Recensione: The Power To Thrash
Wacken Open Air, 2 Agosto 2003, ore 3 del mattino. Noi di Truemetal non ci fermiamo mai, sempre alla ricerca di un gruppo da recensire, dell’informazione da scrivere, dell’intervista da organizzare. Sono col mio amico Zeno appena dopo aver smontato le tende, pronti per prendere il pullman che ci riporterà a Torino, viaggio da 25 ore, chiappe azzerate. Proprio in questa situazione vengo a conoscenza di Guido il chitarrista dei Thy Gate Beyond col quale immediatamente entro in sintonia e che mi consegna la prima demo del gruppo. I nostri hanno passato gli ultimi mesi a lavorare sul loro disco d’esordio sono giunti alla pubblicazione di “The power to thrash” nelle prime settimane di Novembre. I Thy Gate Beyond suonano Thrash Metal classico di chiara scuola americana e si affidano a un song writing diretto, violento e frontale ma senza mai dimenticare il gusto per arrangiamenti tecnici e oscuri. I maestri di questi ragazzi sono i Dark Angel e i primi Exciter, in entrambi i casi il gruppo pur riferendosi ai dettami di queste due band storiche riescono a mantenersi indipendenti e creativi puntando verso composizioni personali senza snaturare le tradizioni del thrash di annata. Ogni composizione presente su questo disco si rivelerà efficace sul pubblico in sede live, ci sono spunti ritmici di grande potenziale in ogni canzone e passaggi chitarristici molto ispirati a formare l’ossatura dei brani. La produzione del disco non è perfetta, soffre di qualche imprecisione tecnica che però non danneggia il risultato sonoro della band, anzi per chi ama un certo tipo di Heavy Metal di vecchia fattura questo difetto potrebbe rivelarsi un pregio, il disco infatti sembra essere uscito da una sessione di registrazione degli anni ottanta, sebbene nuovissimo. La prima “Art terrorist” è una dichiarazione di guerra in puro stile Thrash, il gruppo si affida a un riffing roccioso e oscuro che riempie l’orecchio senza apparire confuso, anzi lo definirei un suono compatto e vibrante, è bene chiarire subito che questo sarà il comune denominatore di tutto il platter. La seconda “Our lady of lunacy” si presenta più elaborata ed ambiziosa sebbene non dimentichi in nessun frangente la potenza tipica del genere, qui i Thy Gate Beyond ricordano da vicino i Dark Angel di “Time does not heal” anche se meno complessi e raffinati. La title track è un brano completo sotto il profilo compositivo che si dimostra fluido ed efficace fin dal primo ascolto, anche qui il gruppo riesce a concretizzare il suo talento senza scadere in facili soluzioni, rimanendo ancorato al thrash statunitense. Maggiormente articolata e impostata su refrain di grande impatto su chi ascolta “The coulprit chaos” mantiene il gruppo su tempi rapidi e frontali, comunque i Thy Gate Beyond non sono una band ripetitiva e cercano di inserire in ogni brano elementi distintivi, qui mi sembrano davvero belle le parti ritmiche incrociate dei due chitarristi. “Hellbound” continua il lavoro di demolizione incominciato dalle tracce precedenti, non ci sono concessioni, un brano devastante, frontale e violento, ogni altro commento è superfluo. Più tecnica ed elaborata, a mio avviso molto bella, “New course of madness” consente al gruppo di dimostrare una notevole preparazione tecnica, non siamo ancoa di fronte a un capolavoro di composizione ma l’ispirazione c’è tutta. La conclusione del cd è affidata alla velocità di “Misanthropy” e alla violenza di “True absurd nightmare (pt.2)” che rendono onore al resto del platter concludendolo nel migliore dei modi. I Thy Gate Beyond hanno esordito sotto una buona stella e hanno dimostrato la loro dedizione al thrash senza compromessi, ci sono ancora delle imprecisioni e dei margini di miglioramento, avanti così.
1 Art terrorist
2 Our lady of lunacy
3 The power to thrash
4 The coulprit chaos
5 Hellbound
6 New course of madness
7 Misanthropy
8 True absurd nightmare (pt 2)