Recensione: The Monster Roars
Ha del prodigioso la capacità dei Magnum, una delle stelle più splendenti di tutti i tempi della scena melodic hard rock (i nostri sono in attività fin dal lontano 1978), di continuare a realizzare album di qualità eccelsa, certamente privi di particolari novità stilistiche, ma che non sfigurano di fronte ai capolavori degli anni d’oro.
Celebrati soprattutto per dischi del calibro di On A Storyteller’s Night, Vigilante e Wings Of Heaven, i Magnum, infatti, da anni continuano a snocciolare full-length di gran pregio, che non deludono mai chi ha apprezzato ed apprezza il loro caratteristico e peculiare sound.
Ed anche il nuovissimo “The Monster Roars” conferma, ancora una volta, il perenne stato di grazia della formazione britannica, che delizia vieppiù l’ascoltatore con il proprio melodic rock imbastito con armonie squisite, rare ma decise sferzate hard, magistrali e mai fini a se stesse digressioni prog, intarsi magici di folk britannico.
Su questa filiera, il mood principale del disco è ben rappresentata da canzoni come The Present Not The Past , dall’ andamento epico familiare alla band, energizzato da una certa grinta, dalla voce inconfondibile di Bob Catley che si increspa qui più che altrove, e dalla chitarra di Tony Clarkin che graffia nel finale.
Remember è sempre un brano epico, cadenzato, melodico e quasi prog con sprazzi di liquida melodia, canto sempre emozionante, chitarre e pianoforte classicheggianti.
La title-track, The Monster Roars, si affaccia alle orecchie dell’ascoltatore con un’atmosfera rarefatta dominata da piano e voce su uno sfondo lontano di tastiere, ma poi diventa marziale e ben scandito. Anche qui la sei-corde si esibisce in un bell’assolo.
I Won’t Let You Down è, ancora, un midtempo elegante e solenne (al pari di All You Believe In e Can’t Buy Yourself Heaven ) che si caratterizza per la grandiosità di un chorus supportato da andamento orchestrale delle tastiere .
Il flavour epico che permea tutto l’album, trova comunque soluzione di continuità in tracce come The Day After The Night Before (un hard rock spavaldo ed orecchiabile), Walk The Silent Hours (una ballad emozionante e solenne con ancora una volta Catley sugli scudi) e, soprattutto, No Steppin’ Stones (un canzone gioiosa e dai tratti folk – con tanto di fiati – ma anche puntellata da robusto hard rock chitarristico).
In sostanza, “The Monster Roars”, con il suo inconfondibile crogiuolo di hard rock, melodic rock, progressive e musica popolare, riconferma i Magnum come una band inossidabile, capace ancor oggi di fornire, a chi l’ascolta, grandi canzoni e altrettanto grandi emozioni.
Francesco Maraglino