Recensione: The Long Loud Silence
Cinque Legionari del Metallo, uniti insieme -per sempre- sotto il nome Astaroth, portarono avanti con fede e dedizione una straordinaria carriera che, seppur conclusasi con un amarissimo finale, li consacrò da allora come la più gloriosa band tricolore dell’Hard n Heavy anni 80.
Si formarono a Roma nei primi anni ottanta, quando la scena italiana muoveva i suoi primi passi con Death SS, Vanadium, Crying Steel, Shinning Blade, Strana Officina, Devil’s Claws e altre (meno vittoriose) bands. Gli Astaroth si distinsero ben presto per una serie di fattori che li resero da lì in poi unici ed inimitabili: il look totalmente ispirato al fascino della civilità latina, un micidiale sound votato allo Speed Metal di classe, una grandissima energia sprigionata on stage ed una non indifferente serie di traguardi raggiunti che ne mettevano in risalto l’evidente potenziale.
Furono in grado di eseguire un mini tour lungo tutta la penisola (al sud Italia suonarono a Napoli), accompagnarono on stage i Motorhead, Deep Purple (il cui show fu annullato; ma trascorsero insieme il giorno dello show in loro compagnia), registrarono in Danimarca (con Jac. Hustinx come produttore) il loro mlp per la stessa label che dopo poco avrebbe arruolato nelle sue fila i primi Mercyful Fate (del mlp “Nuns Have No Fun”). Last but not least, i nostri eroi erano uno dei pochi gruppi italiani che poteva vantare un merchandising professionale (e non è cosa irrilevante) ed un futuro, dopo lo scioglimento, in veste di collaboratori professionisti con grandissimi nomi dell’Hard’n’Heavy statunitense. Ma ritorniamo alle loro origini..
“Black Speed Metal”, “Voices from the Void” ed il conclusivo “Astaroth” sono solo alcuni dei titoli dei numerosi demo prodotti da questo gruppo, che permisero alla band di firmare un contratto con la danese Rave-On.
E così fu pubblicato il mini-lp “The Long Loud Silence”, il cui valore artistico permise alla band di ricevere lodi un po’ da tutte le parti e -soprattutto- di volare negli Stati Uniti d’America per inseguire il sogno di esser riusciti finalmente ad innalzarsi al grado di stars internazionali. Rimane solo il ricordo di uno show incredibile al mitico Trobadour a L.A. (in un glorioso Martedì 17 Novembre) prima che il gruppo vide infranti i propri sogni di meritata gloria ed il nome Astaroth cadere nell’oblio…
Dopo tutto questo discorsone, volete sapere come suonano gli Astaroth?? Bhè, arrendetevi: o riuscite a prendere il loro rarissimo vinile (vale un’eresia di sesterzi) o entrate oniricamente nella Dimensione dell’Inferno Pulsante del Vero Metallo. Eh sì, perché è quasi impossibile descrivere a parole la sfolgorante carica di Metallo che cola giù dagli speakers, l’oscura sacralità delle atmosfere e la pura Magia che anima ogni singolo inno di questo mlp da culto assoluto!!! Giuro che il sangue volerà in aria a fiotti: il massacro psico-fisico andrà oltre i normali limiti di sopportazione!! Accecanti fòlgori chitarristiche che devastano un campo di battaglia devastato, su cui marcia inesorabilmente una Legione cingolata di guerrieri ultra-corazzati che scandiscono il tempo delle allucinazioni temporali evocate da una lacerante voce proveniente dai Campi Elisi!! Ecco come suonano gli Astaroth!!! See ya in Hades!!!
Leopoldo “LeatherKnight” Puzielli
Lato A
1) Shout To be Alive
2) Burning the Diamond
Lato B
1) She-Wolf
2) Jack in the Box