai più, soprattutto se si osservano con lo sguardo “ingenuo” di chi ascolta e valuta la musica solo per quello che è.
Dopo aver pubblicato un demo nel 2002 e un full length due anni più tardi (“Unreality”), la band fiorentina iniziò i lavori del qui recensito “The Good and the Evil”, le cui registrazioni furono terminate nel 2005 e che vede la luce solo oggi, dopo varie incomprensioni con diverse label e grazie soprattutto alla volontà dei ragazzi di sottoporre il proprio lavoro al giudizio dei fans: l’intero CD, corredato di booklet e testi, è infatti interamente scaricabile dal sito ufficiale della band. Quella che agli occhi più maliziosi potrebbe apparire un’astuta mossa promozionale (dare in pasto ai fans un CD ormai “datato” che faccia da traino al terzo lavoro già in cantiere, “Betrayer”), in realtà è una vera e propria scelta di distribuzione poiché i Seven Gates d’ora in poi pubblicheranno i propri lavori solo tramite internet, ad un costo limitato ma pur sempre offrendo un lavoro professionale e ricercato. Mossa coraggiosa che va indubbiamente seguita con interesse e supportata.
La line-up è identica a quella che registrò “Unreality”, ad eccezione del batterista Lorenzo Innocenti che prende il posto di Paolo Baroni. Dietro il microfono registriamo ancora la sorpresa Federico Puleri, chitarrista dei Vision Divine, perfettamente a suo agio nelle vesti di cantante, dotato di una voce pulita e melodica e capace di acuti da brividi. Alle chitarre troviamo i sempre validi Paolo Moroni e Tommy Vitali, mentre le tastiere sono affidate a Fabrizio Marnica. Il genere, per chi non li conoscesse, è inquadrabile nel filone power metal melodico italiano che vede nei Labyrinth e nei Vision Divine i punti di riferimento più evidenti. Le canzoni sono tutte di buon livello ed alternano momenti veloci e dinamici a frangenti più intimistici ed atmosferici (ascoltare il break intorno al quarto minuto nell’opener “Message to the stars”, in cui compare una suadente chitarra acustica). Le canzoni sono ben costruite, colpiscono in particolare la versatilità della voce di Puleri, che sa interpretare a dovere non solo le parti pulite dove raggiunge acuti da paura (“Ride the wild”) ma anche le parti più aggressive e veloci (“Vengeance”), le ottime trame chitarristiche incentrate su fraseggi piuttosto azzeccati tra parti ritmiche e assoli (“The dragon’kiss”), i preziosi arrangiamenti affidati alle tastiere di Fabrizio Marnica (“Freedom”). Influenze rhapsodiane sono riscontrabili nella settima traccia (“Cry of Efestus”), dotata di cori pomposi ed epici, mentre le già citate influenze targate Vision Divine sono ravvisabili nella cadenzata “I don’t believe”. Ottimo infine l’ultimo pezzo “Burning clouds”, nel quale tutti i membri danno il meglio di sé, sia in fase di composizione che di esecuzione, in particolare il batterista Lorenzo Innocenti che offre una prova impeccabile alternando sfuriate in doppia cassa a partiture più varie e ricercate. A completare egregiamente il lavoro va segnalata la produzione curata da Frank Andiver, per ovvie ragioni non troppo moderna ma impeccabile sul piano della pulizia dei suoni.
Sarebbe facile ed allettante chiudere questa recensione bacchettando le case discografiche che si sono lasciate sfuggire questo gioiello di power melodic metal, mi limito tuttavia ad invitare il lettore a scaricare questo CD e a seguire la band nel suo percorso di maturazione, se le premesse sono queste non resteranno affatto delusi.
Tracklist:
01. Message To the Stars
02. Vengeance
03. I don’t believe
04. The Dragon’kiss
05. Ride The Wild
06. Freedom
07. Cry Of Efestus
08. Honour And Pride
09. 17
10. Burning Clouds