Recensione: The Narrow Way
Interessante opera di “archeologia” musicale quella messa in atto dalla piccola indie label Karthago Records, specializzata nella riscoperta di vecchi albums heavy risalenti agli anni ottanta rilasciati da gruppi per lo più sconosciuti e lontani da successi commerciali, ben inquadrabili nella categoria di “cult” e solitamente relegati alla memoria di qualche inossidabile appassionato.
La scelta questa volta è caduta sui tedeschi Renegade, oscura band attiva nella seconda metà degli eighties e dedita ad un heavy metal tradizionale e molto classico, del tutto privo da qualsivoglia tendenza “pirotecnica” e virtuosa a pieno vantaggio delle doti di schiettezza e semplicità.
‘The Narrow Way’ rappresenta il compendio definitivo alla proposta del combo germanico: in una unica soluzione vengono infatti re-incisi entrambi gli ellepi realizzati in un lustro di presenza sulle scene, favorendo così la possibilità di ricavare una panoramica completa ed esaustiva al riguardo delle qualità espresse.
Il primo omonimo album, datato 1986, è senza dubbio il pezzo forte della raccolta.
Con un sound molto devoto ai conterranei Running Wild (per merito anche dell’impostazione vocale del cantante) e sempre ben inserito nell’heavy di maniera, sono infatti in buon numero i brani di un certo interesse e meritevoli di menzione.
L’opener ‘Dragonslayer’, ‘Broken Bones’, ‘Fire’ e l’anthem tutto ottantiano ‘Kids In Leather’, rappresentano picchi qualitativi di buon livello, forse non paragonabili ai grandi classici dell’epoca ma in ogni caso adatti a soddisfare chiunque sia assetato di sonorità di tale natura, suggellando un platter di certo foriero di impressioni più che positive.
Discorso alquanto diverso per il successivo ‘Lost Angels’, secondo prodotto targato Renegade, uscito originariamente nel 1991: canzoni decisamente meno efficaci e prive di particolari sussulti, ascoltabili ma poco incisive e destinate a scivolare in modo innocuo senza lasciare traccia. Cambio di cantante e cambio netto del genere musicale offerto, in questo caso più propenso a strizzare l’occhio all’hard rock statunitense di facile presa (‘Young Girl In Love’, ‘Let’s Dance’ e ‘Heart Attack’ ne sono testimonianza sin dal titolo), senza tuttavia mai conseguire risultati eccellenti, grazie anche ad una produzione non del tutto ben assestata e ad una evidente staticità nei ritornelli.
Per i collezionisti e gli appassionati, una uscita certamente da valutare e prendere in considerazione data la reperibilità scarsissima dei due dischi ristampati e, in particolare, per il valore più che appetibile del primo omonimo album.
Encomiabile senza dubbio infine, l’idea di mantenere sempre vivo l’interesse per questo stile musicale, probabilmente nostalgico e ormai passato ma sempre tremendamente affascinante.
Tracklist:
– Renegade – 1986 –
01. Dragonslayer (Burn In Hell)
02. Kids In Leather
03. Give Me Some Shocks
04. Broken Bones
05. Renegade
06. Nights
07. Fire
08. Have Some Drinks
– Lost Angels – 1991 –
09. Aiming High
10. Young Girl In Love
11. Bang Your Head
12. Hold On
13. Let’s Dance
14. Lost Angels
15. Heart Attack
16. In Union