Recensione: The Killing EP
Non si può dire che i danesi Hatesphere siano poco produttivi: 2 EP
ed un full-length in 14 mesi non sono certo poca roba, specie considerando che
il livello dei pezzi nuovi proposti è sempre rimasto decisamente alto. Ma la
death/thrash band, emersa sull’onda del successo dei primi Soilwork, Darkane e
Carnal Forge, non è mai stata tra quelle che amano dormire sugli allori e a
quanto pare questo comportamento ha giovato: un contratto prestigioso come
quello con SPV/Steamhammer non capita tutti i giorni, nemmeno dopo 3 dischi di
buon successo.
Va detto subito, per sgombrare il campo da equivoci, che questo MCD non
aggiunge molto a quanto già detto sinora dalla band: da qui il voto che vedete
in fondo a questa recensione, e che non è per forza indicativo della qualità
dei pezzi contenuti, ma solo della sua utilità effettiva sul mercato; The
Killing EP nasce infatti, molto probabilmente, da esigenza contrattuali,
come “biglietto da visita” di una band approdata a nuovi lidi, ma chi
già li conosce sa perfettamente cosa troverà in questo quarto d’ora scarso di
musica. Le coordinate stilistiche del gruppo si assestano infatti da sempre su
una miscela che fa del thrash la sua ossatura e del death svedese il suo
vestito, divenuto con gli anni sempre più leggero; ormai a farla da padrone
sono i riff secchi, catchy e nervosi della coppia Lyse Hansen/Jacobsen,
così come lo screaming invasato di Jacob Bredahl, una vera forza della
natura dal vivo ma forse un po’ troppo statico nelle registrazioni. Non spicca
certo per varietà, infatti, il sound del quintetto, e se non siete avvezzi a
questo stile (o magari avete ascoltato così tanto death melodico da esserne
saturi) non vi sarà facilissimo riconoscere immediatamente la classe del combo,
classe che però è innegabilmente presente.
Si sente dagli arrangiamenti, dalla tecnica, dalla produzione: a questi
danesi non interessa blandire l’ascoltatore con facili melodie e ritmi da
seguire col piede, lo attaccano semplicemente da tutti i lati senza lasciare un
solo attimo di pausa, di respiro. Così scorrono via in pochi attimi (e non solo
guardando all’orologio) i tre brani nuovi, Murderous Intent, You’re
the Enemy e The will of God, che ci sbattono contro al muro sonoro
degli Hatesphere senza troppi complimenti, prendere o lasciare: la prima,
in particolare, si nota per il dialogo tra Bredahl e la batteria sulla
strofa; di You’re the Enemy restano invece impresse le ritmiche veloci ed
il finale dal sapore industrial.
Un discorso a parte, ma forse neanche troppo, merita la cover di Trip at the
Brain dei Suicidal Tendencies: pezzo ottimamente reso, che diventa
praticamente indistinguibile dallo stile classico della band, non fosse per i
cori tipicamente hardcore del ritornello.
The Killing EP è quindi un discreto antipasto in attesa del
quarto album, ma non so quanto sia utile in senso assoluto: di sicuro non potete
riceverne delusioni, ma nemmeno grosse sorprese. Acquisto da considerare con
attenzione.
Alberto “Hellbound” Fittarelli
Tracklist:
1. Murderous Intent
2. You’re the enemy
3. The will of God
4. Trip at the brain (Suicidal Tendencies cover)