Recensione: The Lustrate Process
Uno dei tentativi più difficili, nel metal estremo, è sempre stata la commistione tra death metal e industrial. Se poi ci aggiungiamo anche la voce femminile, possiamo tranquillamente dire che la cosa sia quasi impossibile.
Eppure c’è un gruppo che, nell’oscuro di una carriera mai passata troppo sotto ai riflettori, questo tentativo lo compie da anni e il più delle volte gli riesce: i The Project Hate MCMXCIX.
The Lustrate Process non sbuca infatti dal nulla, ma da una serie di album in continuo crescendo, culminati nel precedente e ottimo In Hora Mortis Nostræ, che già aveva fatto gridare al miracolo coloro che si erano messi a scavare nell’underground “sperimentale” svedese. Noti ai più per avere in line-up un qualche imprecisato membro dei Dark Funeral – Lord K Philipson, fondatore di questo gruppo – ma soprattutto Jörgen Sandström, storico ex-cantante dei Grave e, per brevissimo tempo, degli Entombed, gli scandinavi in questione hanno puntato, sin dal debutto nel 1998, alla sperimentazione più coraggiosa possibile, senza per questo cadere nella trappola di fatua commercialità che ha invece attratto molte altre band con idee simili.
I The Project Hate puntano tutto su pezzi death metal, questo è importante dirlo: la produzione, le vocals di Sandström, i riff di chitarra convergono completamente verso le radici death svedesi, senza scampo. Ma ad esse, la band aggiunge le – oggettivamente ottime – parti vocali di Jonna Enckell, che si innestano senza problemi nel tessuto estremo grazie al fatto di essere atmosferiche, ma non forzatamente “accattivanti”. L’ispirazione dei riff e le strutture complicate – anche grazie all’uso intelligente dell’elettronica – fanno il resto.
Basti sentire i 13 minuti della suite Descend Into The Pits Of Eternal Possession, posta audacemente in apertura: un pezzo che contiene di tutto, con grossi rimandi agli Edge of Sanity dei vari Crimson (e del resto è Dan Swanö a produrre l’album ai sempreverdi Unisound Studios, qualcosa vorrà pur dire!) e una complessità da capogiro. Eppure, esattamente come per il gruppo di Swanö, ogni cambio d’atmosfera porta una nuova sorpresa.
Stessa cosa per i riff epici di You Come To Me Through Hell, per il piano che introduce Our Wrath Will Rain Down From The Sky, per le clean vocals maschili, epiche e azzeccate, di The Locust Principles e per i riconoscibilissimi guest che la popolano (Martin van Drunen di Asphyx/Pestilence, L.G. Petrov degli Entombed e Johan Hegg degli Amon Amarth) e così via lungo una tracklist che non delude mai.
Certo, questo non è death metal per apostoli della fede: è per chi considera la musica come pura espressione artistica, libera da vincoli, e guarda solo alla qualità del risultato. Se siete o vi considerate parte di questa schiera, noterete anche voi come The Lustrate Process sia stato uno dei dischi più criminalmente sottovalutati di questo 2009 appena terminato. Ma siete ancora in tempo per acquistarlo.
Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli
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Tracklist:
1. Descend Into The Pits Of Eternal Possession 12:55
2. You Come To Me Through Hell 08:55
3. See The Filth Become Flames In This Furnace 08:20
4. Our Wrath Will Rain Down From The Sky 08:36
5. The Locust Principles 09:09
6. Arise To His World Of Infamy 09:41
7. The Burial Of Gods 07:01