Recensione: The Life and Times of Scrooge
C’è l’oro e come un incanto il richiamo mi attrae!
Non è l’oro che attendo, ma il trovarlo mi rapisce!
È il vasto, immenso spazio lontano!
Sono le foreste abitate dal silenzio!
È la bellezza che mi fa fremere di meraviglia,
è la quiete che mi colma di pace!
(Robert William Service)
Il nome di Tuomas Holopainen compare spesso in queste pagine. Tastierista e mastermind dei Nightwish, indubbiamente tra i personaggi più influenti sulla scena del metal sinfonico. Grande appassionato di opere Disney, tanto che con un certo imbarazzo si ritrovò a smentire ai propri fan collegamenti pindarici tra le liriche di “Nemo” in “Once” (2004) ed il pesciolino de “Alla ricerca di Nemo” (Finding Nemo, 2003; Oscar come miglior film d’animazione).
Paperon de’ Paperoni (Scrooge McDuck in lingua originale) non compare spesso su queste pagine. Nasce a Glasgow nel 1867 ed è l’ultimo di una storica dinastia di paperi scozzesi, allora povera e decadente – e prima di diventare il papero più ricco del mondo che tutti conosciamo dovrà vivere indimenticabili avventure in giro per il globo alla ricerca dell’oro.
Gioachino “Keno” Don Hugo Rosa, per gli amici semplicemente Don Rosa, è un fumettista americano di origini italiane ed è l’autore dell’opera forse più grandiosa e completa sulla vita di Paperone: la celebre “Saga di Paperon de’ Paperoni” (The Life and Times of $crooge McDuck), ove questa incredibile ed epica avventura è narrata: una storia appassionante, profonda, epica, tragica e comica al contempo, cinica e ricca di insegnamenti e momenti di riflessione. Un’opera che si regge su un’imponente ricerca di documenti e fatti storici, dagli eventi reali narrati ai riferimenti alle opere di Carl Barks. Don Rosa è anche l’autore del meraviglioso artwork di questo disco.
Torniamo a Tuomas ed a questo suo primo lavoro solista: “(Music Inspired by) The Life and Times of Scrooge”. L’idea folle e geniale di realizzare una soundtrack per un fumetto si instilla nella sua mente nel lontano 1999, con l’intenzione di mettere nero su bianco la musica che egli ha “sempre sentito dentro di sé” durante la lettura dell’opera di Don Rosa. Fatto alquanto singolare e bizzarro: musica scritta per un fumetto inanimato, per una graphic novel – una sorta di film-score per un film che non esiste. Tuomas incontra Don Rosa ad una conferenza ad Helsinki nel 2010 e gli propone l’idea, regalandogli qualche CD dei Nightwish. Lo sollecita successivamente via mail ed il disegnatore accetta con grande curiosità… ed eccoli ora assieme a promuovere l’album: sembrano quasi un duo disneyano! Le registrazioni orchestrali partono a metà 2013, dirette dal maestro Pip Williams, già ingaggiato più volte dai Nightwish, con la London Philharmonic Orchestra. Per rendere il disco ancora più autentico, alcune registrazioni, in particolare percussioni etniche e suoni ambientali (vento, pioggia) vengono registrate addirittura in Scozia, nelle terre dei de’Paperoni.
