Recensione: The Legend Begins
Arrivano all’esordio per Dragonheart i milanesi Beholder forti di una line-up che consta di ben 7 elementi, tutti giovanissimi e già molto promettenti. “The Legend Begins” è un validissimo album di epic power symphonic metal la cui novità essenziale è senz’altro l’utilizzo della doppia voce: bassa e aggressiva quella di Patrick Wire,
dolce e delicata quella di Leanan Sidhe, un contrasto che a mio modo di vedere risulta assai azzeccato e vincente. Per quanto concerne la parte suonata sono in maggior evidenza rispetto alle tastiere
le due graffianti chitarre di Matt Treasure e Markus Mayer, due ottimi esecutori davvero. Il concept di natura fantasy si apre con un intro classico che preannuncia l’inizio della leggenda e ci prepara al contempo al devastante attacco di “The Ring Of Freedom”, brano velocissimo e sinfonico sicuramente uno dei più efficaci del disco; seguono in ordine la teutonica e potente “Ivory Tower” (in cui è da rilevare la presenza di Aldo dei Secret Sphere
autore di un assolo nella parte centrale), e le agguerrite “Call For Revenge” e Blood And Pain” che a livello stilistico ci richiamano alla memoria Running Wild e Gamma Ray. Finalmente arriva una pausa, piuttosto lunga, di ben 3 brani: “The Ancient Prophecy” divisa in due parti, ballata forestale stile Blind Guardian e Rhapsody, “The Fallen Kingdom” fiera marcia di battaglia alla “Bal Sagoth” e “Until Darkness Falls, lenta e tristissima ballata in cui le interpretazioni dei 2 singers raggiungono il vero apice a mio avviso.
Per concludere e deliziare ancora le nostre orecchie i Beholder ci regalano
la lunga “Chains Of Fate”, convincente mistura di power e hard rock dal sapore anni ’80. Disco abbastanza vario e godibilissimo che mi sento di consigliare a tutti i Defenders in quanto si mantiene degnamente a galla nell’affollato mare delle uscite power.