Recensione: The Patient
Contemporaneamente all’uscita dei connazionali Rise To Fall, “Defying The Gods”, gli spagnoli Nodrama danno alle stampe, con la medesima etichetta discografica (Coroner Records), “The Patient”, secondo full-length della loro relativamente breve carriera (2005). Registrato e missato a Bilbao da Alberto Macias presso i Pan-Pot Studios, l’album è stato poi masterizzato in Svezia da Björn Engelmann (Cutting Room Studios) con conseguente garanzia di un trattamento molto professionale per i timpani degli acquirenti del disco.
Anche in questo caso la label definisce ‘modern melodeath’ lo stile dell’ensemble basco. Rispetto ai Rise To Fall, però, si scende di un gradino nella scala della potenza sonora e dell’aggressività, essendo davvero arduo citare la parola ‘death’ come riferimento a quanto proposto da Aimar Antxia e i suoi compagni d’avventura. È innegabile l’appartenenza alla grande famiglia del metal, questo sì, ma diviene oltremodo difficile assimilare i Nodrama a qualche estremismo sonoro. Si può quindi parlare di un metalcore piuttosto edulcorato, se proprio occorre inserire “The Patient” in uno scaffale dotato di classificazioni.
Non fondando il proprio marchio distintivo sull’impatto frontale, quindi, i Nostri preferiscono aggirare l’ostacolo con la soluzione del ‘tiro’. La buona propensione dimostrata da Xabier Altzugarai al basso e Nikola Goñi alla batteria di saper dar forma a un ritmo aspro, avvolgente e, soprattutto, dalla forte parte dinamica, fa sì che i Nodrama riescano a far muovere la testa con l’energia del loro groove e non con l’esagerazione dei BPM.
Oltre a ciò, c’è da evidenziare l’ottimo timbro del vocalist Antxia che, con le sue harsh asciutte ma non eccessive, riesce a coniugare efficacemente l’incedere scalpitante dell’ensemble alle melodie delle canzoni, sicuramente degne di quel prefisso ‘melo’ più sopra citato. Aimar è un cantante in grado di fare la differenza, giacché il suo approccio alle linee vocali è sorretto da una notevole personalità, in grado cioè di dare altrettanto carattere al gruppo.
Il suo carisma, come rovescio della medaglia, porta a rendere un po’ anonima la prova dei due chitarristi. Koldo Gorozika e Ilker Llona, che non si possono criticare negativamente in quanto a prestazione tecnica, suonano lindo e pulito, utilizzando un livello di distorsione abbastanza ridotto ma volutamente rustico, senza tuttavia lasciare più di tanto un segno nella storia del combo iberico.
Alla fine, comunque, pur strizzando evidentemente l’occhio al mercato mainstream, i Nodrama mettono su un suond tutt’altro che ‘facile’ ma, più di ogni cosa, apprezzabile per la sua freschezza, modernità e individualità, con quel pizzico di audacia che non guasta. Tanto che, come controprova di questo, è difficile trovare degli efficaci termini di paragone. Oltre a certe lontane assonanze ai soliti In Flames e Soilwork, si può tuttavia citare il metal alternativo dei Sevendust e dei Raunchy.
La discrasia fra melodiosità e riottosità su cui giocano i Nodrama per quanto riguarda la loro forma mentis stilistica, si riflette anche nel loro modo di comporre. “The Patient” è un CD ben rifinito in ogni angolo, ha un suono cristallino e frizzante, ed ha delle buone frecce nel proprio arco. Forse il temperamento bifronte di cui s’è appena scritto porta a una certa disomogeneità fra i brani, che comunque non inficia più di tanto la riuscita complessiva del platter. Se alcuni pezzi non sono dei capolavori in quanto troppo ‘leggerini’, come “The Bite” e “Untouchable Treasure”, altri sono indubbiamente venuti bene. Si possono allora citare la possente “Tail Nailed Fish”; l’hit “One More Step” che, senza pietà, s’infila sotto la scatola cranica; la lenta e sinuosa “Waiting”; la recalcitrante ma accattivante “Undefined” e la scoppiettante title-track, dal gustoso mood malinconico.
Ai Nodrama attuali, ergo, manca un pelo di consistenza e regolarità nella scrittura. Le song hanno una qualità artistica più che discreta ma non ottima. Dovrebbero avere quel tocco in più che, al contrario, ha il loro sound; anche per sfruttare al 100% il talento e il temperamento di Aimar Antxia. Per esplorare le nuove sonorità figlie del metal estremo, nondimeno, “The Patient” è perfettamente adeguato allo scopo. Anzi, consigliato.
Daniele “dani66” D’Adamo
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Tracce:
1. The Bite 4:23
2. Tail Nailed Fish 3:29
3. Visions 4:23
4. One More Step 3:07
5. Power Of Lavishness 4:34
6. Waiting 4:24
7. Undefined 4:29
8. The Patient 3:58
9. All Behind 4:15
10. Believer 4:15
11. Untouchable Treasure 3:42
Durata 45 min.
Formazione:
Aimar Antxia – Voce
Koldo Gorozika – Chitarra
Ilker Llona – Chitarra
Xabier Altzugarai – Basso
Nikola Goñi – Batteria