Recensione: The Graveyard

Di Abbadon - 26 Marzo 2003 - 0:00
The Graveyard
Band: King Diamond
Etichetta:
Genere:
Anno: 1996
Nazione:
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76

“Where am I? What am I doing here?
In this God forsaken graveyard
Yeah…that’s what I’m doing…I remember now
This is my new home
And they will never find me here…………”
-King Diamond, The Graveyard.

Confesso, questo “The Graveyard” non mi ha mai preso tantissimo come album, tuttavia, se ascoltato con attenzione, può risultare una mezza gemmina della come sempre fervida immaginazione del Re Diamante. Uscito nel 1996 sotto le bandiere della Massacre Records, The Graveyard ebbe l’ingrato compito di proseguire la cavalacata ai massimi livelli dei Concept Album della band personale di King, che già annoverava due grandissime opere in “Abigail” e “Them”, ma anche altre eccellenti produzioni come ad esempio “Conspiracy”. Concetto utilizzato in questo settimo album del buon Diamond è il ritratto di una persona, instabile mentalmente, e delle peripezie e ambienti che questa persona vede e intende, ovviamente a modo suo, dal mondo esterno, che è molto legato a una presenza femminile di nome Lucy.

Musicalmente l’album è abbastanza differente dai suoi predecessori, le atmosfere sono sempre cupe, ma più barocche, con utilizzo di tastiere nei punti critici (davvero azzeccate fra l’altro), che accompagnano le chitarre del solito, immancabile, Andy LaRocque e di Herb Simonsen. Buona la batteria, mentre la voce del Diamante è sì a buon livello, anche se, durante le 14 canzoni, accusa ogni tanto dei cali di tensione rispetto al passato. Il falsetto è usato, ma non è più così schiacciante, come presenza, rispetto alle altre voci in gioco, anzi direi che forse è la voce meno utilizzata nel disco.

Dicevo che le canzoni di The Graveyard sono 14, quasi tutte abbastanza lente o mid-tempo e non troppo pompose dal punto di vista prettamente strumentale, ma che riescono, specie se ascoltate più volte, a rapire l’ascoltatore nelle loro folli trame, espresse come sempre alla grande nelle liriche. C’è anche pero da dire che ogni tanto le tracce musicali lasciano una punta di amaro in bocca, in quanto King aveva probabilmente abituato meglio.
Un Tuono e un tetro organo aprono il monologo della Title Track, lunga nemmeno un minuto e mezzo, ma che riesce perfettamente a racchiudere tutta la pazzia del protagonista, che incute davvero pena nella sua follia. La song funge da intro per “Black Hill Sanitarium”, una mid tempo quadrata, scandita da chitarre non eccessivamente “pompate”, che accompagnano le visioni del protagonista della vicenda sulla via delle sue riflessioni distorte. Le strofe sono discrete, ma non esattamente tra le migliori della produzione di King Diamond, così come anche l’assolo, in compenso è però grande il riff del ritornello. Decisamente più aggressiva in partenza risulta essere “Waiting”, che poi torna ad essere un discreto mid tempo, sulla falsariga della song precedente, anche nella trama, sempre dedicata alle visioni che avvengono nel sanatorio della collina nera. Grande intro per la lenta “Heads on The Wall”, melodica e struggente song che parla delle visioni avute dal
matto, che nella sua follia fa sovente visita di notte in un cimitero, nel quale vede le cose più singolari. Nonostante non sia aparticolarmente “Heavy” (salvo la parte finale della song, costruita su riffs rapidi e pregevoli), Heads on the Wall è su un livello superiore alle due canzoni precedenti, livello che viene raggiunto anche dal duo “Whispers”+”I’m Not a stranger”, che insieme compongono un pezzo cupo e immediato allo stesso tempo, ma che riesce con le sue melodie a intrecciare una fitta componente di mistero, mistero che accompagna una certa Lucy, per la prima volta menzionata nel disco.
“Digging Graves” spiega meglio il fatto che Lucy è in realtà una ragazza, alla quale, nella sua pazzia, il protagonista vuole scavare la bara, assieme ad altri sei feretri, per portare a termine una qualche vendetta nei confronti di un certo McKenzie. La canzone è lenta, ma non particolarmente coinvolgente, salvo forse nel tratto centrale, quando assume il ritmo di una piacevole marcetta, anche se niente di esaltante.

Decisamente più diretta è “Meet me At Midnight”, canzone i quali riff graffianti, anche se forse un pò monotoni, accompagnano lo scavo delle tombe, e la chiamata del già citato McKenzie da parte del protagonista, che minaccia di ammazzare Lucy nel qual caso il suo interlocutore non si presenti ai cancelli del cimitero alla mezzanotte. Bella song è “Sleep Tight little baby”, una mezza nenia, nella quale la neonata Lucy, dormendo e piangendo, fa impazzire ulteriormente il suo aguzzino. I riff sono lenti e ben bilanciati, e accompagnati da una buona tastiera di sottofondo, come del resto accade anche nella seguente “Daddy”, che presenta anche dei gustosi arpeggi di chitarra. Utilizzata molto bene nella song è anche la chitarra elettrica, che accompagna i già citati arpeggi.
“Trick or Treat” è la tipica canzone del King vecchio stile, graffiante, non velocissima ma penetrante, e a mio avviso, non per nulla una delle migliori del disco. Tetra e introspettiva pure la terz’ultima “Up from the Grave”, canzone lenta e piacevole, anche se un gradino sotto rispetto alla precedente. L’album è chiuso bene con le mid tempo “I Am” e “Lucy Forever”, canzoni melodiche (specie la prima) e suonate in modo più che apprezzabile, da dove viene evinto il mistero, ovvero che il pazzo è il padre di Lucy, che tormenta la figlia, e ha i rimorsi di coscienza senza però pentirsi delle sue azioni.

Si chiude qui un album sicuramente di non facile comprensione, grazie anche a un concept differente dai soliti, meno immediato se vogliamo, che però rende l’album stesso molto melodrammatico e “psicologico”, cosa che avrebbe reso “The Graveyard” una perla, se non fosse per una musica non dico (non sia mai) inadeguata, ma perlomeno non ai livelli ai quali King Diamond ci aveva abiutato in precedenza. Tutto sommato comunque, consigliato.

Riccardo “Abbadon” Mezzera

TrackList :

1) The Graveyard
2) Black Hill Sanitarium
3) Waiting
4) Heads on the Wall
5) Whispers
6) I’m not a Stranger
7) Digging Grave
8) Meet me at midnight
9) Sleep tight Little baby
10) Daddy
11) Trick or Treat
12) Up from the Grave
13) I Am
14) Lucy Forever

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