Recensione: The Master and The Bird [7″]

Di Stefano Ricetti - 14 Dicembre 2023 - 9:10
The Master and The Bird [7″]
Band: Paul Chain
Etichetta: Black Widow records
Genere: Doom 
Anno: 2023
Nazione:
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74

La realizzazione e la pubblicazione del 7” The Master and The Bird – un 45 giri, alle nostre latitudini – nasce dal desiderio di John Goldfinch Cardellino, il mastermind dell’Impero delle Ombre, di rendere fruibile a tutti un brano che Paul Chain gli regalò nel 2001. Nel dicembre di quell’anno, infatti, avvenne una sorta di improvvisata jam session fra lo stesso Chain (chitarra), John (voce), Joseph (didgeridoo), Alex (basso) e Danny (batteria) presso gli studi di Paul a Pesaro, i Day Records Studios, dalla quale scaturì un pezzo inedito.

La leggenda vuole che il titolo della canzone sia stato ispirato dal rapporto amicale in atto fra Paul Chain e John Goldfinch. Chain, infatti, scherzosamente, giocava spesso con le parole riguardo il cognome di John, per l’appunto Cardellino. Lo stesso John coniò, a quel punto, ironicamente, quel “The Master and The Bird” che diede poi il nome al loro brano.

Ad appoggiare l’idea della pubblicazione del disco, a più di vent’anni dalla sua incisione, la Black Widow Records di Genova. Ma, si sa, un 45 giri deve avere pure un altro brano da piazzare sul lato B ed ecco quindi l’intuizione di aggiungere un ulteriore inedito o quantomeno una traccia disponibile sino a oggi solo ai collezionisti dei CD-r dell’artista pesarese: “Year Of The Rage”. Un qualcosa quindi di mai uscito con i canali “ufficiali”, se non vado errato.

La canzone venne suonata dal vivo ad un concerto tenuto presso la repubblica di San Marino nel 1984, dai Death SS del secondo periodo, con una formazione che schierava Paul Chain alla chitarra, Sanctis Ghoram alla voce, Claud Galley al basso e Thomas Hand Chaste alla batteria. Ed è proprio Andrea Vianelli colui il quale si è occupato del mix e dell’editing del pezzo che dà il titolo al 45 giri, “The Master And The Bird”.

Year Of The Rage” è invece stata rimasterizzata e sistemata per quanto possibile fosse fare da parte di Eugenio Vatta, ingegnere del suono di Roma che spesso lavora per Black Widow Records. L’operazione di utilizzo di “Year Of The Rage” e del logo Paul Chain in copertina è stata possibile grazie all’assenso di Marco Melzi della Minotauro Records.

Il 7” di The Master and The Bird, stampato in sole 150 copie, si accompagna a un foglio interno aggiuntivo contenente le note tecniche di rito, una foto di Paul Chain con John Cardellino su di un lato ma soprattutto uno scatto iconico dei Death SS autori di “Year Of The Rage”, totalmente truccati e in posa di fronte a un camino acceso. La copertina del 45 giri ripropone “Solitudine” un’opera a firma Danilo Capua.

Musicalmente, a livello di suoni, siamo distanti da Carpe Diem dei Saxon, tanto per citare un recente lavoro prodotto in maniera ottimale, ma è anche vero che sia John Goldfinch Cardellino che la stessa Black Widow Records all’interno del foglio accompagnatorio il 45 giri molto onestamente scrivono:

Hi guys,

consider this as a small tribute to a great master of Italian music and beyond… please apologize for the lo-fi quality but they are really unpublished and genuine musical relics!

John and Black Widow Records

 

The Master and The Bird, se vi fosse stata la necessità di sottolinearlo ulteriormente, assume le stimate della vera chicca per appassionati. La title track si sviluppa secondo i canoni classici del Doom italico, quello polveroso, con l’implacabile, stentorea mannaia di Chain a dettarne i tempi. Un John Goldfinch sorprendentemente lamentoso nella sua prestazione in fonetico completa il funesto quadro, consegnando alla storia del genere un’ulteriore, intrigante e sinistro tassello. “Year Of The Rage”, il brano presente sul lato B non si discosta dalla tipicità dei suoni plumbei e splendidamente fangosi di quella formazione dei Death SS, con l’ugola teatrale di Ghoram a marchiarne indissolubilmente il trademark. Un pezzo di storia che andava assolutamente divulgato, grazie quindi a Cardellino e a Black Widow per questa ulteriore, importante riscoperta archeologica.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti            

 

 

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