Recensione: The Kingdom II
Tornano sul mercato a distanza di quasi 4 anni i sudamericani Wizards, che, nonostante più di un decennio di attività, si erano fatti conoscere al pubblico solo nel 2002, grazie al pregevole debut “The Kingdom”, bissato ora dal suo seguito. Questo nuovo lavoro presenta su per giù le stesse direttive già presenti nel primo episodio, ovvero un equilibrato mix di facili melodie, partiture a cavallo fra power e progressive, e un sound roccioso e aggressivo più orientato alla scuola classic-heavy. Come in passato i Wizards puntano su pezzi molto brevi ma facilmente memorizzabili, anche se questa volta il risultato complessivo è meno omogeneo. A tratti sembra infatti di sentire la “brutta copia” delle tracce scritte per il primo The Kingdom, non solo come songwriting, ma anche come produzione, pulita ma eccessivamente carica di bassi sul doppio pedale e “tagliente” sugli alti.
La prima parte del cd stenta a decollare a causa della partenza piuttosto scialba di “Slave“, un heavy metal cupo e tambureggiante di scarso impatto emotivo. La successiva “To Believe” sembra riportarci al clima poweroso del primo platter, con doppia cassa sparata e un chorus facile facile di quelli che in teoria dovrebbero rapire sin dal primo ascolto, e che invece spiazza per l’eccessiva banalità e la durata esageratamente breve del pezzo, nemmeno 2 minuti e mezzo ci sembrano effettivamente troppo pochi. Le seguenti 2 canzoni sono insipidi mid-tempo in cui non s’intravede altro che una scarsa vena creativa, e dobbiamo giungere alla quinta song, “Nobody Else“, per trovare qualche passaggio piacevole nell’arco di un lento sentimentale di discreta fattura, ma lungi dall’essere storico. “By Surprise“, che è anche l’unico brano che potrete reperire con un po’ d’impegno sul web, rappresenta l’unico episodio sufficiente dell’intero album, anche se pure stavolta sembra di essere al cospetto di una versione “rimaneggiata” dei vecchi cavalli di battaglia “Willing To Be Free” o “Step Back“, nel suo incedere melodic-speed decisamente easy-listening. Da questo punto in poi l’album presenta ben poche attrattive, “The Ville” e “Hei Doc“, sono terribilmente “vuote” e prive di mordente, il lentone “Caroline” è di una semplicità quasi disarmante e sa di già sentito mille volte, mentre la conclusiva “Keep On” rasenta la noia totale e mette in luce una carenza d’idee sconvolgente.
Sembra strano che una band così promettente come quella del primo “The Kingdom” abbia fatto un passo indietro così netto, eppure i 31 minuti di questo album non presentano nessuna iniziativa degna di essere ricordata, non scatenano la nostra passione metallica in alcun frangente e riconsegnano i Wizards ai meandri dell’underground.
Tracklist:
1. Slave
2. To Believe
3. Bipolar Mind
4. Last Chance
5. Nobody Else
6. By Surprise
7. The Ville
8. Hei Doc
9. Caroline
10. Keep On