Recensione: The Great Red Dragon
Ancora una volta la Polonia fa da terra natìa per l’ennesimo act che pone alla base della sua esistenza il death metal e, ancora una volta, entra in gioco la label super-specializzata Wydawnictwo Muzyczne Psycho Records (Infernal Death, Centurion, Black Mad Lice).
Stavolta si tratta degli Hellspawn, attivi dal 2003 da quando hanno pubblicato un demo (“Demo 2005”, 2005), uno split con gli Hateful e gli Impureza (“Tworzenia, Resurrezione, Démence”, 2006) e due full-length: “Child Of Hell” (2010) e, infine, questo “The Great Red Dragon”, ora in uscita.
Fra le varie correnti death che scorrono abbondanti nelle fredde lande polacche, ce n’è una ben incanalata fra le sponde dell’alveo: quella che incarna lo spirito tradizionale del genere, che non lambisce né l’old school (Mass Burial), né il cyber (Crionics); per un’attitudine che rimanda a terribili bombardieri quali Vader, God Dethroned, Kataklysm. Un death metal muscolare, possente, frontale, senza fronzoli e orpelli, che punta diritto all’obiettivo: devastare tutto e tutti senza pietà.
Allora, fanno bella figura di sé Daniel Drosiński e Marcin Garyga con i loro riff compressi di scuola thrash, i soli che lacerano la carne e un guitarwork, in generale, robusto e consistente che forma l’ossatura fondamentale dell’‘Hellspawn-sound’. Robert Kolman offre alla batteria una prestazione orientata verso le più elevate frequenze di battuta, prediligendo la potenza invece della dinamicità: non a caso, infatti, in occasione dei frequenti blast beats il drumming suona ‘tappato’, come fosse rivolto su se stesso. Buona la prova di Mariusz Konieczny, ancorato ai più classici stilemi cui si deve basare chi, contemporaneamente, abbraccia il basso e urla nel microfono. Le linee della quattro corde, pertanto, sono morbide e calde, semplici ma efficaci; quanto la voce, allineata a un growling stentoreo tipo quello di Piotr Paweł “Peter” Wiwczarek dei già menzionati Vader.
Con che si può intuire che lo stile della band di Wieluń non sia certo innovativo né, tantomeno, originale. Tuttavia, è così coeso da formare un granitico muraglione di suono perfettamente definito e immutabile nelle sue proporzioni. Un suono adulto, carico dell’esperienza posseduta da Konieczny e i suoi compagni, irreprensibili nel dettare i tempi di una performance che fa della certezza della forma il suo punto di forza. Nessuna sorpresa, insomma, sia in positivo sia – soprattutto – in negativo.
Seduti su quest’alone di… normalità, pure, i dieci brani che compongono “The Great Red Dragon”. Come già scritto più sopra, non ci sono momenti di genialità ma, neppure, punti deboli o cadute di tensione: il disco è una vera grandinata di piombo rovente sui denti, la cui pressione sonora non presenta soluzioni di continuità. Per contro, non sono poi molti i momenti memorabili, da “The First Banner In The Fields Of Devil” ad “An Obelisk Of The World”. Anche se, a ben vedere, qualcosa di speciale si trova, come “Words Becomes Flesh”, song ottimamente costruita su un tono drammatico assai coinvolgente che le consente di spaziare con varietà fra più ritmi. Si possono ancora citare le slayeriane “Diabolic” e “The Dice Are Cast”, trascinate da dei formidabili riff portanti, oppure il duo “Intro To The Revelation”/“Revelation Of The Red Dragon”, ove la prima delle due funge da intro ambient per la seconda, che mette a ferro e fuoco l’auditorio.
Prova più che degna, quindi, per gli Hellspawn. La loro provenienza è ovviamente indicativa di qualità genetica ma, alla fine, ciascuno si deve guadagnare la propria pagnotta. Pagnotta che, nel caso di “The Great Red Dragon”, si può dire… ben cotta!
Daniele “dani66” D’Adamo
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Tracce:
1. The First Banner In The Fields Of Devil 2:42
2. Words Becomes Flesh 3:29
3. Hellspawn 2:21
4. Diabolic 2:55
5. The Great Red Dragon 3:14
6. Intro To The Revelation 1:14
7. Revelation Of The Red Dragon 2:36
8. The Dice Are Cast 2:56
9. The Greatest King Among Demon 3:07
10. An Obelisk Of The World 2:57
Durata 27 min.
Formazione:
Mariusz Konieczny – Basso/Voce
Daniel Drosiński – Chitarra
Marcin Garyga – Chitarra
Robert Kolman – Batteria