Recensione: The Last Night of Fall
Nati nel 2015 per volere del chitarrista e Francesco Savino e giunti con The Last Night of Fall al secondo album in carriera dopo Chimerical, i lombardi False Memories sono una band dedita ad un gothic metal con interessanti influenze doom. Punta di diamante del combo la frontwoman Rossella Moscatello, in lineup dal 2018, che con la sua voce dolce e dal grande carattere ricorda un po’ gli esordi di Cristina Scabbia, ergendosi sul tappeto di chitarre e tastiere con le sue linee melodiche. Il genere proposto dai nostri si basa su tempi mediamente lenti e compassati, scanditi dalla sezione ritmica composta da Emanuele Cossu alla batteria e Gianluca Zaffino al basso, in un torpore emotivo che permea l’ascoltatore brano dopo brano, gremendolo in un vortice che scava in profondità, ben rappresentato nell’artwork del disco.
The Last Night of Fall, primo full-length sotto l’egida di Frontiers Music, sembra prendere sin dal principio le dovute distanze dal già buon Chimerical (ri-registrato nel 2019 con la nuova lineup), favorendo un gothic metal più cupo con panorami musicali più maturi e affilati. Molto interessante il lavoro delle due chitarre del già citato Savino e Moreno Palmisano, in una continua armonizzazione a parti alterne: se una chitarra attacca con i power chord per sferzare potenza l’altra accompagna con l’arpeggio, per restituire profondità e creare la giusta dose di atmosfera.
Tra gli highlights del disco, citiamo indubbiamente il singolo “Voices”, forte di un’ottima prestazione di Rossella in un ritornello altissimo che ti si stampa subito in testa, l’incalzante “Rain of Souls”, brani dall’anima più doomeggiante come “Erased” e “Unfaithful Dream”, o influenze dal mondo del gothic più classico come in “Sea of Nothingness”. Sembra talvolta di ascoltare echi lontani da band come Lacuna Coil, Evanescence, Within Temptation ma anche The Gathering, influenze certo presenti nel songwriting dei lombardi dalle quali riescono ad affrancarsi con buona personalità. I testi scritti dalla cantante, sono di natura prevalentemente intimista ed affrontano paure e debolezze dell’animo umano nel suo rapporto con le tenebre.
Tra gli elementi da migliorare, forse una certa ripetitività nel songwriting che, per quanto possa agevolare l’ascolto come un unico e profondo “flusso di coscienza”, potrebbe non garantire la dovuta longevità all’album che scorre molto piacevolmente ma senza causare particolari sussulti.
In una perenne tensione tra gothic e doom metal, The Last Night of Fall dei False Memories ci trasporta in panorami musicali cupi ed opprimenti, dominati dalle atmosfere stranianti create da Francesco Savino e compagni, sui quali si stagliano le melodie aggraziate di Rossella Moscatello. Un nuovo inizio per la band, che speriamo di vedere presto sul palco, al termine di questa lunga, oscura notte dello spirito umano.
Luca “Montsteen” Montini