Recensione: The Hidden Memories

Di Silvia Graziola - 1 Novembre 2007 - 0:00
The Hidden Memories
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Anno: 2006
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74

I primi passi degli Shadow Of Soul avvengono nel lontano 1998, nella zona di Vibo Valentia e hanno la forma di due demo intitolati Whisper e Mystic, che fanno guadagnare al quartetto un contratto discografico che permette loro di pubblicare il suo primo full length nel 2001, Whisper From A Shadow. Dopo aver visto numerosi cambi di formazione, la band vede Franco Valente alla voce, Rocco Spinoso alla chitarra, Carlo Capocasale al basso e Andrea Iorfino alla batteria. È con questa nuova lineup che il gruppo entra nuovamente in studio di registrazione per incidere il nuovo EP, The Hidden Memories, composto da cinque nuove canzoni dalla struttura elaborata e ricco di influenze musicali.

The Hidden Memories è, come già accennato, un continuo miscuglio e rincorrersi di più generi musicali, amalgamati e uniti tra loro, dove i cambi di atmosfera sono numerosi e repentini e questa caratteristica è evidente sin dalla traccia di esordio, Evil Mother Nature, dalla sua introduzione delicata in un tappeto di tastiere e chitarre classiche che sfociano in sfuriate che ricordano l’energia aggressiva degli Iced Earth prima e da soluzioni ritmiche quasi marziali poi, su cui si intersecano assoli e partiture dall’atmosfera decisamente più heavy.
I gruppi a cui gli Shadow Of Soul si sispirano iniziano a essere evidenti quando ci si addentra all’interno della title-track, un brano dall’attacco aggressivo e di forte impatto che dà spazio a soluzioni musicali che sembrano uscite dai Symphony X di The Divine Wings Of Tragedy, intervallate da intermezzi strumentali più tranquilli e da assoli di chitarra quasi malmsteniani. A questo segue il brano meno riuscito dell’album pare essere Ode To Loneliness, che nel suo ripetersi risulta essere un po’ troppo prolisso e la voce appare un po’ troppo strozzata, difetto percettibile in misura minore anche nelle altre canzoni. Nella musica degli Shadow Of Soul c’è spazio anche per sonorità assimilabili in parte all’avantgarde con Black Blood, che ricordano vagamente alcune atmosfere, soprattutto nell’uso di batteria e delle tastiere gli Arcturus di The Sham Mirror, mischiate a soluzioni di tipo prog power come i già citati Symphony X.
Demon’s Lullaby è la canzone di chiusura dell’EP e inizia con lo stesso arpeggio di chitarra classica con cui quest’ultimo è iniziato. Il brano in questione è un’ulteriore prova della grande contaminazione musicale del gruppo, in cui vengono amalgamate sonorità più marziali, quasi epic metal ad altre di stampo power e prog, cucite assieme da blast beat e da arpeggi di chitarra e delicati tappeti di tastiere.

Nel complesso The Hidden Memoriesè un EP che contiene delle buone idee, anche se con qualche difetto. Uno di questi difetti è il numero elevato di band a cui gli Shadow Of Soul si ispirano e da cui prendono spunto, che rischiano di sopraffare la personalità del gruppo, rendendoli una band che in brani come The Hidden Memories “suona come i Symphony X” .

Silvia “VentoGrigio” Graziola

Tracklist:

1. Evil Mother Nature
2. The Hidden Memories
3. Ode To Loneliness
4. Black Blood
5. Demon’s Lullaby

Formazione:

Francesco Valente: Voce
Rocco Spinoso: Chitarra
Carlo Capocasale: Basso
Andrea Iorfino: Batteria

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