Recensione: The Great Misdirect
2009, la svolta!
Beh non esattamente, ma The Great Misdirect, quinto album dei Between the Buried and Me, a suo tempo deve avere lasciati molti stupefatti. C’è però da dire che gli statunitensi venivano da due prove come Alaska e soprattutto Colors, album che avevano rivoluzionato il death tecnico, e che, in quel 2009, i riflettori erano puntati su di loro. Non si sapeva cosa Tommy Rogers & co. avrebbero potuto fare per mantenersi all’altezza delle aspettative.
Ammettiamlo pure, aprendo una parentesi, io al tempo ero assuefatto dagli Enslaved il death o quello che dal death derivava, non me lo filavo minimamente. Né classico, né melodico né progressivo, né tecnico. Ho posto rimedio negli anni successivi, dei BTBAM me ne sono innamorato, ho imparato a conoscerli. Quindi nel 2009 penso sia andata come segue.
Torniamo ai BaTaBAM. Cosa devon aver pensato? Fare un disco fotocopia dei precedenti? No, questo mai!
Ci voleva un Grande Dirottamento (Great Misdirect appunto) sonoro. Diciamolo subito, Misdirect nello specifico significa „condurre qualcuno su una strada sbagliata“, e più tardi considereremo l’aspetto concettuale dell’album. Intanto accontentiamoci del fatto che si tratta di un titolo evocativo e magniloquente. Al di là di questo urge partire da una seconda constatazione: Colors aveva instillato il germe della melodia nella musica dei cinque, dirottandoli leggermente verso il prog. The Great Misdirect accentuò il germe melodico contenuto in Colors, arricchendolo di infinite sfumature sonore. Comparve il prog, la psychedelia, certo indie rock. In maniera devastantemente drastica.
E l’effetto fu paragonabile ad una cascata di fuochi d’artificio, ne venne fuori un’ora di musica ancora ipertecnica, tanto dura quanto colorata. Abbiamo detto un sound più ricco, con una forte componente melodica di matrice progressiva, elemento visibile sin dalla tracklist. Soli sei pezzi, ma tre di questi si attestano attorno ai dieci minuti e uno – sapete quale – a diciotto (se vogliamo poi considerare le due song brevi come opener delle composizioni che le seguono…). Lo si nota dall’opener Mirrors, che come in Colors inaugura l’album all’insegna della malinconia eterea. In questo caso però ci troviamo davanti una canzone vera e propria, una ballad indie rock per essere precisi – il che la rende gemella della penultima Desert of Song, altro brano stupendo, che non sfigurerebbe in un disco dei Mercury Rev. Obfuscasion la segue e ci riporta a sonorità più canoniche per i Between the Buried and Me, purtuttavia è infarcita di break melodici, che richiamano vagamente ai Muse.
Ma è la successiva Disease, Injuries, Madness che, con un titolo quantomai adatto, ciorta su un’autentica altalena di montagne russe, tra violenza furiosa, break di calma depressa, salti mortali che combinano psichedelia e death metal. Stesso discorso può essere fatto con Fossil Genera e la conclusiva Swim to The Moon, che qualcuno ebbe a definire “una Black Rose Immortal meno frammentaria”.
Queste tre canzoni costituiscono altrettanti vertici di genio e follia, certo è che nella loro voglia di stupire i Between the Buried and Me si son lasciati prendere la mano. Il disco è sì complesso, sì arzigogolato, ma il gruppo in qualche momento perde la bussola e si impantana in alcuni momenti di esercizio tecnico fine a se stesso – in Swim to The Moon ad esempio, ma pure il mostro che scaturisce dall’unione di Injection, Desease Madness e Fossil Genera risulta estenuante nei primi ascolti. Non c’è interruzione compositiva e l’ascoltatore viene sballottato da questa sonorità all’altra per quasi mezz’ora. Si tratta di peccati veniali che non lasciano certo l’amaro in bocca, e i BTBAM sapranno metabolizzare e dare omogeneità alla proposta sonora di The Great Misdirect, portandola ancora più in là, col suo successore (non il demo) Parallax II.
E visto che siamo qui…
You will sleep with the rest of the non-believers…
If you disagree you will sleep…
You will sleep with the rest of the non-believers….
C’è da dire che il Great misdirect apre il concept che era stato accennato in Colors (Prequel to the Sequel) e verrà portato avanti e concluso in Parallax I e II. Il disco infatti abbraccia tutta l’evoluzione umana, vittima ad un certo punto della sua strada di una manipolazione (il great misdirect appunto) e successivamente dirottata su una rotta negativa ed autodistruttiva. Il concept è analizzato in ogni sua piega in questo mirabolante articolo in inglese . Per stessa ammissione di Tommy Rogers Swim To The Moon racconta lo sdoppiamento del protagonista di Parallax I e II e ne apre la storia. Non bastasse questo, Fossil Genera cita esplicitamente la figura del Night Owl, ovvero una delle entità responsabili dello sterminio del genere umano. Per loro stessa ammissione infatti (in Silent Flight Parliament lo confermano al protagonista) il genere umano è un esperimento. Questo lascia intendere che i Night Owls siano anche responsabili del Great Misdirect nella nostra evoluzione. Tanta carne al fuoco dunque e magari una volta o l’altra mi periterò di tradurre l’articolo di cui sopra per spiegare la storia appieno.
Tornando al disco in sé, prima di chiudere mi lascio ad una seconda considerazione personale. Per lungo tempo ho ritenuto The Great Misdirect un disco di transizione, un antipasto offuscato dal capolavoro inarrivabile uscito tre anni dopo. In effetti, del disco di transizione, quest’album ha diverse caratteristiche. Un brusco cambio di stile, l’aggiunta di una miriade di influenze, con picchi notevoli, alcuni momenti morti e un pantano di sperimentazioni che non sempre si riesce a superare indenni. Ciò nonostante rimane The Great Misdirect è un disco compiuto, un disco con una sua identità peculiare, a tutti gli effetti distante da ciò che i Between the Buried and Me avevano fatto prima e da quello che avrebbero fatto in seguito. A tutti gli effetti, un disco sopra la media.