Recensione: The Long Road Home
Diciotto anni di attività e quattro full length all’attivo, questo il bottino finora raccolto dai canadesi Empyria, band originaria di Vancouver (British Columbia) formatasi nel 1991 dall’incontro tra il chitarrista Mike Kischnick, il bassista e cantante Paul Falcon (che lascerà la band nel 1997) e il batterista Simon Adam. In seguito alla pubblicazione di tre demo autoprodotti (dati alle stampe tra il 1993 e il 1995), i tre nordamericani arrivano all’esordio sulla lunga distanza nel 1996 con il discreto Behind Closed Doors, prima che numerosi cambi di line up impediscano al gruppo di poter mantenere una certa stabilità a livello di formazione. A distanza di sette anni dall’uscita dell’ultimo The Legacy (risalente al 2002) la band canadese ritorna sulle scene con un nuovo studio album, il quinto della carriera, intitolato The Long Road Home e pubblicato nel mese di giugno del 2009 dall’americana Nightmare Records.
Queensryche, Fates Warning e Crimson Glory: queste le principali influenze riscontrabili all’interno di questo The Long Road Home, per un disco che rimane solidamente ancorato a sonorità a cavallo tra progressive metal, power di matrice americana e heavy metal. Un album che vede il ritorno tra le fila del gruppo del bassista (nonché membro fondatore) Paul Falcon al posto di Ken Firomski, nonché l’esordio di Scott Gamble dietro alle pelli in sostituzione dello storico batterista Simon Adam. Al loro fianco troviamo ancora una volta il cantante Philip Leite e il chitarrista e principale compositore Mike Kischnick. Dodici sono le tracce che compongono questo The Long Road Home per una durata complessiva che supera di poco i quarantasette minuti. Interessante l’idea da parte della band di registrare un disco composto quasi esclusivamente da canzoni comparse solamente nei primi demo del gruppo (in aggiunta a qualche inedito composto appositamente per l’occasione): bisogna infatti sottolineare che degli undici brani qui proposti (più un’intro strumentale), ben otto arrivano direttamente dai primi lavori autoprodotti risalenti al 1994/1995, brani mai pubblicato ufficialmente ma più di una volta eseguiti in sede live. Se questa idea sulla carta appare piuttosto buona, bisogna però notare che il materiale qui proposto dagli Empyria non si rivela purtroppo all’altezza della situazione. Certo, il bagaglio tecnico della band è sicuramente di ottimo livello (sebbene i brani non si facciano certo notare per un’eccessiva complessità a livello di partiture), e anche il lavoro svolto dall’ottimo Phil Leite al microfono è decisamente convincente. Anche la produzione risulta ottimale sotto ogni punto di vista, assolutamente ben curata e bilanciata tra tutti gli strumenti. A difettare in questa uscita sono però le composizioni, troppo scialbe e derivative, che non riescono proprio a decollare e a convincere. I brani qui proposti infatti peccano abbondantemente di personalità e di incisività, e non basta una buona tecnica esecutiva a salvare un lavoro nel complesso poco ispirato e destinato nel giro di pochi ascolti a cadere nel dimenticatoio.
Quindi che altro aggiungere? Questo The Long Road Home si rivela essere un disco sicuramente ben suonato ma decisamente troppo poco sostanzioso e certamente non originale. Le canzoni qui proposte si rivelano davvero poco incisive e prive del giusto mordente per poter emergere dall’anonimato, anche se le doti esecutive del gruppo rimangono sicuramente più che valide. Un prodotto assolutamente inutile e trascurabile quindi, che solamente i fan più nostalgici potranno forse apprezzare appieno. Per tutti gli altri, non sarà certo difficile trovare una ben più interessante alternativa.
Lorenzo “KaiHansen85” Bacega
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Tracklist:
01. Intro
02. The Endless Circle
03. False Witness
04. No Other Way
05. Lonely People
06. Last Rites
07. Can’t Wait Forever
08. Of All the Dreams
09. Without Within
10. Walk Away
11. Solitude
12. Returning Home
Lineup:
Phil Leite – Vocals
Mike Kischnick – Guitars
Paul Falcon – Bass
Scott Gamble – Drums