Recensione: The Nights
Sami Hyde, Ilkka Wirtanen, Harri Kokkonen e Jan-Erik Iivari sono quattro musicisti finlandesi che non diranno molto ai più perché, fondamentalmente, hanno prestato la loro opera – di gran classe, bene affermarlo immediatamente – ad altri professionisti, ad altri progetti. Sin quando, nell’estate del 2015, non hanno deciso di mettersi assieme per dar vita ai The Nights.
Operazione che ha regalato alle orecchie degli appassionati un altro grande gruppo di AOR gestito dalla Frontiers Music, label nostrana ancora una volta in grado di discernere la media dall’eccellenza. Con quest’ultimo caso che è proprio quello dei The Nights.
Il loro AOR è forte, potente, pieno, carnoso, piuttosto lontano dalla media energetica del genere. Non si tratta né di hard rock né tanto meno di power, sia ben chiaro: uno dei talenti dei The Nights è, difatti, quello di mantenere gli arti inferiori ben inseriti nella pedaliera dell’AOR, pilotando la loro vettura fra le traiettorie di melodie inequivocabilmente votate alla rapida memorizzazione e veloce assimilazione, per rendere l’omonimo (debut-)album “The Nights” una vera e propria macchina da hit di valore internazionale.
Una macchina dotata, e stavolta si tratta di una chicca propria – invece – solo dei Nostri, di un flavour a in certi momenti votato addirittura all’antologia, alla leggenda, ai miti, come la fenomenale suite ‘Elegy (You Should Be Here)’, rimandabile a un AOR che può definirsi… epic. Anche quest’aspetto, indicativo di gran talento compositivo, di retroterra culturale a tutto tondo e di sicurezza nei propri mezzi. Del resto, quando si può disporre di un chitarrista completo e preparato ai massimi livelli tecnico-artistici come Wirtanen tutto è possibile, come lascia ben intravedere per esempio la stesura ed esecuzione dello splendido solo di stampo neoclassico di ‘Nothing But Love’.
Di assoluta rilevanza, oltre al sound, anche le song; terrificanti frecciate al cervello elaborate per andare ad eccitare il senso del gusto e del piacere. Una per l’altra, assolutamente indimenticabili dopo pochi ascolti. Attenzione, però: non si tratta solo di brani concepiti per scalare le classifiche (a parere di chi scrive il sound è in ogni caso troppo possente per espandersi a macchia d’olio fra le menti meno avvezze alle sonorità rock). Si tratta di grandi canzoni, alcune delle quali davvero straordinarie. Come l’opener-track, per esempio, ammantata da morbide e languide armonie che inducono il corpo e il cuore a lasciarsi andare al piacere dell’ascolto. La migliore partenza possibile per il disco, insomma.
Poi, l’immancabile dedica a una donna e all’amore, spina portante sia testuale sia musicale dell’AOR: ‘Juliet’. Che non è certo una ballata anzi. Sempre rispettosi del loro sound polposo e ricco, i The Nights accarezzano i timpani con vigore regalando brividi caldi in occasione dello strepitoso pre-chorus che precede l’esplosivo refrain.
Come non citare, inoltre, la spettacolare ‘I Wanna Be Your Superhero’? Incursione mirabile nel pop da urlo ma, attenzione, con la penna sempre e comunque intinta in un calamaio carico di elettricità. Talmente carico che il suono della chitarra romba come la scia ultrasonica lasciata, appunto, dal volo di un supereroe.
Per questi, e altri motivi che sarà cura dell’appassionato scoprire poiché ce ne sono parecchi, nascosti nelle pieghe dei vari brani, The Nights… è AOR da avere!
Daniele “dani66” D’Adamo