Recensione: The Guessing Game
Signore e signori, bentornati nell’assurdo universo dei Cathedral. Una sorta
di dimensione parallela dove la band è riuscita proiettarci già a partire dal funereo
esordio, Forest Of Equilibrium, continuando poi con veri e propri
capolavori del calibro di The Carnival Bizarre o Caravan Beyond Redemption,
giusto per citarne due. Un gruppo che ha sempre cambiato pelle, ma non la
sostanza delle proprie composizioni, passando agevolmente dal doom soffocante degli
esordi, fino ad arrivare ad un sound settantiano, anche piuttosto grezzo in
alcuni casi, ma che non ha mai perso il potere di affascinare e di evocare alla
mente territori surreali e lontani dagli schemi cognitivi di un essere umano
normale (o quantomeno sobrio).
The Guessing Game arriva giusto in tempo per festeggiare un ventennio di
onorata carriera, ed a ben cinque anni di distanza dal precedente Garden Of Unearthly Delights, disco che rappresentava l’ennesimo cambio di rotta del combo
Coventry verso un sound di gran lunga più roccioso e, a tratti, anche abbastanza
difficile da digerire in un sol boccone. Seguendo quindi la linea logica di Lee
Dorrian e soci, anche in questo caso non si può far altro che aspettarsi una
ulteriore evoluzione. In effetti è proprio così, anche se non del tutto. Partiamo
con il fatto che, per la prima volta da vent’anni a questa parte, la band
inglese ci regala addirittura un doppio CD, giusto per farsi perdonare di tutto
il tempo passato a comporre e registrare (ricordiamolo: ben cinque anni). La
caratteristica fondamentale di The Guessing Game è però un’altra: la divisone in
due dischi non è per niente casuale, visto che ci troviamo di fronte ad una
prima parte assolutamente malata e che fa quasi indigestione di sperimentazione
ed influenze diverse, mentre la seconda sezione lascia spazio ai “soliti”
Cathedral, senza comunque abbassare la qualità di un disco che, come vedremo, si
attesta su livelli piuttosto alti.
Andiamo per ordine, quindi. Si parlava di sperimentazione, e nel primo disco
di The Guessing Game ce n’è tanta da riuscire a fare andare fuori
di testa il più accanito dei puristi del genere. Gli inserti di organo e le
sezioni orchestrali dell’intro strumentale Immaculate Misconception
sono solo una piccola parte di quel che hanno in serbo i Cathedral per
l’ignaro ascoltatore, il quale si ritroverà immerso in un turbine di prog rock,
folk, doom e psichedelia, quest’ultima componente messa nettamente in risalto
già con Funeral Of Dreams, traccia, dove, ancora una volta,
l’andamento della band è accompagnato dai suoni di mellotron (sempre e comunque
presente in tutta la prima parte del disco). Più
dirette e fedeli all’hard rock settantiano sono invece le successive
Painting In The Dark e Death Of An Anarchist, quest’ultima
condita da un riffing melodico e a tratti anche molto nostalgico. La stessa
title-track (strumentale di soli tre minuti) offre all’ascoltatore una serie di
sensazioni vagamente retrò, come se la musica sia stata incisa nei solchi di un
vecchio vinile. Sensazione di “vecchio” che ritroviamo anche in Edwige’s
Eyes, pezzo anch’esso vicino al rock più duro e forse l’unico, per
quanto riguarda questa prima parte, ad avvicinarsi alle vecchie produzioni di
Lee Dorrian e soci. E si parla ancora di rock vecchio stampo, questa volta
addirittura sessantiano, con la chiusura affidata ad una Cats, Incense,
Candles & Wine che stupisce (e nemmeno poco) per semplicità e
spensieratezza.
L’anima doom dei Cathedral, messa nettamente in ombra nel primo disco,
torna però ad avere un ruolo da protagonista nella seconda sezione di The
Guessing Game. L’inziale e soffocante intro strumentale One Dimensional People
fa da preludio per una dirompente e diretta Casket Chasers, mentre
La Noche Del Buque Maldito lascia ancora spazio a qualche sprazzo
di psichedelia settantiana. The Running Man e Requiem For The Voiceless
si rifanno invece al doom soffocante degli esordi, con partiture lente,
oppressive e che trasudano zolfo dalla prima all’ultima nota suonata;
un’atmosfera malsana e surreale, ma allo stesso tempo anche molto evocativa, che
verrà interrotta dalla conclusiva Journey’s Into Jade, brano
ancora una volta fedele a quel sound dei seventies al quale la band inglese ci
ha abituati in occasione di svariate uscite discografica.
Insomma, i Cathedral l’hanno fatto di nuovo. The Guessing Game
è un disco che, nonostante le varie influenze di svariati generi, e senza
perdere comunque il trademark che contraddistingue le produzioni di Lee
Dorrian e soci, non fatica a trovare una sua dimensione, riuscendo anche a
stupire per freschezza e immediatezza. Che dire, la band di Coventry si è fatta
sicuramente attendere più del previsto, ma cinque anni di silenzio discografico
sono stati ripagati con un album che, senza nulla togliere ai capolavori del
passato, non può fare altro che piazzarsi per direttissima fra le migliori
release del gruppo inglese, nonché candidarsi anche come una delle uscite più
interessanti di questo 2010.
Un cenno finale è d’obbligo, anche se non è una novità, all’ennesimo stupendo
artwork realizzato da Dave Patchett, ormai un’assoluta garanzia per
quanto riguarda la parte grafica degli album della band.
Angelo ‘KK’ D’Acunto
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Tracklist:
CD 1
01 Immaculate Misconception
02 Funeral Of Dreams
03 Painting In The Dark
04 Death Of An Anarchist
05 The Guessing Game
06 Edwige’s Eyes
07 Cats, Incense, Candles & Wine
CD 2
01 One Dimensional People
02 Casket Chasers
03 La Noche Del Buque Maldito (aka Ghost Ship Of The Blind Dead)
04 The Running Man
05 Requiem For The Voiceless
06 Journey’s Into Jade