Recensione: The Human Romance

Di Emanuele Calderone - 27 Febbraio 2011 - 0:00
The Human Romance
Band: Darkest Hour
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
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65

Nuovo full-length per gli americani Darkest Hour, che con questo nuovo parto arrivano a quota sette, in sedici anni di carriera. Prodotto ancora una volta dalla potente Century Media, “The Human Romance” -questo il titolo scelto per questa fatica dei ragazzi di Washington- prosegue il discorso cominciato un decennio fa, senza dunque discostarsi troppo da quanto fatto in precedenza.

Il genere proposto dai nostri è un metalcore sporcato qua e là da accenni melodic death metal, che farà felici tutti i fan di un certo metal americano tanto in voga in questi ultimi anni.
“The Human Romance” presenta infatti tutti gli elementi caratteristici di questo filone musicale: melodie semplici, brani piuttosto diretti e mai particolarmente elaborati, voce che si alterna tra parti pulite e growl, batteria martellante ma non troppo, riff lineari e soprattutto canzoni ruffiane come non mai.
È dunque lecito poter parlare di immobilismo stilistico? Sì lo è e i cinque, volontariamente, non fanno proprio nulla per farci credere il contrario, proponendo fieri, come già detto, tutti i cliché possibili.
Stranamente però l’album riesce nel difficilissimo, viste le premesse, compito di farsi ascoltare fino alla fine senza tediare troppo e inducendo allo sbadiglio solo di rado. Saranno le melodie azzeccate, sarà l’estrema facilità d’ascolto o sarà che effettivamente i Darkest Hour, a loro modo, ci sanno fare, ma alla fine del lavoro ci si arriva senza troppi problemi.

Scorrendo la tracklist è doveroso evidenziare i punti focali del disco: l’intro “Terra Nocturnus” e i primi due pezzi scorrono via come se niente fosse tra soluzioni che più classiche e abusate non si può. Quando già si comincia a temere il peggio ci pensa “Man & Swine” ad aggiustare un poco il tiro, grazie ai suoi richiami più o meno celati al death metal nord europeo. La song convince, regalandoci 3 minuti abbondanti di adrenalina, grazie specialmente ad un ottimo lavoro svolto dalla coppia Schleibaum/Theobald, autori di una prova ineccepibile alle sei corde.
Niente male anche la breve “Violent by Nature”, il titolo da solo esplica le intenzioni della stessa. Compressa in appena un paio di minuti, viene vomitata addosso all’ascoltatore di turno tutta la rabbia che il combo ha dentro.
I momenti dolenti arrivano però quando i Nostri tentano di affrontare la loro suite “Terra Solaris”. La scelta di comporre una traccia di oltre 8 (interminabili in questo caso) minuti, optando per di più per una strumentale, ci sembra onestamente al di fuori della portata del gruppo. “Terra Solaris” finisce inevitabilmente per annoiare, girando sempre su poche idee e spunti interessanti.

E le emozioni, ci si potrebbe chiedere, dove stanno? Questo stile di musica punta indubbiamente molto sull’impatto e sull’incazzatura tipica che emerge dalle composizioni, un’inquietudine nei confronti della realtà, che però può essere percepita solo alle prime battute, per poi diventare inevitabilmente innocua, quasi puerile.
Nessuna scossa interiore o palpito, nessun brivido profondo quindi, a meno che non si sia degli appassionati di metalcore.

Nulla da eccepire, come era lecito aspettarsi, per tutto ciò che riguarda produzione e registrazione: i suoni sono puliti e curati maniacalmente, conferendo all’opera, in più di un passaggio, un retrogusto quasi artificiale e poco naturale, senza però risultare sgradevole.

Onestamente “The Human Romance” non è un disco che passerà alla storia, anzi. Il compito svolto è sicuramente scevro di falle evidenti, ma indirizzato più che altro ai die-hard del genere. Tutti gli altri troveranno, probabilmente, poco materiale realmente accattivante e stuzzicante.
Contestualizzando il full-length all’interno del suo movimento musicale, si può con sicurezza affermare di essere al cospetto di un onesto e discreto lavoro, allargando invece la visuale su tutto il panorama metal, il giudizio si ridimensiona sensibilmente.
Promossi, ma con più di qualche riserva.

Emanuele Calderone

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Tracklist:
01- Terra Nocturnus
02- The World Engulfed in Flames
03- Savor the Kill
04- Man & Swine
05- Love as a Weapon
06- Your Everyday Disaster
07- Violent by Nature
08- Purgatory
09- Severed into Separates
10- Wound
11- Terra Solaris
12- Beyond the Life You Know

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