Recensione: The Niobium Sky
I Morrigu sono un combo svizzero attivo da una decina d’anni, da poco giunto al traguardo del terzo full-length; mentre gli esordi erano legati a coordinate più tipicamente doom, nel corso del tempo il loro stile è approdato su lidi più accessibili a metà fra gothic e prog, con un occhio particolare al fattore atmosfera. The Niobium Sky, uscito nell’autunno del 2009, ci consegna una band dotata di buona personalità, ma non ancora completamente matura dal punto di vista compositivo: il risultato complessivo, pur essendo apprezzabile, evidenzia diverse imperfezioni che non consentono ai Morrigu di emergere con più decisione. Vediamo perchè.
Come accennato in apertura, abbiamo a che fare con metal melodico, che punta molto sull’eterogeneità delle atmosfere che si prefigge di evocare: a volte malinconiche, a volte maestose, a volte grintose, a volte riflessive. Le canzoni si assestano su ritmi generalmente piuttosto sostenuti, e lungo la loro durata (mai superiore ai cinque minuti) presentano variazioni stilistiche abbastanza interessanti, fra sezioni più tranquille supportate da un ottimo uso delle tastiere, accelerazioni dal chiaro tocco svedese, frangenti dal sapore più epico, e partiture di chitarra solista molto curate. La volontà di diversificare il più possibile la proposta è testimoniata anche dagli stili vocali utilizzati: sebbene la voce pulita sia largamente prevalente, ogni tanto fanno capolino anche interpretazioni più sporche e graffiate, e perfino un po’ di growl. Insomma, tanta carne al fuoco, ma non si può dire che i Morrigu siano in grado di gestire sempre alla perfezione la mole di elementi che costituiscono il loro sound: per quanto generalmente prive di difetti eclatanti, e per quanto oggettivamente abbastanza variegate, le canzoni di The Niobium Sky soffrono una certa mancanza di riff davvero memorabili, di atmosfere davvero coinvolgenti, e di sorprese in grado di catturare realmente l’attenzione dell’ascoltatore. L’album scorre fluidamente, ma senza lasciare segni indelebili, anche a causa di una tracklist che nella sua parte centrale accusa qualche momento di stanchezza. L’esecuzione vocale, inoltre, per quanto complessivamente molto buona, non è esente da pecche, che sono da ricercare in alcuni passaggi un po’ sopra le righe durante i quali il cantante non sembra essere completamente a proprio agio, e nella presenza assolutamente soverchiante della voce pulita, a scapito degli altri stili utilizzati (rare comparse, in pratica) e dunque della varietà.
The Niobium Sky è un album caratterizzato da luci e ombre, che evidenzia sia una coraggiosa volontà di distinguersi e proporre una vasta gamma di influenze, sia capacità compositive non ancora del tutto adeguate agli obiettivi prefissati. Allo stato attuale i Morrigu sono un buon gruppo, con diversi assi nella manica, e in grado di confezionare musica godibile e curata; speriamo che in futuro possano progredire ancora, e spazzare via quelle indecisioni che al momento impediscono loro di meritare giudizi più entusiasti.
Giuseppe Abazia
Tracklist:
01 – Last Embrace (00:39)
02 – Black Dust (04:28) (myspace)
03 – Against The Sun (03:57)
04 – The Niobium Sky (04:04)
05 – Wallow In The Past (03:33)
06 – The Heritage Of Mankind (04:30)
07 – At The Gathering Of Stars (05:13)
08 – The Great Finding (03:55) (myspace)
09 – The Great Acces (03:24)
10 – Under The Sun (00:38)
11 – 6.15; The Day After (04:11)
12 – The Golden Sphere (04:59)
13 – Pristine Dream (00:44)