“Glasgow 1877”. Nel giorno del suo decimo compleanno, il giovane Paperone viene accompagnato dal padre Fergus a visitare le rovine dell’enorme castello del Clan de’Paperoni, abbandonato dal diciassettesimo secolo. L’incipit ci accoglie con una breve narrazione in prima persona ed un’atmosfera tipicamente scozzese: il suono della cornamusa, la strofa in lingua gaelica interpretata da Johanna Ilvanainen che ricorda il buon folk di Julie Fowlis o Loreena McKennitt. Infanzia serena, tranquilla e rilassante che fa da preludio ad un’epica avventura, anticipando con cori e pianoforte in chiusura una melodia che verrà…
Paperone parte per gli Stati Uniti. Il suo primo viaggio lo porta “Into the West” in cerca di fortuna e ricchezze. La musica ricorda molto lo stile spaghetti western di Ennio Morricone. Benjo, armonica ma anche tante percussioni ed una ritmicità molto accentuata per l’avventura del nostro giovane mandriano e navigante sul Mississipi. Purtroppo il papero non avrà fortuna, e si ritroverà di nuovo in Scozia…
…dove nel frattempo i malvagi Whiskervilles si stanno impossessando del castello dei de’Paperoni a causa di un debito economico non ripagato dalla famiglia, ma Paperone giungerà in tempo per risolvere la situazione (spendendo quel poco che aveva guadagnato) ed affronterà Argus Whiskervilles a duello in “Duel & Cloudscapes”. Il brano va quindi vissuto dapprima con l’epicità di un combattimento all’arma bianca in armatura in un antico maniero, seguito poi da un curioso siparietto comico in cui Paperone viene colpito da un fulmine e si risveglia nell’aldilà assieme ai suoi avi, intenti a giocare una bizzarra partita a golf tra le nuvole e decidere delle sue sorti mortali: su questa dualità tra epico e giocoso si basa il motivetto principale del pezzo.
Sembra che vi sia dell’oro tra i deserti dell’Australia: Paperone si reca sul luogo ed incontra uno sciamano: Jabiro Kapirgi. Qui recupererà un flauto e supererà una prova assai ardua per la sua indole: rinunciare ad un enorme e preziosissimo opale in una grotta. Il brano “Dreamtime” si basa sul suono, monotono, del didgeridoo, con un ritmo pressante e cadenzato delle percussioni ed il ciclico ripetersi delle stesse note, come un rito sciamanico. Rito grazie al quale Paperone vedrà un’aurora boreale (quella della cover di quest’album) e capirà il suo destino: cercare l’oro nel gelido Yukon!
1896: Paperone giunge finalmente nel Klondike e scopre il passaggio segreto per il fosso dell’Agonia Bianca (White Agony Creek): un luogo magico e solitario, ritratto nella cover del disco. Qui troverà la sua prima pepita d’oro e lavorerà sodo per tre lunghi anni. Il papero incontra e si innamora di Doretta Doremì (Glittering Goldie), una truffatrice di Dawson, e la rapirà per un mese intero per dimostrarle il lavoro onesto. A causa del caratteraccio di entrambi non dichiareranno mai l’un l’altro i propri sentimenti fino alla fine. Dalla dualità tra il gelo del Klondike ed il freddo cuore di Paperone nel gettare la terra la lettera d’amore di lei, nasce “Cold Heart of Klondike”. Un brano potente e dal forte impatto emotivo che finalmente ricorda i momenti più orchestrali dei Nightwish, dall’utilizzo dei cori al flauto tipicamente nordico. Il brano è cantato da Tony Kakko (Sonata Arctica), il primo al quale Tuomas confidò l’esistenza del progetto-Paperone.
Altro pezzo di notevole caratura e grandi orchestrazioni: “The Last Sled” narra dell’ultimo viaggio di Paperone verso Dawson, nel suo ultimo saluto al fosso dell’Agonia Bianca. La slitta raggiungerà la sua meta con decenni di ritardo, portando con sé un grande tesoro…
Paperone torna per l’ultima volta in Scozia. Dopo aver salutato la madre defunta, scoprirà che il suo paese non fa più per lui, quindi partirà alla volta di Paperopoli assieme alle due sorelle. “Goodbye Papa” è il saluto al padre che rimane solo al castello. La sua morte è un momento toccante e fanciullesco, dolceamaro. Così è il brano strumentale ad esso dedicato, che gioca su cornamuse, cori e pianoforte.
Dopo innumerevoli avventure in giro per il globo, Paperone diventa il papero più ricco del mondo. A costo di diventare folle, cinico e malvagio. Corromperà, guadagnerà illegalmente, metterà a fuoco interi villaggi solo per profitto. Raggiunto il traguardo e tornato a Paperopoli, la sua follia lo farà sprofondare per diversi anni nella solitudine della sua villa, chiudere il deposito, recidere ogni legame di parentela. Il clima oscuro della breve “To Be Rich” rievoca quelle sensazioni folli, di dissonanza, come il cantato in apertura scivola verso il cacofonico.
