Recensione: The Horned God Of The Witches

Di Alessandro Di Clemente - 25 Giugno 2004 - 0:00
The Horned God Of The Witches
Band: Death SS
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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73

Interessante release per i nostri Death SS, non una nuova prova in sala registrazione, “semplicemente” una rimasterizzazione dei lavori in studio della prima e vera formazione, quella storica e leggendaria, capitanata da Steve Sylvester e Paul Chain (con Claud Galley, Danny Hughes e Tommy “hand” Chaste).
Un documento, questo, atto ad omaggiare una delle prime bands italiane che hanno portato alla ribalta l’heavy del Belpaese (non il formaggio ndA).
Interessante soprattutto per i fans della band di Pesaro, infatti troviamo unreleased tracks e prime versioni di canzoni famose come Terror o Cursed Mama.
Le prime sette tracce provengono dirattamente dalle registrazioni casalinghe dei primi anni ’80 e il suono ne risente, l’audio non è dei migliori, le chitarre sono approssimative, ma già si possono ascoltare i prodromi di quello che saranno i Death SS negli anni a venire ed è quantomeno curioso ascoltare in che modo ha avuto corso l’evoluzione dei Nostri.
Inutile e controproducente, ai giorni nostri, analizzare i pezzi che compongono questo cd (la cui copertina è la stessa del demo del 1981, a suo tempo stampato in sole due copie, anche se poi l’immagine, modificata è stata ripresa più volte come nel caso del limited edition box in cui vi era un 7″ di Guardian Angel), ovviamente si tratta di canzoni ancora acerbe, cariche di richiami alle bands di cui i Nostri erano fans accaniti:hard rock ed heavy/doom direttamente dagli anni ’70.
Si possono già riscontrare le peculiarità che hanno reso famosa la band: la vena esoterico/horror caratteristica del combo (con tanto di maschere in tema: il Vampiro, la Mummia, la Morte, lo Zombie e l’Uomo Lupo, che ancora adottano i nostri nei lives, ora in chiave moderna, al limite del cyber) , la voce stridula ed acida di Steve, la chitarra sulfurea di Paul.
Altra chicca per gli aficionados di Steve Sylvester e soci: Black And Violet e Chains Of Death, sono le uniche due riprese live in circolazione con la formazione storica.
I Death SS riuscivano allora, forse più di adesso, a rendere dal vivo quell’atmosfera teatrale, quasi grand guignolesca, che contraddistingueva  le opere in studio.
Probabilmente, il mitico The Cursed Concert (in origine targato Sylester’s Death), è la testimonianza più forte, più eloquente, di ciò che vuole dire Death SS on stage (tra l’altro la line up, variata più e più volte, ripropone, fedelmente, con l’aggiunta dell’impatto live, i classici: Terror, Cursed Mama, Vampire, Heavy Demons, Where Have You Gone? e Baphomet, ma questa è un’altra recensione), in questo caso pero’ le due songs acquistano un plus valore, una validità storica, quasi da archivista.
Un notevole lavoro di ripescaggio dei primi passi di una band seminale, l’unica che, coerentemente, è andata avanti per la sua strada, perdendo qua e là anche elementi di spicco (lo stesso Paul Chain), virando ora verso il doom, ora verso l’heavy ma anche verso un hard rock al limite dello street (in taluni casi).
Inutili le diatribe sul fatto che quelli di oggi non sono più i Death SS, probabilmente hanno perso quel quid oscuro per far posto a quella componente moderna che ha fatto storcere il naso a qualcuno, in ogni caso è una band da rispettare, non fosse altro per la sua costanza, caparbietà e soprattutto perchè è ancora on the road (grazie al carisma di Steve).  
Ovviamente per chiunque volesse avvicinarsi alla musica dei Death SS è sconsigliato l’acquisto di quest’opera (più indicati sono albums come Heavy Demons, In Death Of Steve Sylvester, Black Mass, o meglio ancora The Story Of Death SS – 1977/1984).
For Fanatics Only!

Tracklist:

1. Terror
2. Zombie
3. Black Mummy
4. Horrible Eyes
5. Cursed Mama
6. The Hanged Ballad
7. Murder Angels
8. The Night Of The Witch
9. Profanation
10. Spiritualist Seance
11. Black And Violet
12. Chains Of Death
13. Buried Alive
14. Agreement With The Devil

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