Recensione: The Prestige
Ritorno in grande stile per gli Illdisposed. Il gruppo danese, fresco di
contratto con la AFM records, si ripresenta sul mercato a due anni di distanza dall’uscita
di Burn
Me Wicked; album che virava (anche fin troppo) verso un sound più
sperimentale che si accostava a quelli che sono gli standard che caratterizzano
le produzioni di casa Roadrunner Records.
Con The Prestige, la band propone uno stile che strizza
l’occhio al death/thrash degli At The Gates e al death metal melodico di
gruppi del calibro di In Flames e Dark Tranquillity. Quello che ne
esce fuori è un sound caratterizzato da ritmiche pesanti e furiose con
l’aggiunta di parti melodiche ed orecchiabili che vanno a sostenere
efficacemente il growl gutturale dell’ottimo Bo Summer dietro al
microfono. Nonostante l’approccio sia decisamente aggressivo, il gruppo decide
sempre di non spingere troppo il piede sull’acceleratore lasciando largo spazio
alla tecnica, con i riff serrati ed allo stesso tempo melodici delle chitarre
che vanno a mettersi sempre in ottimo contrasto con la brutalità del cantato di
Summer.
Già l’iniziale The Tension, preceduta dall’intro Let Go,
si spinge su territori nettamente thrash-oriented senza troppo abusare della
velocità e concentrandosi sopratutto su strutture ritmiche fatte di riff secchi
e taglienti che lasciano largo spazio alla melodia (specialmente per quanto
riguarda gli assoli); il tutto va a contraddistinguere un sound che cerca in
qualche modo di distaccarsi da quelli che sono gli standard del genere ottenendo
così una serie di brani capaci di riuscire ad essere originali, coinvolgenti ed
immediati. Il resto della tracklist continua a muoversi efficacemente sulla
stessa linea di violenza decisamente contenuta, con un uso costante della doppia che
cassa che caratterizza tutti i pezzi presenti nel disco e dai riff ossessivi
delle chitarre che vanno ad unirsi efficacemente all’uso intelligente di linee
melodiche che non annoiano mai e che anzi, riescono a rendere l’ascolto
facilissimo d’assimilare. Su tutte spiccano la brutale A Song Of Myself,
la cadenzata A Child Is Missing con il suo refrain ossessivo unito
a riff melodici semplicissimi che si stampano immediatamente in mente. Chiude il
disco Ich Bin Verloren In Berlin, caratterizzata sopratutto da un
cantato in screaming che viene sorretto efficacemente da una serie di riff
ossessivi e snervanti.
In conclusione, The Prestige è un lavoro che mette in mostra una
band tecnicamente dotata e con buone idee in fase di composizione. La formula
della violenza (seppur abbastanza contenuta) unita alla melodia risulta essere
il vero e proprio punto di forza dell’intera produzione che, nonostante non
riesca a brillare di luce propria, ha comunque la capacità di convincere e
coinvolgere anche dopo una dose più sostenuta di ascolti.
Angelo ‘KK’ D’Acunto
Tracklist:
01 Let Go
02 The Tension
03 Weak Is Your God
04 Working Class Zero
05 A Song Of Myself
06 Like Cancer
07 Love Is Tasted Bitter
08 She Knows
09 A Child Is Missing
10 The Key To My Salvation
11 …Your Devoted Slave
12 Ich Bin Verloren In Berlin