Recensione: The Great Escape

Di Fabio Vellata - 12 Giugno 2011 - 0:00
The Great Escape
Band: Robin Beck
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
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83

In una annata un po’ sonnacchiosa e, per quanto riguarda le questioni melodiche, priva di grossi sussulti e colpi di scena, è solitamente più che lecito attendersi qualche piccola sorpresa, maturata dall’uscita di giovani band dalle idee fresche e con voglia di imporsi, o dalle nuove release di navigati ed esperti esponenti della scena, ritornati magari senza suscitare grosse aspettative nel pubblico, ma ancora capaci di sfornare prodotti di grande qualità ed appeal.

Di certo, nel novero di questi come back forieri di commenti entusiastici e positivi, non ci saremmo forse aspettati di trovare la nuova creazione di Robin Beck, sempre affascinante Rock Lady, della quale non si avevano più notizie consistenti dal 2007, anno di pubblicazione dell’altrettanto ottimo “Livin’ On A Dream”.
“The Great Escape”, album che a conti fatti rappresenta il tassello numero otto di una carriera solista iniziata già nel lontano 1978 è, in effetti, un disco dalla pregevolezza assoluta, degnissimo erede di una discografia parca nei numeri ma molto spesso orientata verso picchi qualitativi davvero notevoli.

Scritto interamente dalla singer newyorkese, in concorso con l’onnipresente Tommy Denander e l’inseparabile compagno – artistico e di vita – James Christian, l’album sembra recitare una formula troppo spesso dimenticata da molti colleghi, spinti verso l’improbabile ricerca di nuove ed infruttuose soluzioni.
Privilegiando un’unione di caratteri che, in un genere lineare e fedele a se stesso come l’AOR, si rivela essere da sempre un’eccezionale miscela d’elementi alla base di un ottimo successo, il songrwiting di Beck e compari, esprime doti di somma eleganza e semplicità, chiavi di lettura primarie delle undici tracce sapientemente inserite in scaletta.

Armonie lievi ed accattivanti, trame compositive in grado di sollazzare l’orecchio con stile e buon gusto e refrain immediati diffusi un po’ ovunque, riescono nell’impresa di mettere a segno un nucleo di brani in cui – caratteristica quasi anacronistica ed incredibile – non si ravvisano filler o passaggi a vuoto, ed entro i quali non è affatto difficoltoso identificare alcune perle di massimo valore.
Un’apertura come “The One” ad esempio, ammaliante pezzo di puro e paradisiaco AOR in stile Survivoriano, lascia persino un po’ storditi per la capacità di suscitare suggestioni cariche di calore estivo che – diciamolo come accade di solito – tanto, tantissimo, rievocano i magici eighties.
Sensazioni che si ripropongono con medesima enfasi nell’elegantissima “Inside Me”, canzone interpretata con la consueta bravura da una Robin Beck in invidiabile forma, e nella stellare “That All Depends”, straordinario e trascinantissimo duetto con il magnifico Joe Lynn Turner, che pone in evidenza due splendide voci fornite di grande espressività e carattere.
Notevolissimo poi, il lavoro di produzione profuso dalla coppia Christian / Denander, ottimo nel fornire strati di profondità al suono dell’intensa ed evocativa title track “The Great Escape” e della vagamente più moderna “Cross My Heart”, up tempo dal ritornello ancora una volta vivace e travolgente.
Intuizioni meravigliosamente melodiche inoltre anche per “All The Rivers”, brano in cui apprezzare un’ulteriore saggio di bravura canora, “Baby I’m Not A Bitch” e nelle più accese e rockeggianti “Got Me Feeling Sexy” e “Everything Is Alright”, canzone quest’ultima, che ben s’attaglia al ruolo di slogan del cd, ammantato di un feeling positivo e carico di emozioni luminose tanto da indurre quasi al buon umore.
L’accecante lento alla House Of Lords, “Don’t Think He’s Ever Comin’ Home”, solleva ulteriormente il voto di un disco dai contorni sempre più convincenti, in cui il solito Denander alle chitarre diffonde scintille di classe sopraffina, oscurato solo dall’ennesima prestazione eccellente di miss Beck.
La conclusione – non poteva essere altrimenti – è affidata al duetto con il marito James Christian, già presente un po’ ovunque nei cori e coinvolto a vario titolo nella realizzazione di “The Great Escape”. Un testo che sa di rinnovata promessa per una vita assieme ed un ritmo dinamico e coinvolgente, rendono “Till The End Of Time” una chiusura gioiosa e spensierata, sigillo definitivo ad un album che non ci aspettavamo tanto riuscito.

In un’annata un po’ sonnacchiosa, in cui i colpi di scena in ambito melodico sono pochi, può capitare d’imbattersi in qualche fuoriclasse che proprio non vuol saperne d’invecchiare e che, all’alba delle cinquantasette (57!) primavere, butta in campo un fascino innato e grinta da ventenne, confezionando un come back semplicemente delizioso.

Proprio di quelli che, inaspettatamente, sollevano il morale e si offrono come candidati ad un posto tra le cose migliori di un’intera stagione.

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Tracklist:

01. The One
02. Got Me Feelin Sexy
03. Inside Of Me
04. That All Depends
05. Baby I’m Not A Bitch
06. Everything Is Alright
07. The Great Escape
08. Don’t Think He’s Ever Comin Home
09. Cross My Heart
10. All The Rivers
11. Till The End Of Time

Line Up:

Robin Beck – Voce
James Christian  – Voce / Cori / Basso / Batteria
Tommy Denander – Chitarra / Batteria / Tastiere
Joe Lynn Turner – Voce
Dai Smith – Chitarra
Paul Jones – Chitarra
Katherine Ownes – Piano / Cori
James Jamal – Basso
Liv Beck – Cori
 

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