Epifania finale. Paperone decide di invitare il nipote Paperino a casa sua e conoscere i suoi pro-nipoti: Qui, Quo e Qua. Dopo l’ennesima avventura contro la banda Bassotti, il papero ritroverà il suo spirito di avventura e capirà il vero senso della ricchezza: non il denaro, ma le memorie al quale esso rimanda. Ecco il senso di “A Lifetime of Adventure”: primo singolo del disco, vera sintesi dell’intero lavoro, dalle voci soavi di Johanna Kurkela (Doretta Doremì) e Johanna Iivanainen (Piumina O’Drake, madre di Paperone). C’è anche spazio per un solo di chitarra elettrica, tra l’altro missata in maniera alquanto insolita, ovattata, quasi a fondersi con il brano anziché svettare coi toni alti come siamo abituati dal power metal.
“Go Slowly now, sands of Time” ci saluta con Paperone ormai anziano, interpretato dal solito Alan Reid. Forse il brano più semplice della proposta col suo arpeggio, che ci saluta con la tristezza di una grande avventura che volge al termine…
“The Life and Times of Scrooge” non è un album per tutti, certamente più adatto ad altre platee rispetto al solito pubblico di Nuclear Blast; una soundtrack che ha ben poco a che vedere col metal e che sa mettere in difficoltà sia noi recensori che le aspettative dei fan. Ma questo disco non vuole avere un target ben preciso e fa della sua singolarità un valore inestimabile come i tesori di Paperone: da un lato incarna una sintesi geniale del grande lavoro orchestrale di Tuomas con i Nightwish richiamandone alcuni episodi, dall’altro si identifica come esperimento trasversale ed autonomo, forse unico nel suo genere ed ancora più sfaccettato di “Imaginaerium – The Score”: una sorta di ponte etereo tra Nightwish ed Hans Zimmer. Un lavoro molto vario, che spazia attraverso numerosi stili, che fa uso sapiente di un enorme deposito di strumenti etnici e scelte stilistiche differenti con grande fantasia e maestria, e questo è innegabile anche per chi non apprezza particolarmente il Tuomas biografico ed il suo ego. Il tutto chiaramente agevolato da un’opera che è di per sé un sublime esempio di varietà e dinamismo.
Un capolavoro? Forse. Di sicuro si ascolta che è un piacere anche per chi è digiuno di storie di paperi; addirittura un disco da brividi per chi ne riuscirà a comprendere e vivere le geometrie, nel suo perfetto e paradossale sincronismo con gli episodi salienti del fumetto. Tuomas ha ascoltato il ritmo e le melodie della narrazione di Don Rosa e le ha trascritte in musica coronando così un suo piccolo sogno. Questo è il risultato di quando si scrive per pura passione e per il puro piacere di farlo, ed è forse nella morale della storia narrata la meta-morale del disco; la vera ricchezza non è nella materialità esteriore, nella propria carriera da ripetere pedissequamente per incrementare ciclicamente successo e ricchezze, ma nella memoria: in quella di un papero che ha vissuto mille avventure – come in quella di un giovane sognatore tra le pagine del suo fumetto preferito.
Story of your life, time of solitude and strife
Freedom of an open road, hope and many miles to go
Promises to keep, countless gold fields to reap
To be rich is to seek, to relive a memory…
Luca “Quacksteen” Montini
…discutine sul forum, nel topic relativo ai Nightwish!
p.s. Per chi fosse interessato ad approfondire la lettura della Saga di Paperon de’ Paperoni e dell’opera di Don Rosa, trovate su Wikipedia ed Inducks maggiori informazioni sulle pubblicazioni cartacee. Su Paperpedia potete invece trovare tutti gli episodi scaricabili in lingua italiana in formato digitale. Buona lettura e buon ascolto.