Recensione: The Last Alliance
E’ realtà consolidata che l’opera fantasy di un grande scrittore come John Ronald Reuel Tolkien offra spunti infiniti, visto quanto vengono spinti da più parti, a partire dalla Loro patria, i finlandesi Battlelore, autori del quinto album vertente sulle stesse tematiche legate alle realizzazioni dell’uomo nato a Bloemfontein. Lungi da me gridare allo scandalo, sia chiaro. Sulla ripetitività dei concetti e delle esecuzioni artistiche – altrimenti chiamata coerenza – , hanno costruito una carriera band di altro genere come Exciter, Anvil e, in parte Running Wild. La proposizione ossessiva e impudica dei cliché, d’altronde, fa parte dell’iconografia dell’HM, in senso generale, e gli scandinavi non si sottraggono di certo a questi dettami ortodossi, a partire dalla copertina, di chiara discendenza Tolkeniana, guarda caso.
I cinquantatre minuti di The Last Alliance scorrono senza impressionare ma nemmeno riescono a deludere del tutto. What you want is what you got: l’adagio, preso a prestito da altri lidi, mai come stavolta è particolarmente calzante. All’interno del disco tutto è previsto a tavolino, a partire dall’incrocio infinito fra le voci della soave Kaisa Jouki e il growl scontatissimo di Tomi Mykkänen. Durante l’ascolto vengono snocciolati tutti i luoghi comuni di una proposta musicale che abbraccia il fantasy, il gothic, il folk, il sinfonico, l’epica ampollosa e la magniloquenza verbosa di alcune soluzioni melodiche. Ormai il clash of the titans fra la violenza dell’estremo e gli arrangiamenti melodici da tempo non costituisce l’arma in più per fare la differenza sugli altri gruppi ma i Battlelore, incuranti, ne abusano senza ritegno alcuno.
The Last Alliance pecca quindi di eccessiva ripetitività, peccato mortale per una band che, sulla carta, dovrebbe riuscire a stupire ancora senza rinnegarsi del tutto. In mezzo a una pletora di brani senza infamia e senza lode si stagliano la frizzante e mnemonica Third Immortal – posta in apertura – , la spudoratamente tronfia The Great Gathering e l’ipnotica The Star of High Hope. Delude drammaticamente la ballad Daughter of the Sun, interpretata davvero in maniera piatta da parte di Kaisa: un’ulteriore occasione buttata alle ortiche, senza dubbio, da parte dei Nostri.
A conti fatti, un po’ troppo poco per una band come quella originaria di Lappeenranta, dalla quale, valutate le premesse, si deve pretendere necessariamente qualcosa in più.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
Tracklist:
01. Third Immortal
02. Exile The Daystar
03. The Great Gathering
04. Guardians
05. Voice Of The Fallen
06. Daughter Of The Sun
07. Green Dragon
08. Awakening
09. Epic Dreams
10. Moontower
11. The Star Of High Hope
Line-up:
Kaisa Jouhki – Vocals
Tomi Mykkänen – Vocals
Jussi Rautio – Guitars
Jyri Vahvanen – Guitars
Maria – Keyboards & Flute
Timo Honkanen – Bass
Henri Vahvanen – Drums