Recensione: The Number Of The Beast

Di Khaine - 24 Settembre 2002 - 0:00
The Number of the Beast
Band: Iron Maiden
Etichetta:
Genere:
Anno: 1982
Nazione:
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100

Siamo di fronte al disco   della svolta per quella che ormai è già, assieme ai Saxon, la band di punta della NWOBHM (siamo nell’82). Qui infatti sonorità vicine all’Hard Rock vengono abbandonate quasi del tutto in favore di un sound più tipicamente Heavy Metal. E soprattutto questo album vede l’entrata nella band di un certo Bruce Dickinson, che si rivelerà essere uno dei migliori cantanti del genere e che caratterizzerà il sound degli Irons negli anni a venire. Con queste premesse non ci si può aspettare meno che un capolavoro… Oltre all’eccezionale voce di Bruce sono in evidenza, fin dalle prime note, i geniali giri di basso di Steve Harris, autore tra l’altro di quasi tutti i pezzi.

Si comincia in velocità con INVADERS, track aggressiva sostenuta da un’ottima sezione ritmica.

La seconda traccia è un vero e proprio classico, CHILDREN OF THE DAMNED, pezzo lento che alterna cattiveria ed emozionalità, in cui per la prima volta Dickinson si mette in luce con una performance stellare.

Si prosegue con un’altra accelerazione, THE PRISONER, un anthem con un ritornello estremamente melodico e memorizzabile.

22 ACACIA AVENUE risulta molto più oscura rispetto ai pezzi precedenti, specie all’inizio; qui gli Irons continuano la “saga” di Charlotte, iniziata nel primo album; come sempre ottima la prestazione di Dickinson, specialmente dal punto di vista interpretativo.

Altro classicone: THE NUMBER OF THE BEAST, che ha procurato accuse di satanismo e molta pubblicità agli Irons, sostenuta da una prestazione vocale e chitarristica molto aggressiva (da antologia l’urlo di Bruce).

Eccoci a RUN TO THE HILLS, altro anthemone incredibilmente catchy che, non a caso, diventerà una costante nei live sets degli Iron Maiden.

Superiamo GANGLAND e TOTAL ECLIPSE, pezzi che al confronto di ciò che li precede e, soprattutto, di ciò che li segue, restano piuttosto in ombra pur essendo tutt’altro che brutti, per giungere all’apoteosi di tutto ciò che rappresenta il termine Heavy Metal, HALLOWED BE THY NAME, a mio parere il miglior pezzo di Heavy classico mai concepito da una mente umana; c’è tutto quello che si può chiedere agli Irons: duelli chitarristici impressionanti, una voce con pochissimi rivali e un songwriting capace di trasformare tutto questo in qualcosa di vicino alla perfezione.

In conclusione, questo album è NECESSARIO per tutti coloro che intendono avere a che fare con l’Heavy Metal. Se vi manca (ne dubito) procuratevelo ORA. Con ogni mezzo.

Tracklist:

    1.   Invaders
    2.   Children of the Damned
    3.   The Prisoner
    4.   22 Acacia Avenue
    5.   The Number of the Beast
    6.   Run to the Hills
    7.   Gangland
    8.   Total Eclipse
    9.   Hallowed Be Thy Name

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