Recensione: The Peaceful Dead

Di Angelo D'Acunto - 7 Febbraio 2009 - 0:00
The Peaceful Dead
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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68

Quasi vent’anni di carriera passati perlopiù nell’anonimato per i Dawn Of
Winter
, formazione tedesca dedita ad un doom classico di stampo candlemassiano e
che vede fra le proprie file la presenza del singer dei Sacred Steel, Gerrit Philipp Mutz. La band, dopo una serie di demo pubblicati, esordisce su lunga
distanza nell’anno 1998 con il full-length In The Valley Of Tears,
per poi ritornare ai giorni nostri (dopo quasi dieci anni) con il secondo studio
album The Peaceful Dead distribuito dalla Massacre Records.

Poca, pochissima è l’originalità che ritroviamo racchiusa all’interno di
The Peaceful Dead
, album che può essere considerato come un più che onesto tributo
ai grandi maestri del genere come Candlemass e Solitude Aeturnus. Atmosfere
oscure ed opprimenti caratterizzano una tracklist che si muove essenzialmente su
ritmiche lente ed ossessive che lasciano posto, di tanto in tanto, ad
accelerazioni più heavy-oriented. A guidare l’andamento dei componenti del
gruppo c’è la voce di Mutz, melodica, evocativa e su toni nettamente più bassi
rispetto alle prestazioni che troviamo nei dischi dei Sacred Steel.
Dieci sono i pezzi a disposizione. Tracce di puro doom metal classico
incontaminato, con un particolare occhio di riguardo per le melodie e per il
lato più atmosferico della musica, che in alcuni frangenti risultano
essere il frutto di un songwriting abbastanza ispirato. L’iniziale The
Music Of Despair
è già di suo un chiaro omaggio al genere, sopratutto
per quanto riguarda i testi che la compongono, adagiati su ritmiche lente e
soffocanti all’inverosimile. Aumentano di poco il ritmo le successive A Lovelorn Traveller
e Mourner, due brani che si fondano su riff di chitarra più duri e
diretti, per poi lasciare spazio alla lentezza esasperante dell’ossessiva Holy Blood.
Il resto della tracklist, che continua a mantenersi su di un buon livello
qualitativo, è un continuo alternarsi fra parti più ragionate ed accelerazioni
dal netto sapore heavy, soluzione che riesce a garantire una più facile assimilazione del
disco durante l’ascolto. Su tutte spiccano gli emozionanti arpeggi di chitarra presenti in Throne Of Isolation, l’incedere più epico di Anthem Of Doom
e il finale dedicato alla solenne title-track.

Un semplice omaggio ai maestri del genere quello dei Dawn Of Winter,
ma confezionato con la classe e l’esperienza di chi ha anni e anni di attività
alle spalle. Insomma, sebbene la proposta musicale non sia nulla di altamente
innovativo, The Peaceful Dead resta comunque un disco godibile,
suonato con il cuore e che riuscirà a soddisfare le orecchie dei seguaci della
scena più classica del genere.

Angelo ‘KK’ D’Acunto

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Tracklist:

01 The Music Of Despair
02 A Lovelorn Traveller
03 Mourner
04 Holy Blood
05 The Oath Of The Witch
06 Throne Of Isolation
07 Burn Another Sinner
08 All The Gods You Worship
09 Anthem Of Doom
10 The Peaceful Dead

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