Recensione: The Pain and the Rose – Chapter 1

Di Nicola Furlan - 17 Maggio 2010 - 0:00
The Pain and the Rose – Chapter 1
Band: Darkcold
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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La storia dei Darkcold ha inizio ad Arezzo nel 2003, anno in cui il cantante Daniele Betti, assieme ad alcuni amici, dà vita a un progetto musicale dedito alle sole cover di Iron Maiden e Metallica. Inizialmente la band prende il nome di Dark Divine. Passa il tempo e, all’interno della line up, si susseguono vari musicisti. Sono infatti numerosi gli split e le conferme che la band affronta e certifica, fino a quando, nel corso del 2008, stabilizza la propria formazione dando vita a un nuovo corso: i Darkcold. Ed ecco che vede la luce l’EP di debutto intitolato “The Pain and the Rose – Chapter 1”.

Il sound è accostabile a uno speed metal semplice e diretto, privo di fronzoli e arrangiamenti particolarmente degni di menzione. La timbrica tagliente ed aggressiva di Betti (a tratti sembra di ricordare il Tom Araya -cantante degli Slayer- dei tempi migliori) si incastra in un songwriting incentrato su strutture ritmiche prevalentemente heavy metal. Un heavy metal che si lascia andare a momenti più slanciati e ‘thrashy’ (Somethingwild), ma che sa ben affrontare anche mood più cadenzati e ricchi di groove (I’m Arrived). C’è pure spazio per un brano che, se rapportato a quanto ascoltato fino ad ora, disorienta l’ascoltatore. Si tratta di The Name Of Desperation che, con i sui arpeggi d’apertura e l’atmosfera che identifica buona parte del minutaggio, riporta alla memoria certe leggi dettate dagli Opeth. Una ritmica arpeggiata accompagna l’interpretazione vocale mentre il basso, posto in primo piano proprio come ai tempi di Johan De Farfalla su straordinari capolavori del calibro di “Orchid” e “Morningrise”, scandisce l’incedere alla batteria.
Purtroppo però, e duole dirlo, il risultato non è ancora sufficientemente valido per una promozione. Lasciando volutamente da parte l’aspetto produttivo, si evidenzia una sterilità esecutiva che troppo spesso rende il sound lacunoso e asettico. Tutto sembra assemblato senza coesione e i brani scricchiolano nella loro architettura compositiva. Non c’è struttura, né sfumatura tra i vari passaggi ritmici; gli arpeggi non si integrano nell’armonia del pezzo e non enfatizzano la più che convincente interpretazione del cantato (punto di forza dell’intero lavoro). Spesso il groove non deflagra come dovrebbe e le accelerazioni sembrano fini a se stesse. Inoltre, chitarrista e batterista non sembrano aver raggiunto un apprezzabile livello tecnico in grado di dar vita a composizioni d’elevata qualità. Per contro, il già citato Betti e il bassista Biagio De Ieso potrebbero costituire un valido e stabile appoggio per fondare e far maturare il songwriting del primo studio album della carriera attualmente in lavorazione.

In definitiva, questo EP ancora non convince. “The Pain and the Rose – Chapter 1” va inteso come una primigenia forma di idee e ispirazioni in grado di aprire orizzonti ai futuri orientamenti di un gruppo che potrebbe far bene, piuttosto che l’inizio di una valida carriera. Resta infine l’oggettiva necessità dei dovuti miglioramenti tecnici alla chitarra e alla batteria nonché una maggior attenzione per gli arrangiamenti. Arrangiamenti che dovranno rendere più coese e ricche di personalità le canzoni, qui troppo spesso relegate a meri insiemi di riff posti in successione logica, ma sconnessa e incoerente.
La professionalità è percepibile, gli obiettivi ambiziosi pure non mancano, ma l’idea che tali possano esser concretizzati in qualcosa di grande ancora non brilla. La strada è lunga, ma percorribile; siamo certi che questo EP sarà solo il primo capitolo della saga Darkcold. Attendiamo fiduciosi.

Nicola Furlan

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Tracklist:

01 Somethingwild
02 The Name Of Desperation
03 I’m Arrived

Formazione:

Daniele Betti: Voce
David Portolani: Chitarra
Biagio De Ieso: Basso
Francesco Donati: Batteria

 

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