Recensione: The Negation
Non ho mai creduto a quella teoria secondo la quale la maturità di un gruppo si manifesta al terzo album, poichè non è così statistica; ma se vi credessi, non ci sarebbe migliore dimostrazione che
questa. Giunto alla terza uscita ufficiale (se si esclude “The first damned”, mix con materiale inedito), il quartetto polacco conferma definitivamente quella micidiale soluzione di tecnica, attitudine e capacità di composizione già emerse negli album precedenti. Direi che il termine “maturità” suona piacevolmente, se si considera la giovane età dei musicisti. Ma passiamo
all’album.
Frequenze abissali faranno tremare i coni delle vostre casse, prima di venire investiti dal primo brano, “The
Fury”, nel quale, oltre alle qualità già citate, si nota anche la notevole produzione dell’intero album. Il drumming di
Vitek è impressionante per potenza e precisione, e Vogg macina riffs violenti e granitici per tutto l’album. Dopo 3 brani che non fanno che confermare quanto già detto, si arriva a quello che è a mio avviso l’unico neo dell’album, ossia lo strumentale “Calling”: un gioco di feedback abbastanza inutile.Solo poche persone in questo genere, fra le quali un certo Trey, saprebbero trarne magia. Si arriva alla title track, brano dall’incedere marziale e di grande impatto. I nostri dimostrano di saper rallentare e non è poco, ma solo per prepararci alla successiva
“Long-Desired Dementia”, nei quali blastbeats precisissimi si alternano a tempi differenti e devastanti “mitragliate” di doppia cassa come poche volte ho sentito per impatto e precisione. Nella penultima traccia,
“The Empty Throne”, capace di annichilire nella sua linearità, emerge il gusto nel solismo di Vogg, anche se a mio avviso il punto di forza di questo ragazzo è proprio la composizione e il riffing. L’ultima traccia, disponibile solo nelle versioni vinyl e slipcase sleeve è una cover: “Lunatic of Gods Creation”, dai Deicide, così come in “Winds of creation” (2001 Wicked World / Earache) erano stati gli Slayer di “Mandatory suicide” a godere di questo omaggio.
Credo che questa ultima traccia possa riassumere in modo esaustivo la “poetica” del gruppo: il miglior tributo che questa generazione possa versare ad una tradizione ultradecennale di death metal rigorosamente americano. E non è imitazione, bensì quel saggio rispetto per la tradizione necessario per la stessa evoluzione di un genere, quel rispetto che pervade l’ultimo capolavoro dei Death per intenderci, senza ovviamente accennare a sterili paragoni. Anche se potrebbero già essere considerati un riferimento, ne hanno ancora di strada da fare questi ragazzi di Krosno, il che è un bene. In conclusione un gran bel disco,ben prodotto e ancora meglio suonato, acquisto consigliato a tutti gli estimatori del buon death metal.
Tracklist:
The Fury
Three-dimensional Defect
Lying and Weak
Sensual Sickness
Calling
The Negation
Long-desired Dementia
The Empty Throne
Lunatic of Gods Creation (Deicide cover bonus track)